Nel 2014 la casa d’aste Christie’s vendeva all’asta la medaglia d’oro che il professor James Dewey Watson aveva ricevuto quando fu insignito nel 1962 del premio Nobel, insieme a Francis Crick e Maurice Wilkins, per la storica scoperta della struttura elicoidale del DNA e del suo significato nel meccanismo di trasferimento dell’informazione negli organismi viventi.
Una scoperta straordinaria che diede al prof. Watson notorietà in tutto il mondo, facendolo diventare una delle persone più ricercate nell’ambio della consulenza scientifica e come conferenziere. La notizia è stata riportata con grande enfasi da tutta la stampa inglese.
Le incaute dichiarazioni di Watson sul Q.I. degli africani
“Cos’era accaduto? Perché il prof. Watson è stato costretto a vendere la medaglia d’oro ricevuta cinquant’anni prima?
I motivi erano meramente economici: il prof. Watson non aveva più una cattedra, non veniva più invitato a tenere conferenze, non gli pubblicavano più i suoi lavori di ricerca, era stato estromesso da tutti gli incarichi ufficiali in ambito scientifico. In poche parole, non aveva di che vivere. Chissà cos’aveva combinato questo geniale ricercatore per essersi ridotto in queste condizioni.
Nulla di così grave. Il motivo di tanto astio e inimicizia era riconducibile ad una sua incauta dichiarazione, rilasciata al “Sunday Times” nel 2007, che riportiamo in seguito:
“Sono preoccupato e triste sulle prospettive dell’Africa” perché “tutte le nostre politiche sociali si basano sul fatto che la loro intelligenza sia uguale alla nostra, ma i test sul quoziente intellettivo non confermano questo dato”.
“I neri risultano essere meno intelligenti dei bianchi. Non c’è alcun valido motivo per ritenere che le capacità intellettive dei popoli, divisi e lontani geograficamente gli uni dagli altri, si siano sviluppate in maniera identica. Il nostro desiderio di attribuire uguali capacità logiche e razionali a tutti i popoli della terra, come una sorta di patrimonio universale dell’umanità non è sufficiente perché questo sia vero”.
Una simile affermazione non era tollerabile secondo la visione politica e sociologica dominante all’inizio del ventunesimo secolo, ed oggi lo sarebbe ancor di meno. E così il prof. Watson fu completamente emarginato ed escluso dal mondo accademico e scientifico, nonostante la portata storica delle sue scoperte e il suo grande apporto allo sviluppo della scienza.
Nel 2014, egli dichiarava al Financial Times:
“Per il mondo accademico, dal 2007 in poi, sono diventato un non-uomo”.
Gli avevano revocato tutti gli inviti e tutti gli incarichi. Da quel giorno in poi il prof Watson non è più esistito.
Ci chiediamo allora, su quali basi fece una simile dichiarazione. Quali erano gli studi sul quoziente di intelligenza cui faceva riferimento e ai quali attribuiva grande autorevolezza e credibilità, tanto da spingerlo a sbilanciarsi in quel modo. Lui era in buona fede e non pensava che le sue affermazioni potessero essere osteggiate o confutate, ma soprattutto, non pensava che potessero costringerlo a vivere nel più umiliante degli anonimati.
Gli studi riguardanti il quoziente intellettivo condotti da Philippe Rushton
La prima grande ricerca sul quoziente intellettivo è stata effettuata da Philippe Rushton ed è sfociata nella pubblicazione “Race Evolution and Behavior”, risalente al 1998, vero caposaldo di tutti i lavori inerenti gli studi sulla razza e sulla variabilità del quoziente di intelligenza dei popoli. Philippe Rushton (3.12.1943 – 2.10.2012), psicologo canadese, docente presso la University of Western Ontario, ha elaborato un modello di analisi a tre vie, in cui suddivide la specie umana in tre razze fondamentali: razza bianca, razza nera e razza orientale.
Dai suoi studi emergono differenze evolutive che hanno portato i popoli emigrati dall’Africa, circa 200mila anni fa secondo la teoria ufficiale, a sviluppare maggiormente l’intelligenza, soprattutto per far fronte ad un ambiente ostile che imponeva strategie di sopravvivenza più sofisticate. Secondo i suoi studi, la razza più intelligente è quella orientale (Cina, Giappone, Corea, ecc), quella meno intelligente è la razza nera (Africa sub-sahariana), mentre invece la razza bianca si colloca in una fascia intermedia.
