Il presente articolo è basato sugli studi condotti da Philippe Rushton e pubblicati nel libro “Race, Evolution, and Behavior“. L’autore dello studio utilizza il cosiddetto “modello a tre vie” mettendo a confronto i dati relativi a tre razze: bianchi, neri e orientali. Pertanto, tutte le considerazioni che seguono sono state effettuate sulla base della suddetta classificazione.
E’ bene precisare che i valori riportati sono sempre riferibili alla media il che non esclude che ci siano scostamenti anche notevoli all’interno del gruppo. A titolo di esempio, se il quoziente intellettivo medio dei bianchi è pari a 100, ciò non significa che all’interno del gruppo dei bianchi non ci siano soggetti il cui quoziente intellettivo è pari a 130 e altri il cui quoziente è pari a 70. La stessa considerazione vale per tutte le altre caratteristiche rilevate, anche caratteriali. Ad esempio, quando si afferma che i neri hanno una maggiore considerazione di sé, ciò non significa che all’interno del gruppo dei neri non ci siano soggetti che hanno un basso livello di autostima. Significa che mediamente i neri hanno una maggior considerazione di sé rispetto agli altri gruppi razziali.
Su questo argomento abbiamo pubblicato i seguenti articoli:
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Differenze ormonali tra le varie razze
Tutti gli studi effettuati confermano che mediamente il livello di testosterone dei neri è tra il 3% e il 20% più alto rispetto a quello dei bianchi e degli orientali. Il testosterone produce effetti molto importanti sull’attività sessuale dell’uomo e sullo sviluppo della personalità, quali ad esempio il concetto di sé, l’iperattività, l’aggressività, l’altruismo, la socializzazione, la capacità di rispettare le regole e la propensione al crimine.
Il testosterone determina anche alcune importanti caratteristiche fisiche, quali lo sviluppo della massa muscolare, la sporgenza dei muscoli, il che comporta un fisico più scolpito ed elegante, la profondità della voce. Lo sviluppo della massa muscolare avvantaggia i neri in alcuni sport, quali ad esempio la corsa.

100 metri: finale dei campionati mondiali di atletica 2017
Il livello di testosterone determina anche una struttura ossea più densa, molto utile per certi sport, ma non per altri. Quest’ultima caratteristica, unita ad una percentuale di massa muscolare più elevata, rende i neri meno competitivi nel nuoto e in tutti gli sport che si svolgono in acqua, quale ad esempio la pallanuoto.

