Vincoli famigliari, fertilità e durata della vita in base alla razza di appartenenza. Philippe Rushton - www.altreinfo.org

Vincoli famigliari, fertilità e durata della vita in base alla razza di appartenenza. Philippe Rushton

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Ricordiamo ai lettori che il presente articolo è basato sugli studi condotti da Philippe Rushton e pubblicati nel libro “Race, Evolution, and Behavior”. Nelle sue analisi, l’autore utilizza il cosiddetto “modello a tre vie” mettendo a confronto i dati relativi a tre razze: bianchi, neri e orientali. Pertanto, tutte le statistiche e le considerazioni che ne conseguono sono state effettuate dallo stesso autore sulla base della razza di appartenenza del soggetto, tenendo conto della suddetta classificazione.

Un proverbio africano dice che quando il bambino o la bambina è nel ventre materno, appartiene alla famiglia, ma dopo la sua nascita appartiene a tutto il villaggio.

Un proverbio africano dice che quando il bambino o la bambina è nel ventre materno, appartiene alla famiglia, ma dopo la sua nascita appartiene a tutto il villaggio.

Coesione famigliare e nascite fuori dal matrimonio

Le differenze razziali nella personalità e nel rispetto delle regole sono chiaramente individuabili nei tassi di divorzio e nelle nascite fuori dal matrimonio. Gli orientali ricorrono in misura minore al divorzio, hanno famiglie più stabili, vi sono meno nascite fuori dal matrimonio e meno abusi sui bambini sia rispetto ai bianchi che rispetto ai neri.

Negli Stati Uniti la stabilità famigliare dei neri è invece preoccupante ed è in costante peggioramento. Circa il 75% delle nascite da adolescenti neri è fuori dal matrimonio, contro il 25% delle nascite da adolescenti bianchi.

Famiglie di questo tipo sono tipiche in varie parti dell’Africa Nera, dove la donna capofamiglia è parte di un complesso modello sociale.

Di tale modello fanno parte la precoce attività sessuale, deboli legami affettivi tra coniugi, rapporti sessuali e procreazione di figli con molti partner. I figli, già in età adolescenziale, vengono incoraggiati ad allontanarsi da casa, anche per molti anni, per far sì che le loro madri rimangano sessualmente attraenti.

I maschi, allo stesso modo, competono di più per le femmine e i padri sono meno coinvolti nella crescita dei figli.

Statistiche riguardanti la natalità

Rispetto alle donne di altri paesi poveri, le donne africane interrompono presto l’allattamento dei loro figli. Ciò consente la ripresa dell’ovulazione, affinché possano concepire di nuovo. Ne consegue che il tasso di natalità dei neri è ben più elevato, sia rispetto ai bianchi che agli orientali. I bambini più grandi, gli anziani e il gruppo femminile dei parenti delle donne africane si prendono cura dei figli più piccoli, già a partire dal primo anno di vita.

Man mano che crescono, per i bisogni primari, i figli piccoli prendono sempre più come riferimento i fratelli più grandi. Nell’Africa nera e nelle zone nere dei Caraibi, così come nei ghetti sottoproletariati americani, i pre-adolescenti e gli adolescenti sono lasciati sostanzialmente liberi dalla supervisione adulta.

Statistiche riguardanti la mortalità

Anche i tassi di mortalità rientrato nel modello delle differenze razziali. I neri soffrono di più di alcune malattie ed hanno una mortalità maggiore ad ogni età. Gli orientali hanno in assoluto la più bassa mortalità e sopravvivono ai bianchi di due anni, mentre i bianchi sopravvivono ai neri per la stessa durata.

I bambini neri americani, nell’infanzia, hanno una probabilità di morte doppia rispetto a quella dei bianchi. Ciò non deriva soltanto dalle condizioni socio-economiche in cui vivono. Uno studio effettuato su laureati neri, con un buon accesso alle cure mediche, mostra che il loro tasso di mortalità è comunque due volte maggiore rispetto ai bianchi. Le differenze nel tasso di mortalità proseguono nell’età adulta.

Uno studio sulla marina statunitense ha messo in luce che tra i neri vi è un numero maggiore di morti accidentali e violente, a prescindere dalla causa. Un altro studio ha rivelato che tra i neri si ha il più alto tasso di mortalità negli incidenti stradali.

il 23,7% della popolazione giapponese ha più di 65 anni

Il 23,7% della popolazione giapponese ha più di 65 anni

Il modello riguardante la frequenza dei suicidi si inverte. I paesi dell’Asia Orientale hanno i tassi di suicidio più alti, intorno a 15 suicidi per 100,000 persone. I tassi europei sono intorno a 12 per 100,000, mentre per quelli africani e caraibici sono di 4 per 100,000 e sono in assoluto i più bassi.

Tasso di crescita della popolazione nera

Il tasso di natalità più elevato compensa la minore durata della vita dei neri. Negli ultimi decenni, la crescita della popolazione africana è diventata preoccupante. E’ del 3.2% all’anno ed è il più alto al mondo. I tassi di crescita dell’Asia Meridionale e dell’America Latina, scesi al 2.1% ed al 2.5% hanno ridotto l’aumento della popolazione dal 1960. Negli USA, le donne mediamente hanno 14 discendenti compresi figli, nipoti e pronipoti. Una donna africana ne ha in media 258.

Nel 1950 il continente africano rappresentava il 9% della popolazione mondiale. Nonostante l’AIDS, le guerre, le malattie, la siccità, la carestia e le migrazioni, l’Africa è cresciuta così tanto da rappresentare oggi il 18,00% della popolazione mondiale con 1,23 miliardi di persone (dati 2017) su 7 miliardi.

 

di Alba Giusi

Fonte: Race, Evolution, and Behavior, di Philippe Rushton

N.B. E’ importante ricordare a tutti i visitatori del sito che le teorie trattate in questo articolo sono frutto di analisi e ricerche condotte da studiosi di primo piano, durate molti anni, basate su constatazioni scientifiche. Non si tratta quindi di teorie elaborate con intenti razzisti. Altreinfo.org le riporta non in quanto le condivide o le sostiene, ma soltanto per dar seguito alla politica del sito, basata sulla libera informazione. Saranno i lettori a decidere se queste teorie, non sostenute dal mainstream, sono credibili o attendibili o a trarre spunti per ulteriori approfondimenti.

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