Gli studi sul Q.I. condotti da Lynn e Vanhanen
Gli studi più autorevoli riguardanti il quoziente di intelligenza e la conseguente mappatura a livello mondiale del Q.I. sono quelli condotti da Richard Lynn e Tatu Vanhanen “IQ and the Wealth of Nations” del 2002 e “IQ and Global Inequality” del 2006. Il lavoro di Lynn e Vanhanen venne in seguito aggiornato nel 2012, con i dati contenuti nel lavoro “Intelligence: A Unifying Construct for the Social Sciences”.
Questi ultimi studi hanno confermato i risultati delle precedenti ricerche, con poche varianti. La variante più significativa, tuttavia, è quella che riguarda proprio l’Italia. Infatti, gli studi pubblicati nel 2006 assegnavano agli italiani un QI medio di 102 e collocavano il nostro paese al settimo posto, dopo Hong Kong, Singapore, Corea, Giappone, Cina e Taiwan.
Il lavoro pubblicato nel 2012 retrocede l’Italia al trentunesimo posto della graduatoria mondiale con un QI pari a 96,1, inferiore a quello della maggior parte dei paesi europei, soprattutto quelli del nord, guidati da Finlandia, Norvegia e Olanda. I risultati aggiornati sono disponibili in questo post, subito dopo la mappa riguardante la distribuzione del quoziente di intelligenza in base al paese di provenienza.
Gli studi sul Q.I. condotti da Helmuth Nyborg
Le polemiche su questi argomenti si sono moltiplicate con la pubblicazione nel 2011 del saggio “The decay of Western civilization: double relaxed darwinian selection” del professore Helmuth Sorensen Nyborg della Aarhus University (Danimarca) nel quale si analizza l’effetto congiunto della bassa natalità degli europei con l’alta natalità degli immigrati con quoziente intellettivo medio molto più basso, esprimendo timori per l’abbassamento del quoziente medio di intelligenza in Europa.
Anche lo scienziato danese accusava i suoi colleghi di essere terrorizzati dal dire la verità sul quoziente di intelligenza e sulla sua variabilità in base alla razza o all’origine etnica delle persone. Ed avevano buoni motivi, vista la fine che il sistema aveva fatto fare al prof. Watson.
La mappa mondiale del quoziente di intelligenza
Esistono siti on line in cui si propongono test di intelligenza. Uno dei più noti è rintracciabile al seguente link:
Questo sito propone un test basato su associazioni tra figure e logica. Il tipo di intelligenza che valutano è quindi soltanto l’intelligenza logico-matematica. Il test è aperto a tutti, non è necessario conoscere la lingua inglese, non è necessario lasciare nome e cognome. Volendo, a fine test si possono ottenere i risultati inserendo il proprio profilo Facebook. Non c’è limite di tempo per rispondere alle varie domande.
Nello stesso sito è disponibile la mappa del quoziente di intelligenza paese per paese sulla base degli studi fatti da Richard Lynn e Tatu Vanhanen e pubblicati nel “IQ and Global Inequality” del 2006.
Attenzione però, per quanto riguarda l’Italia, gli studi pubblicati sempre da Lynn e Vanhanen nel 2012, nel volume “Intelligence: A Unifying Construct for the Social Sciences”, hanno rettificato il q.i. degli italiani e quindi anche la posizione dell’Italia va rettificata, come detto in precedenza, il quoziente intellettivo medio dell’Italia non è 102, bensì 96,1.
E’ importante specificare che la mappa pubblicata dal sito https://iq-research.info/en non è affatto collegata ai risultati che si ottengono facendo i test sul sito, ma sono quelli pubblicati negli studi di Lynn e Vanhanen, fatti con criteri molto diversi, in quanto i suddetti autori non hanno valutato soltanto l’intelligenza logico-matematica.
In questo post, subito dopo la terribile e impietosa mappa (verso i paesi africani) è disponibile la tabella con i risultati del q.i. ottenuti nei singoli paesi. Osservate i deludenti risultati dei paesi africani. Questo è il motivo che spinse il prof. Watson a preoccuparsi per le popolazioni africane e Helmun Nyborg per quelle europee.
A seguire la tabella con i quozienti di intelligenza nei vari paesi.
Quoziente di Intelligenza (QI) medio nelle principali nazioni del mondo nel 2006 e nelle nuove analisi pubblicate nel 2012:
Posizione | Paese | Q.I.
