Possiamo saggiarne l’ennesimo esempio con l’aggiornamento gratuito a Windows 10. È durato un anno. Era difficile non accettare l’invito. Bisognava intraprendere determinati passi per evitare l’aggiornamento. Qui ho spiegato come evitare l’installazione automatica.
Windows 10 risucchia i nostri dati nel proprio database. L’accordo di Windows 10 è chiaro:
Infine accederemo, divulgheremo e conserveremo i dati personali, compresi i vostri contenuti (come ad esempio il contenuto dei messaggi di posta elettronica, altre comunicazioni private, o file in cartelle private), quando in buona fede riterremo che sarà necessario per:
- rispettare il diritto di rispondere ad azioni legali valide, anche da forze dell’ordine o altri enti governativi;
- proteggere i nostri clienti, per esempio per evitare spam o tentativi di frode a danno degli utenti dei servizi, o per aiutare a prevenire la perdita di vite umane o il ferimento grave di chiunque;
- operare e mantenere la sicurezza dei nostri servizi, anche per prevenire o fermare un attacco ai nostri sistemi informatici o reti;
- proteggere i diritti o la proprietà di Microsoft, tra cui far rispettare i termini che regolano l’utilizzo dei servizi — tuttavia, se riceviamo informazioni che indicano che qualcuno sta usando i nostri servizi per derubare proprietà intellettuale o fisica di Microsoft, non ispezioneremo noi stessi i contenuti privati del cliente, ma sottoporremo la questione alle forze dell’ordine.
A nessuno importa. Come lo so? Poiché questa informazione è stata pubblica per un anno. È apparsa sul Web alla fine di luglio 2015.
Ho fatto una ricerca su Google su questo passaggio in particolare:
“Infine accederemo, divulgheremo e conserveremo i dati personali, compresi i vostri contenuti (come ad esempio il contenuto dei messaggi di posta elettronica”
Ho trovato parecchi risultati.
Mi vengono in mente le parole di Paolo al re Agrippa: “Il re è al corrente di queste cose e davanti a lui parlo con franchezza. Penso che niente di questo gli sia sconosciuto, poiché non sono fatti accaduti in segreto.” (Atti 26:26).
La popolazione non se ne preoccupa.
Potete (e dovreste) installare Windows 10 con il livello massimo di privacy. Ci sono un sacco di articoli su questo tema. Sono stati disponibili per un anno. Questo è uno davvero buono: cliccate qui.
Questo passaggio, invece, è tratto dall’Electronic Freedom Foundation.
Il problema con Windows 10 non si esaurisce con la costrizione degli utenti a scaricare il sistema operativo. Windows 10 invia di default una quantità senza precedenti di dati a Microsoft, e l’azienda sostiene che la maggior parte di questi serva a “personalizzare” il software attraverso l’elaborazione da parte dell’assistente del sistema operativo chiamata Cortana. Ecco un elenco non esaustivo di dati inviati: dati relativi all’ubicazione, immissione di testo, input vocale, input tattile, pagine web visitate, e dati di telemetria per quanto riguarda l’uso generale del computer, inclusi i programmi che si eseguono e per quanto tempo.
Pur comprendendo che molti utenti trovano utili caratteristiche come Cortana, e che tali caratteristiche sarebbero difficili (anche se non necessariamente impossibili) da implementare senza l’invio di dati al cloud, resta il fatto che molti utenti avrebbero preferito rinunciare a queste caratteristiche salvaguardando così la loro privacy.
E mentre gli utenti possono scegliere alcune di queste impostazioni, non è una garanzia che il computer smetterà d’inviare dati ai server di Microsoft. Un problema importante sono i dati di telemetria che riceve la società. Mentre Microsoft insiste che aggrega e anonimizza questi dati, non ha spiegato nel dettaglio questa pratica. Microsoft, inoltre, non dirà per quanto tempo conserverà questi dati, fornendo invece tempi solo generali. Peggio ancora, a meno che non siate un utente aziendale, non importa cosa, dovete condividere alcuni di questi dati di telemetria con Microsoft e non c’è modo di rifiutarsi.
Microsoft ha cercato di spiegare questa mancanza di scelta dicendo che Windows Update non funzionerà correttamente su copie del sistema operativo con la segnalazione della telemetria impostata al livello più basso. In altre parole, Microsoft sostiene che dando agli utenti ordinari maggiore privacy permettendoli di abbassare al minimo la segnalazione della telemetria, metterebbe a repentaglio la loro sicurezza in quanto non potrebbero più ricevere aggiornamenti di sicurezza. (In particolare, questo argomento è qualcosa che molti articoli su Windows 10 non hanno toccato.)
Ma questa è una falsa scelta. Non esiste alcuna buona ragione per cui i tipi di dati raccolti da Microsoft, ad ogni livello di telemetria, non possano essere regolati in modo che anche al livello più basso gli utenti possano ancora beneficiare di Windows Update e proteggere le loro macchine da eventuali vulnerabilità, senza dover inviare cose come dati di utilizzo dell’app o ID unici come un numero IMEI.
