Kusi Kumani: le grandi conquiste sociali degli afro-britannici. Giorgio Lunardi - www.altreinfo.org

Kusi Kumani: le grandi conquiste sociali degli afro-britannici. Giorgio Lunardi

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Kusi Kumani, una bella ragazza di 29 anni, mentre faceva la spesa in un Grande Magazzino di Londra, nota un bel reggiseno scuro che faceva proprio al caso suo. Lo guarda, lo prova e decide di comprarlo. Ma purtroppo, al momento dell’acquisto, nota un dettaglio sconvolgente che la traumatizza e la scuote profondamente, forse in modo irreversibile, e che comunque cambierà per sempre la sua vita.

La sig.ra Kumani è afro-britannica (si può dire?) ed è molto scura di carnagione. Ci scusiamo con la sig.ra Kumani se abbiamo scritto qualcosa che non va sul colore della sua pelle. Un tempo avremmo detto che ha la pelle scura, quasi nera, ma oggi non sappiamo come dire che non è bianca (ops! anche questa è un’idiozia) e che comunque non è nera (mmm… potrebbero offendersi i neri neri).

Insomma, lasciamo perdere questi dettagli, meglio far vedere una sua foto.

Come possiamo notare, la sig.ra Kumani è una gran bella ragazza. Ma, possiamo dire che questa ragazza afro-britannica è bella? O forse questo sottintende che lei è bella, mentre le altre donne di colore sono brutte? Andiamo avanti coi nostri dubbi, sperando che non si offenda nessuno.

Che cos’è che ha sconvolto così tanto la sig.ra Kumani alla vista di questo reggiseno?

Il colore del reggiseno scuro che piaceva così tanto alla sig.ra Kumani era: “tobacco”. Questo le aveva già fatto storcere un po’ il naso. Perché associare al reggiseno scuro il colore di una pianta nociva per la salute, come il tabacco? E perché associare al reggiseno il colore di una pianta coltivata dagli schiavi neri, deportati dall’Africa e sfruttati nelle piantagioni? Presa da tutti questi dubbi esistenziali la sig.ra Kumani decide di proseguire con gli acquisti. Ma nota inorridita gli altri due reggiseni della collezione.

Che cos’hanno di così terribile gli altri due reggiseni della collezione? (se non vi siete ancora accorti vuol dire che non siete abbastanza allenati).

Il colore del più chiaro è “fudge”, nome di un noto dolce inglese. Il colore dell’altro reggiseno, quello un po’ più scuro, è “cinnamon”, vale a dire cannella.

La sig.ra Kumani è sconvolta. Il nome di un popolare (e buono) dolce inglese per il reggiseno chiaro, quello di una pianta aromatica salutare per quello intermedio, e quello di una pianta nociva per il reggiseno più scuro?

Oddio, questo è razzismo!!! 

Pensa ed esclama la sig.ra Kumani, di cui riportiamo un’altra foto per chiarire che ha la pelle scura.

Perché non chiamare il reggiseno più scuro col nome di un dolce, ad esempio cioccolato? O quello più chiaro col nome di una pianta nociva? Si chiede la bella ragazza afro-britannica che denuncia il fatto su Facebook, Twitter, Instagram, Whatsapp, ecc.

La denuncia della sig.ra Kumani non passa inosservata e viene ripresa da tutta la stampa anglo-regime, inorridisce i giornalisti, i presentatori, gli intervistatori, la gente comune, i guidatori di autobus, i ciclisti, i panettieri.

Ecco alcune delle sue terribili dichiarazioni:

“L’ho visto circa due settimane dopo la morte di George Floyd ed è stato particolarmente crudo da vedere in quel momento”.
“Un esempio di come il pregiudizio sia radicato nella società e aiuti solo ad alimentare il razzismo”.
“Se una ragazza che è già a disagio con il colore della propria pelle [lo vede] si sentirà ancora più alienata”, ha spiegato. “Vedere che il ‘tabacco’ descrive il colore della loro pelle le farà sentire indesiderate dalla società.
“Nella società ci si riferisce al tabacco come cattivo, malsano e altamente propenso a uccidere, il fumo uccide“.

Dopo queste terribili dichiarazioni di Kusi (possiamo prenderci la libertà di chiamarla Kusi? Lo faremmo anche se fosse bianca, sia chiaro) tutti guardano al produttore dei reggiseni, Marks & Spencer, per chiedere spiegazioni.

Qualche giorno dopo si riunisce in gran segreto lo staff direttivo della società. Cercano il responsabile interno che ha combinato questo pasticcio etno-razziale. Lo trovano. Lo chiamano a deporre. Il responsabile si giustifica così:

“Signori, se avessi chiamato il reggiseno bianco “color cotone”, avrei offeso gli schiavi neri che hanno lavorato proprio nei campi di cotone. Se avessi chiamato il reggiseno color scuro “muschio irlandese”, sarebbe stato terribile per i neri. Essere paragonati a un muschio, per giunta di un luogo abitato da bianchi!!! Potevo chiamarlo col nome di una corteccia scura, ad esempio “corteccia di pino mugo”, ma in questo caso sarei stato ancora più offensivo”. “Perdonatemi, c’ho pensato per settimane, ma questa mi sembrava la soluzione migliore, il tabacco è molto amato dagli inglesi, solo ora capisco di aver sbagliato”.

Naturalmente, i contenuti di questa conversazione sono stati secretati dalla società. Li diffondiamo in esclusiva.

Qualche giorno dopo l’incontro dell’alta direzione, la Marks & Spencer si scusa con la sig.ra Kumani e promette che in futuro avrebbe fatto più attenzione (anche se non sanno ancora come).

“In questo contesto, stiamo rivedendo le nostre gamme, supportate dalla nostra rete Bame, per assicurarci di avere articoli di lingerie che siano lusinghieri e adatti a tutti i clienti. Tutti i nomi dei colori dei nostri prodotti sono stati presi da una tavolozza di colori di design utilizzata in tutto il settore, ma siamo d’accordo con Kusi.

“Stiamo cambiando il nome del colore del reggiseno e stiamo scrivendo a Kusi per confermarlo, e farle sapere che ci dispiace non esserci mossi più velocemente.”

Questa è una grande vittoria dell’antirazzismo, tutti gli africani e gli afro-ecc. possono essere felici di questa vittoria che li colloca in una situazione di piena e totale uguaglianza rispetto ai bianchi, ai gialli, ai meno bianchi, ai quasi gialli, ai quasi neri, agli olivastri, ai neri per caso, ai bianchi cadaverici, ai visi pallidi e ai pellerossa.

Una grande vittoria della democrazia e dell’antirazzismo.

 

di Giorgio Lunardi

Fonte:

www.altreinfo.org

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