Finale campionati mondiali di nuoto. I nuotatori neri non sono competitivi.
Anche nelle donne nere il livello ormonale è più alto rispetto a quello delle donne bianche che a loro volta presentano un livello ormonale più alto rispetto alle orientali. Ciò determina una maggiore propensione verso l’attività sessuale, in linea con quella che caratterizza i maschi neri, rendendole pienamente compatibili con i maschi del loro gruppo razziale.
Il livello ormonale più elevato spiega anche il motivo per cui le donne nere soffrono maggiormente di sindrome premestruale (PMS), mentre le donne orientali ne soffrono in misura molto più contenuta.
Comportamento sessuale
I neri diventano sessualmente attivi ad un’età più precoce rispetto ai bianchi, sia gli uomini che le donne. I bianchi, a loro volta, sono sessualmente attivi ancor prima degli orientali. Gli studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dimostrano come il modello razziale a 3 vie sia valido in ogni parte del mondo. Studi condotti in paesi diversi, quali la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, portano sempre alle stesse conclusioni.
Secondo uno studio condotto a Los Angeles l’età del primo rapporto sessuale negli studenti di scuola superiore è di 16.4 anni per gli orientali, di 14.4 per i neri, mentre si colloca in un’età intermedia per i bianchi. La percentuale di studenti sessualmente attivi era del 32% per gli orientali e dell’81% per i neri. I bianchi, di nuovo, si trovano in una posizione compresa tra questi due valori. Secondo uno studio canadese, gli orientali sono più moderati rispetto al sesso, persino nelle fantasie sessuali e nella masturbazione.
Secondo alcune ricerche condotte in Canada, gli orientali nati in quel paese presentano una sessualità molto simile a quella degli altri orientali di recente immigrazione.
Ciò indica una correlazione con fattori genetici, piuttosto che ambientali.
In qualsiasi parte del mondo si conducano le ricerche, l’attività sessuale delle coppie sposate segue lo stesso modello a 3 vie. Le coppie nere dichiarano ovunque un maggior numero di rapporti settimanali, superiore a quello dei bianchi che a sua volta risulta essere superiore a quello degli orientali.
Le differenze razziali si ritrovano anche nel grado di permissivismo sessuale, nella quantità di tempo dedicata al sesso, nel modo in cui si pensa al sesso e addirittura nei sensi di colpa collegati al sesso. Da un recente studio condotto su tre generazioni di americani, discendenti da giapponesi, e su studenti giapponesi che vivono in Giappone, risulta che i giapponesi sono meno interessati al sesso rispetto agli studenti europei loro coetanei. Inoltre, ogni generazione di americani di discendenza giapponese presenta più senso di colpa collegato al sesso rispetto ai bianchi americani della stessa età.
In un altro studio, gli uomini e le donne britanniche risultano avere il triplo delle fantasie sessuali rispetto agli uomini e alle donne giapponesi. Gli orientali sono anche i più numerosi nell’affermare che il sesso ha un effetto debilitante. I neri dichiarano invece di avere più rapporti occasionali e di sentirsene meno preoccupati di quanto non abbiano affermato i bianchi.
Potere riproduttivo
I tassi di ovulazione differiscono nelle razze, così come la frequenza dei parti gemellari. Le donne nere tendono ad avere cicli più corti rispetto alle donne bianche. Spesso le donne nere producono due ovuli in un singolo ciclo. Questo le rende più fertili.
Il tasso di concepimento di due gemelli omozigoti è inferiore a 4 per 1.000 nascite per gli orientali. Aumentano ad 8 per i bianchi, ma per i neri è di 16 o addirittura superiore. I parti trigemellari o quadrigemellari sono molto rari in tutti i gruppi, ma mostrano lo stesso ordine a tre vie. I neri hanno più probabilità di avere parti di questo genere, seguono i bianchi, e infine gli orientali.
Anatomia e dimensione degli organi sessuali
Tra l’ottavo e il sedicesimo secolo, esistono molte testimonianze scritte tramandate dagli arabi in cui i neri africani, sia gli uomini che le donne, vengono descritti come dotati di grandi organi genitali e di una grande potenza sessuale. Le misurazioni effettuate in epoca moderna confermano quanto già osservato dagli arabi.
I neri sono dotati di organi sessuali di dimensioni più grandi rispetto alle altre razze.
Le tre razze differiscono anche nella posizione dei genitali femminili. Nelle donne orientali la posizione è più alta, nelle nere più bassa e nelle bianche è intermedia. Per quanto riguarda l’angolo di erezione del pene, negli orientali questo risulta essere parallelo al corpo, nei neri è perpendicolare e nei bianchi assume una posizione intermedia.
I dati raccolti e pubblicati in uno studio di Rushton e Botaert, risalente al 1988, evidenziano le seguenti dimensioni del pene in erezione (in cm).
Misure | Neri | Bianchi | Orientali |
Lunghezza | 15,9-20,3 | 14-15,3 | 10-14 |
Diametro | 4,5-5,1 | 3,3-4,1 | 3-3,2 |
Gli organi genitali delle donne evidenziavano proporzioni compatibili con quelle degli organi genitali degli uomini appartenenti della propria razza. Nelle donne si rilevano anche caratteri sessuali secondari più grandi rispetto alle altre razze quali ad esempio dimensioni delle natiche e dei seni.
Sono state misurate anche le dimensioni dei testicoli tra le razze (orientali = 9 grammi, europei = 21 grammi). Questo non è dovuto solo al fatto che gli europei hanno una dimensione leggermente più grande del corpo. La differenza è troppo grande. Un articolo del 1989 pubblicato in “Nature”, la più importante rivista scientifica britannica, sosteneva che la differenza nella dimensione dei testicoli potrebbe indicare che i bianchi producono al giorno due volte lo sperma degli orientali. Allo stato attuale non sono disponibili informazioni sulla dimensione relativa ai neri.
Malattie sessuali, AIDS e HIV
Le differenze razziali collegate ad un modo diverso di intendere il sesso, alla frequenza dei rapporti e ad una vita sessuale precoce e più intensa, hanno effetti sui tassi di malattie sessualmente trasmissibili. L’Organizzazione Mondiale della Sanità monitora molte malattie sessuali, tra cui la sifilide, la gonorrea, l’herpes e la clamidia. I dati indicano bassi livelli in Cina e Giappone e alti livelli in Africa. I paesi europei presentano tassi intermedi.
Il modello razziale per queste malattie è uguale anche negli Stati Uniti. Nel 1997 il tasso di sifilide fra i neri era 24 volte il tasso dei bianchi. Il tasso di sifilide a livello nazionale per i neri era di 22 casi ogni 100.000 persone. Nello stesso periodo era 0,5 casi per 100.000 per i bianchi, e ancora più basso per gli orientali.
Le differenze razziali si evidenziano anche nella diffusione dell’AIDS. Il continente africano è il più esposto, ma l’AIDS è molto diffusa anche tra i neri degli Stati Uniti, anche se vivono in condizioni socio-ambientali simili a quelle dei bianchi. I paesi europei hanno tassi di infezione intermedi, mentre gli orientali sono molto meno esposti.

Incidenza AIDS nel mondo
Negli Stati Uniti, l’AIDS è la seconda causa di morte fra i giovani (gli incidenti stradali e altri incidenti vengono prima).
Nell’Africa Sub-sahariana, l’AIDS è la prima causa di morte fra le persone di ogni età.
Il tasso di infezione da HIV è molto elevato anche nei Caraibi popolati da neri. Il 33% dei casi di AIDS riguarda le donne. L’elevata percentuale tra le donne dimostra che la diffusione tende ad essere causata da rapporti eterosessuali e non omosessuali, come invece avviene tra gli orientali. L’alto tasso di HIV dei Caraibi si estende dalle Bermuda alla Guyana, e il più alto in assoluto è ad Haiti, con un tasso vicino al 6%. Questa è la zona più infetta al di fuori dell’Africa nera.
Attualmente 8 africani su 100 sono infettati con il virus dell’AIDS e l’epidemia è considerata fuori controllo. In alcune zone il tasso di AIDS raggiunge il 70%. In Sud Africa, un adulto su 10 ha il virus dell’HIV.
I dati pubblicati dal US Centers for Disease Control and Prevention mostrano che gli afro-americani hanno tassi di HIV simili agli abitanti neri dei Caraibi e dell’Africa nera. Il 3% degli uomini neri e l’1% delle donne nere negli Stati Uniti sono affetti da HIV. Il tasso per gli americani bianchi è inferiore allo 0,1%, mentre il tasso per gli americani di origine orientale è inferiore allo 0,05%. Anche i tassi di Europa e Pacifico sono bassi.
Naturalmente l’AIDS è un grave problema di salute pubblica per tutti i gruppi razziali, ma è particolarmente preoccupante per gli africani e le persone di discendenza africana.
di Alba Giusi
Fonte: Race, Evolution, and Behavior, di Philippe Rushton
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