2006 |
Q.I.
2012 |
1 | Hong Kong | 108 | 105,7 |
1 | Singapore | 108 | 107,1 |
2 | South Korea | 106 | 104,6 |
3 | Japan | 105 | 104,2 |
3 | China | 105 | 105,8 |
4 | Taiwan | 104 | 104,6 |
5 | Italy | 102 | 96,1 |
6 | Iceland | 101 | 98,6 |
6 | Mongolia | 101 | 100 |
6 | Switzerland | 101 | 100,2 |
7 | Austria | 100 | 99 |
7 | Luxembourg | 100 | 95 |
7 | Netherlands | 100 | 100,4 |
7 | Norway | 100 | 97,2 |
7 | United Kingdom | 100 | 99,1 |
8 | Belgium | 99 | 99,3 |
8 | Canada | 99 | 100,4 |
8 | Estonia | 99 | 99,7 |
8 | Finland | 99 | 100,9 |
8 | Germany | 99 | 98,8 |
8 | Poland | 99 | 96,1 |
8 | Sweden | 99 | 98,6 |
9 | Andorra | 98 | 97 |
9 | Australia | 98 | 99,2 |
9 | Czech Republic | 98 | 98,9 |
9 | Denmark | 98 | 97,2 |
9 | France | 98 | 98,1 |
9 | Hungary | 98 | 98,1 |
9 | Latvia | 98 | 95,9 |
9 | Spain | 98 | 96,6 |
9 | United States | 98 | 97,5 |
10 | Belarus | 97 | 95 |
10 | Malta | 97 | 95,3 |
10 | Russia | 97 | 96,6 |
10 | Ukraine | 97 | 94,3 |
11 | Moldova | 96 | 92 |
11 | Slovakia | 96 | 98 |
11 | Slovenia | 96 | 97,6 |
11 | Uruguay | 96 | 90,6 |
12 | Israel | 95 | 94,6 |
12 | Portugal | 95 | 94,4 |
13 | Armenia | 94 | 93,2 |
13 | Georgia | 94 | 86,7 |
13 | Kazakhstan | 94 | 85 |
13 | Romania | 94 | 91 |
13 | Vietnam | 94 | 94 |
14 | Argentina | 93 | 92,8 |
14 | Bulgaria | 93 | 93,3 |
15 | Greece | 92 | 93,2 |
15 | Ireland | 92 | 94,9 |
15 | Malaysia | 92 | 91,7 |
16 | Brunei | 91 | 89 |
16 | Cambodia | 91 | 92 |
16 | Cyprus | 91 | 91,8 |
16 | Macedonia | 91 | 90,5 |
16 | Lithuania | 91 | 94,3 |
16 | Sierra Leone | 91 | 64 |
16 | Thailand | 91 | 89,9 |
17 | Albania | 90 | 82 |
17 | Bosnia and Herzegovina | 90 | 83,2 |
17 | Chile | 90 | 89,8 |
17 | Croatia | 90 | 97,8 |
17 | Kyrgyzstan | 90 | 74,8 |
17 | Turkey | 90 | 89,4 |
18 | Costa Rica | 89 | 86 |
18 | Laos | 89 | 89 |
18 | Mauritius | 89 | 88 |
18 | Serbia | 89 | 90,3 |
18 | Suriname | 89 | 89 |
19 | Ecuador | 88 | 88 |
19 | Mexico | 88 | 87,8 |
19 | Samoa | 88 | 88 |
20 | Azerbaijan | 87 | 84,9 |
20 | Bolivia | 87 | 87 |
20 | Guyana | 87 | 81 |
20 | Indonesia | 87 | 85,8 |
20 | Iraq | 87 | 87 |
20 | Myanmar | 87 | 85 |
20 | Tajikistan | 87 | 80 |
20 | Turkmenistan | 87 | 80 |
20 | Uzbekistan | 87 | 80 |
21 | Kuwait | 86 | 85,6 |
21 | Philippines | 86 | 86,1 |
21 | Seychelles | 86 | 84,4 |
21 | Tonga | 86 | 86 |
22 | Cuba | 85 | 85 |
22 | Eritrea | 85 | 75,5 |
22 | Fiji | 85 | 85 |
22 | Kiribati | 85 | 85 |
22 | Peru | 85 | 84,2 |
22 | Trinidad and Tobago | 85 | 86,4 |
22 | Yemen | 85 | 80,5 |
23 | Afghanistan | 84 | 75 |