Ecco il mio punto: la popolazione non se ne preoccupa. Non le importa se la NSA raccoglie i loro dati. Non le importa se lo fa Google o Microsoft. La popolazione è contenta con Windows 10. Ha circa il 15% del mercato per tutti i sistemi operativi e il 30% per la base installata di utenti Microsoft. Il programma di aggiornamento gratuito s’è concluso lo scorso luglio. Da questo punto in poi, i guadagni saranno marginali.
Microsoft farà soldi su quel 96% che non ha preso provvedimenti per bloccare il “furto” di dati. Quelli che protestano sono economicamente irrilevanti.
Microsoft non è sola.
È ovvio quello che significa tutto questo: le persone si sono arrese ai raccoglitori di dati.
Microsoft è l’unica società americana con un bond rating AAA. Ha venduto $19.75 miliardi di obbligazioni lo scorso 2 agosto. Questo testimonia il successo della sua commercializzazione. In un modo o nell’altro, Microsoft conosce i suoi utenti.
LA LEGGE DELLA DOMANDA
La raccolta dei dati accelererà man mano che il costo di raccolta scenderà. Il nostro mondo sta diventando digitalizzato e il prezzo delle cifre scende costantemente. Questa è una situazione che non si arresterà. Ecco una legge fondamentale dell’economia: “Al calare del prezzo, la domanda aumenta.” Questa è la legge della domanda.
La misura in cui saremo monitorati va ben oltre la distopia di Orwell in 1984. Il Grande Fratello ci sta guardando e così anche decine di “piccoli grandi fratelli”.
Mi piaceva guardare The Fugitive a metà degli anni ’60, così come piaceva anche a milioni di americani. Ricordo soprattutto questo: ogni giorno prendeva sempre una strada diversa per andare a lavoro. Ma in un mondo in cui i software di riconoscimento facciale sono a buon mercato e sempre meno costosi, e le telecamere sono in ogni angolo di strada, non sarà tanto utile scegliere un nuovo percorso ogni giorno. Il Regno Unito è l’onda del futuro. C’è un articolo di Wikipedia sulla sorveglianza di massa nel Regno Unito.
La popolazione non ne è preoccupata.
C’è stato un tempo in cui le persone in Occidente dicevano di credere nella sovranità di Dio. Ma tale fede sta sbiadendo. Ora nelle scuole pubbliche viene insegnato loro a credere nella sovranità dell’uomo. Ma la sovranità di Dio comprendeva la dottrina dell’onniscienza di Dio e l’onnipresenza di Dio. Queste caratteristiche si diceva appartenessero solo a Dio: attributi incomunicabili. Ma quando arriva un nuovo dio, le rivendicherà tutte e tre. Forse non tutte in una volta, ma alla fine le cose andranno così.
Il dio dello stato è in competizione con il dio del mercato. Entrambi sostengono l’onniscienza, o qualcosa che si avvicina all’onniscienza. Lo stato sostiene il potere; il mercato sostiene la redditività. Entrambi stanno lavorando duramente per ridurre la privacy. La privacy individuale è l’alternativa all’onniscienza aziendale. È una gara: vedere se la raccolta dei dati sarà vinta dallo stato o dal mercato.
Per quanto riguarda la privacy, si sta trasformando in un cavallo perdente.
La nostra speranza è questa: quale uso verrà fatto dei database. L’informazione centralizzerà il potere o lo decentralizzerà? Credo che le forze decentranti siano più potenti. Se utilizziamo i concetti offerti da Ludwig von Mises nel suo piccolo libro, Bureaucracy (1944), il sistema del profitto supererà il sistema burocratico. La ricerca del profitto soverchierà la ricerca del potere.
Nel frattempo, il prezzo per difendere la nostra privacy continua a salire. La legge della domanda ci dice che cosa accadrà: “Quando il prezzo sale, la domanda diminuisce.”
I raccoglitori di dati hanno concluso giustamente che la percentuale di utenti che abbandonerà i processi automatizzati di raccolta dati è così bassa che l’effetto complessivo sarà minimo. Hanno inglobato questo risultato nei loro calcoli di profitto. La NSA non è preoccupata dei tagli di bilancio al suo bilancio segreto. Microsoft non è preoccupata di coloro che personalizzeranno le impostazioni d’installazione.
CONCLUSIONI
Ritengo che la popolazione possa essere persuasa a preoccuparsi di questi temi. Ma bisogna aggiungere la qualificazione degli economisti: “Ad un certo prezzo.” Chi pagherà il prezzo per istruire la popolazione? Nessuno.
Come individui, possiamo ridurre il rischio di perdita della privacy, così come il fuggitivo prendeva un percorso diverso ogni giorno. Ma i nostri colleghi non sono interessati. Gli algoritmi non diranno ai raccoglitori di dati che percorso prenderete ogni giorno, ma sapranno quale sarà la strada.
traduzione di Francesco Simoncelli
Fonte: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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