È difficile valutare e comprendere gli eventi geopolitici ed economici senza prima comprendere il fatto che gran parte di ciò che accade nel mondo è progettato per accadere al fine di raggiungere specifici obiettivi. Se sottoscrivi la teoria secondo cui tutto avviene in modo casuale, vale a dire secondo la legge del “caos”, e gli esiti degli eventi sono quindi altrettanto casuali e incerti, allora finirai per perderti nell’oscurità e a non capire il perché delle cose che avvengono.
Se pensi che una “cospirazione globalista” richiederebbe “troppo controllo” o “troppa capacità di previsione”, vorrei sottolineare che l’esistenza di cospirazioni organizzate dalle persone che detengono il potere sono un dato di fatto storico, non sono una questione teorica. Se tali cospirazioni erano presenti in passato, è piuttosto sciocco ignorare la realtà e pensare che non siano presenti oggi.
La finanza internazionale e i burattini politici condividono un’ideologia profondamente radicata in loro, chiamata “globalismo” o “nuovo ordine mondiale”. Questa ideologia richiede una centralizzazione totale dell’economia e del governo, che devono quindi convergere verso un’unica autorità fiscale globale, un unico sistema monetario globale e una struttura governativa mondiale. Ovviamente, un tale obiettivo richiede molto tempo e un’attenta e meticolosa pianificazione.
Si tratta di un progetto a lungo termine, con momenti di cambiamento accelerato.
I globalisti definiscono il processo accelerato di cambiamento “reset economico globale”. Un azzeramento dei processi economici del mondo non è così inverosimile come gli scettici amano sostenere. Quando un gruppo organizzato di ideologi mantiene il controllo sulla produzione di moneta e sui tassi di interesse della maggior parte delle nazioni del pianeta, sarà abbastanza facile per loro manipolare i politici, manipolare la legislazione o persino provocare scientificamente bolle finanziarie e crolli. Per estensione, sarà anche semplice innescare conflitti internazionali, quando e se necessario.
Ma perché la guerra dovrebbe essere un ingrediente necessario della globalizzazione?
La guerra è l’ultima distrazione, l’ultimo divisore e, forse ironicamente, l’ultimo consolidatore. Nel secolo scorso, la guerra sembra sempre seguire o coincidere con eventi di crisi economica prodotti dalle élite bancarie e dalle loro aggressive politiche monetarie. E, all’indomani di queste guerre, vengono spesso fondate istituzioni sovranazionali (come la Società delle Nazioni, le Nazioni Unite, la Banca dei Regolamenti Internazionali e il Fondo Monetario Internazionale) presentate come “soluzioni” per impedire che le tragedie di massa si ripetano.
La guerra è una mutazione violenta indotta sulla società, per accelerarne il cambiamento.
Negli ultimi anni il concetto di “guerra mondiale” ha lasciato il posto a una tendenza più insidiosa fatta di guerre regionali, costanti e sporadiche. In effetti, si potrebbe concludere che se dovessimo guardare al quadro macro della vasta gamma di guerre regionali perpetrate dai globalisti, vedremmo che, considerandole tutte insieme, stanno diventando una sorta di guerra mondiale, sebbene in una forma diversa. Lo stato di guerra continua ha generato un forte indebitamento degli Stati Uniti ed ha anche generato nei suoi confronti risentimenti e odio a livello internazionale.
E’ quindi necessario un nuovo reset
Detto questo, i globalisti avranno ora bisogno di un grande catalizzatore per avviare un nuovo “reset economico globale”, e presto. Perché? Perché una considerevole distrazione globale è essenziale per avviare il successivo collasso. È necessario trovare un capro espiatorio; qualcuno che possa essere incolpato di quasi tutti gli scenari negativi. Ciò distoglierà l’attenzione dell’opinione pubblica dai globalisti, veri responsabili della crisi, forse così tanto che ci vorranno decenni prima che essa si interroghi su ciò che è realmente accaduto, se mai avranno dei dubbi.
di Brandon Smith
Fonte: http://alt-market.com/
Traduzione e sintesi per altreinfo.org: Giorgio Lunardi
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