23 | The Bahamas | 84 | 84 |
23 | Belize | 84 | 76,8 |
23 | Colombia | 84 | 83,1 |
23 | Iran | 84 | 85,6 |
23 | Jordan | 84 | 86,7 |
23 | Marshall Islands | 84 | 84 |
23 | Micronesia | 84 | 84 |
23 | Morocco | 84 | 83,4 |
23 | Nigeria | 84 | 71,2 |
23 | Pakistan | 84 | 84 |
23 | Panama | 84 | 80 |
23 | Paraguay | 84 | 84 |
23 | Saudi Arabia | 84 | 79,6 |
23 | Solomon Islands | 84 | 83 |
23 | Uganda | 84 | 71,7 |
23 | United Arab Emirates | 84 | 87,1 |
23 | Vanuatu | 84 | 84 |
23 | Venezuela | 84 | 83,5 |
24 | Algeria | 83 | 84,2 |
24 | Bahrain | 83 | 85,9 |
24 | Libya | 83 | 85 |
24 | Oman | 83 | 84,5 |
24 | Papua New Guinea | 83 | 83,4 |
24 | Syria | 83 | 82 |
24 | Tunisia | 83 | 85,4 |
25 | Bangladesh | 82 | 81 |
25 | Dominican Republic | 82 | 82 |
25 | India | 82 | 82,2 |
25 | Lebanon | 82 | 84,6 |
25 | Madagascar | 82 | 82 |
25 | Zimbabwe | 82 | 72,1 |
26 | Egypt | 81 | 82,7 |
26 | Honduras | 81 | 81 |
26 | Maldives | 81 | 81 |
26 | Nicaragua | 81 | 84 |
27 | Barbados | 80 | 80 |
27 | Bhutan | 80 | 78 |
27 | El Salvador | 80 | 78 |
27 | Kenya | 80 | 74,5 |
28 | Guatemala | 79 | 79 |
28 | Sri Lanka | 79 | 79 |
28 | Zambia | 79 | 74 |
29 | Democratic Republic of the Congo | 78 | 73 |
29 | Nepal | 78 | 78 |
29 | Qatar | 78 | 80,1 |
30 | Comoros | 77 | 77 |
30 | South Africa | 77 | 71,6 |
31 | Cape Verde | 76 | 76 |
31 | Congo | 76 | 68 |
31 | Mauritania | 76 | 74 |
31 | Senegal | 76 | 70,5 |
32 | Mali | 74 | 69,5 |
32 | Namibia | 74 | 70,4 |
33 | Ghana | 73 | 69,7 |
34 | Tanzania | 72 | 73 |
35 | Central African Republic | 71 | 64 |
35 | Jamaica | 71 | 71 |
35 | Saint Vincent and the Grenadines | 71 | 71 |
35 | Sudan | 71 | 77,5 |
36 | Antigua and Barbuda | 70 | 74 |
36 | Benin | 70 | 71 |
36 | Botswana | 70 | 76,9 |
36 | Rwanda | 70 | 76 |
36 | Togo | 70 | 70 |
37 | Burundi | 69 | 72 |
37 | Côte d’Ivoire | 69 | 71 |
37 | Ethiopia | 69 | 68,5 |
37 | Malawi | 69 | 60,1 |
37 | Niger | 69 | 70 |
38 | Angola | 68 | 71 |
38 | Burkina Faso | 68 | 70 |
38 | Chad | 68 | 66 |
38 | Djibouti | 68 | 75 |
38 | Somalia | 68 | 72 |
38 | Swaziland | 68 | 75,4 |
39 | Dominica | 67 | 67 |
39 | Guinea | 67 | 66,5 |
39 | Guinea-Bissau | 67 | 69 |
39 | Haiti | 67 | 67 |
39 | Lesotho | 67 | 66,5 |
39 | Liberia | 67 | 68 |
39 | Saint Kitts and Nevis | 67 | 74 |
39 | São Tomé and Príncipe | 67 | 67 |
40 | Gambia | 66 | 62 |
41 | Cameroon | 64 | 64 |
41 | Gabon | 64 | 69 |
41 | Mozambique | 64 | 69,5 |
42 | Saint Lucia | 62 | 62 |
43 | Equatorial Guinea | 59 | 69 |
di Alba Giusi
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