La Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito che le immagini di Gesù e Maria possono essere utilizzate per fini pubblicitari. Il problema è sorto in seguito ad una multa di 580 euro comminata dalla Lituania ad un’azienda che aveva affisso manifesti pubblicitari in cui veniva raffigurato Gesù, disteso a torso nudo e tatuato, con accanto la Vergine Maria, tatuata e vestita alla moda.
La pubblicità era stata rimossa in seguito alle proteste di numerosi cittadini che si sentivano offesi dalle immagini blasfeme.
L’azienda di abbigliamento Robert Kalinkin ha quindi fatto ricorso contro la sentenza percorrendo senza successo tutti i gradi di giudizio in Lituania e rivolgendosi in seguito alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La quarta sezione della Corte, presieduta dalla giudice ucraina Ganna Yudkivska, ha ritenuto all’unanimità che anche alla pubblicità si debba applicare il principio della libertà di espressione e ha condannato la Lituania a rimborsare alla ditta Robert Kalinkin la multa in precedenza comminata. Ha inoltre stabilito il diritto a ricevere dal Governo Lituano un indennizzo per i danni pecuniari subiti in seguito alla rimozione della pubblicità.
Il diritto alla libertà di espressione prevale sempre?
In sostanza, la Corte dei Diritti dell’Uomo ha riconosciuto il diritto di utilizzare le immagini di Gesù e Maria in ogni contesto pubblicitario, negando ai fedeli il diritto a non vedere oltraggiati i propri simboli religiosi. Dunque, possiamo aspettarci pubblicità pornografica con le immagini di Gesù e Maria, visto che non è stato sancito alcun limite alla libertà di espressione.
Secondo la Corte di Starsburgo, la libertà di espressione e i diritti commerciali prevalgono sui diritti dei fedeli.
Alla luce della sentenza della Corte di Strasburgo, presumiamo sia possibile utilizzare anche l’immagine di Anna Frank per una pubblicità di penne a sfera oppure avvalersi della dicitura “Arbeit macht frei”, in abbinamento all’immagine di Auschwitz, per pubblicizzare disinfettanti e topicidi o un funerale low-cost compreso di cremazione e urna cineraria. Si apre la strada anche a dei set cinematografici in cui si possono girare porno film tra sodati tedeschi ed ebree recluse nei campi di concentramento. Cattivo gusto? Si, certo, molto cattivo gusto, ma legale e possibile.
La Corte di Strasburgo dovrebbe fare chiarezza. Tutti i simboli possono essere oltraggiati? Ma proprio tutti?
Presumiamo di si, visto che a 2,5 miliardi di cristiani viene negato il diritto al rispetto dei propri simboli religiosi. Ma non ne siamo proprio sicuri…
Bisognerebbe leggere Voltaire…
A tal proposito ricordiamo una frase di Voltaire.
“Per capire chi vi comanda basta scoprire chi non vi è permesso criticare”
Se avessero conosciuto questa frase, quei tifosi della Lazio che hanno distribuito adesivi di Anna Frank con indosso la maglietta della Roma, avrebbero risparmiato una multa di 50 mila euro alla Società Sportiva Lazio ed evitato di subire essi stessi una denuncia penale alla Procura della Repubblica di Roma, con annessi e connessi.
La prossima volta ci penseranno dieci volte, prima di oltraggiare i simboli del dio della Shoah.
Per quanto riguarda la nostra libertà di espressione, attediamo lumi dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
di Giorgio Lunardi
Fonte: www.altreinfo.org
PS: la sentenza della Corte di Strasburgo è disponibile in formato integrale e in lingua inglese presso questo sito:
https://www.altalex.com/documents
***
***