Gli israeliani sparano anche agli invalidi. Per uccidere. Maurizio Blondet - www.altreinfo.org

Gli israeliani sparano anche agli invalidi. Per uccidere. Maurizio Blondet

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Questa è una notizia riportata da molti media internazionali, ma non dai giornali, telegiornali e radio del “nostro regime”, chissà perché. Guardate i video e le foto, ma soprattutto guardate l’ultimo video. Diteci se tra il più brutale dei regimi razzisti ed Israele vi è qualche differenza. Diteci se questi soldati sono diversi dai peggiori criminali di guerra che gli stessi israeliani ci chiedono continuamente di ricordare. La storia raccontata si riferisce ad un giovane palestinese, invalido e in carrozzina, ucciso da un cecchino israeliano. Perché? Semplicemente perché allo stato d’Israele è tutto permesso, nel silenzio più assoluto dei servi occidentali. Italia compresa.

A seguire l’articolo è di Maurizio Blondet.

Ibrahim Abou Thuraya, simbolo della resistenza palestinese, ucciso da un cecchino

Ibrahim Abou Thuraya, simbolo della resistenza palestinese, ucciso da un cecchino

Ibrahim Abou Thuraya, aveva perduto le due gambe nel 2008; mitragliato da un elicottero mentre, sul muro di confine di Gaza, avendo ammainato una bandiera israeliana, stava issando una bandiera palestinese. Aveva 20 anni. Da allora la sua figura sulla sedia a rotelle spinta da amici era una presenza fissa in tutte le manifestazioni alla frontiera fra Gaza e Israele. Anche il 15 dicembre era  lì a protestare contro la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale ebraica; insieme a migliaia di palestinesi sul confine di Gaza. Ha alzato le braccia mostrando la bandiera palestinese e facendo il segno di vittoria ai soldati israeliani. Poi, dicono, sarebbe riuscito ad arrampicarsi su un palo per alzarvi la bandiera. Un soldato gli ha sparato alla testa. Ibrahim è uno dei quattro uccisi il 15 dicembre, primo giorno di una intifada che Israele sta stroncando con una nuova e definitiva crudeltà.

Ormai i gloriosi soldati sparano sugli inermi; sparano per ucciderne più che possono; sparano sotto gli occhi delle telecamere, indifferenti sapendo che possono contare sulla complicità dei media occidentali.

Qui, durante la ripresa in diretta della tv giordana Al-HAyatt, gli operatori hanno assistito all’omicidio di un giovane che si avvicinava al posto di blocco di Bet El, nord della cittadina di Al Bireh, Cisgiordania. Il giovane aveva un coltello. Ma molto prima che potesse avvicinarsi, l’hanno falciato a  distanza, con 20 colpi. Dicono avesse una cintura esplosiva.

 E’ la  versione terminale del  metodo “spaccare le ossa ai ragazzini”, messo a punto nelle precedenti manifestazioni, ma stavolta con la massima fredda smisurata violenza.

“Israele deve agire come un cane arrabbiato, troppo pericoloso da disturbare” (Moshe Dayan).

“Israele deve agire come un cane arrabbiato, troppo pericoloso da disturbare” (Moshe Dayan).

 

di Maurizio Blondet

Fonte: maurizioblondet.it

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