Elly Schlein è la nuova promessa della sinistra, una vera e propria fuoriclasse. Appare sempre in TV, tutti la vogliono intervistare, tutti vogliono sapere cosa pensa. Pur essendo giovane, Elly ha già una grande esperienza alle spalle.
Possiamo dire che è in politica da sempre, una vera e propria predestinata.
Ha partecipato come volontaria al Comitato Elettorale di Obama, sia nel 2008 che nel 2012, è stata parlamentare in Europa, eletta col Partito Democratico. Ha già cambiato più volte partito, fino a fondarne uno tutto suo per appoggiare Stefano Bonaccini in Emilia Romagna. E siccome ha avuto il maggior numero di preferenze, l’hanno nominata Vice Presidente della Regione Emilia Romagna.
Ma di certo non si fermerà qui. Per lei questa è soltanto una piccola stazione di provincia.
Elly Schlein, la promessa della sinistra
Elly Schlein è nata in Svizzera, a Lugano, il 5 maggio 1985, da una famiglia benestante. Entrambi i genitori sono docenti universitari, padre ebreo americano e madre italiana.
Le sue idee sono tante, e tutte molto chiare: porti aperti all’immigrazione, liberismo economico, società multietnica e multiculturale, globalismo spinto, più Europa, più diritti individuali, sessualità fluida, aborto, femminismo, eutanasia. Insomma, è in linea con il mondo arcobalenico senza confini e senza bandiere ed è in perfetta sintonia con le idee della finanza globalista apolide.
Il suo mondo ideale è perfettamente sovrapponibile a quello di George Soros, grande magnate e paziente plasmatore delle società occidentali.
Elly Schlein non si interessa molto dei diritti sociali degli italiani, quelli che i nostri antenati hanno conquistato col prezzo del sangue e che oggi stiamo perdendo un pezzo alla volta.
Lei non è sovranista, ci mancherebbe altro. La sua patria è il mondo.
E lo stato sociale?
Per Elly questo non è un problema. Lei “vorrebbe” garantire i diritti sociali, ma siccome non ci sono soldi, perché i soldi vanno tutti in tasca ai ricchi, allora Elly ripiega sui diritti individuali, che non costano nulla.
Ed ecco più gay-pride, più aborto, più consumi, più divertimento, più Europa, più migranti. E per contro, niente casa, poco lavoro, mal retribuito e sotto pagato, niente famiglia (retaggio del passato), figli chissà, scuola come va va, pensione chi lo sa, sanità si salvi chi può. Tanto, per tutto questo non ci sono soldi pubblici, né mai ci saranno.
I diritti sociali appartengono al tempo che fu. Oggi è il momento dei diritti individuali. E comunque Elly Schlein è una privilegiata, i soldi per pagarsi tutto lei li ha già. Quindi, tutto sommato, non è un suo problema.
La falsa sinistra, quella dei ricchi
Elly Schein dice di essere di sinistra. Una sinistra che non si occupa dei poveri, né tanto meno degli ultimi.
Ma che sinistra è una sinistra che non si occupa dei poveri e sta dalla parte dei ricchi?
La risposta è semplice, non è “una sinistra”.
Questo è un mostro mascherato, una falsa sinistra, una finta sinistra cucita su misura dai padroni della finanza.
Ed è questa la cosa più incredibile. La finanza apolide riesce a convincere milioni di italiani che sono “di sinistra”, mentre invece sono soltanto schiavi dei padroni, sono proprietà “dei ricchi”, incapaci di elaborare un solo pensiero critico. Per ottenere un risultato del genere ci sono voluti decenni di pianificazione, di distruzione della scuola, di condizionamento mediatico, di giornalisti pennivendoli, di televisione spazzatura, di musica demenziale, di droga, di politici sempre più incapaci.
Alla fine però ce l’hanno fatta.
Hanno abbassato talmente tanto il livello intellettuale delle persone che sono riusciti a convincerli che sono di sinistra, che sono i migliori e che i cattivi sono tutti gli altri. Sono riusciti a convincerli che il razzismo degli italiani contro gli italiani è cosa buona e giusta, che una cultura vale l’altra, che Giuseppe Verdi e Achille Lauro sono due musicisti equivalenti, uno inghiottito dal passato e l’altro coi due piedi nel futuro.
Elly Schlein e la squadra delle locuste
Ma torniamo ad Elly Schein, la predestinata. Lei tifa per la Squadra delle Locuste, ovvero la squadra pigliatutto, quella dei vincenti. Loro hanno tutto, i giocatori, la propaganda, gli stadi, il campo da gioco, le televisioni, i giornali, la radio, gli arbitri, il pubblico, la magistratura, gli allenatori, i giornalisti, i commentatori, gli intellettuali, il cinema, Hollywood.
Hanno tutti i soldi che servono per comprare tutto quello che si può comprare.
E non basta, in campo non c’è nemmeno una squadra contro cui giocare, perché i pochi squattrinati che vorrebbero battersi contro la Squadra delle Locuste se ne stanno buoni e zitti, altrimenti fanno la fine che ha fatto William Wallace, grande eroe scozzese, in Braveheart, splendido film di Mel Gibson. Vi ricordate?
Si perché la Squadra delle locuste ha anche il boia dalla sua parte, e pure l’esercito, il popolo che urla e acclama, l’ascia, la spada, la scure, il patibolo, le manette, il capestro. Insomma, loro hanno tutto.
Mala tempora currunt, sed peiora parantur.
di Elena Dorian
Fonte: www.altreinfo.org
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