A.I. a mandorla: una gara senza ritorno, e forse la guerra atomica. Tech-Gleba. Paolo Barnard - www.altreinfo.org

A.I. a mandorla: una gara senza ritorno, e forse la guerra atomica. Tech-Gleba. Paolo Barnard

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Non sono parole grosse, ma proprio no.

Dall’elezione di Trump, quando tutti i giornalai strillavano come imminente la guerra atomica con la Russia (è successo un accidenti di nulla), io ho sempre scritto che il pericolo atomico era già in allarme rosso da tutt’altra parte. Era nel mar del Sud della Cina, dove Obama aveva piazzato a semicerchio le portaerei nucleari nel tentativo di strangolare gli stretti di Malacca, che sono il condotto di quasi tutto il petrolio che va a Pechino. Dall’altra parte la Cina stava comprando tutte le piste d’atterraggio nelle isole del suo mare per piazzarvi i suoi bombardieri nucleari. Bella storia.

Già un anno fa eravamo in questa situazione. Oggi la Cina sta, seppure involontariamente, portando l’attrito con gli USA a un livello ancora superiore, perché ha lanciato il più massiccio programma di trasformazione nazionale in Super Potenza di Artificial Intelligence (A.I.) della Storia umana, con una velocità e con investimenti che hanno ‘lasciato nei gas di scarico’ Stati Uniti ed Europa, lenti a capire il futuro ahimè.

La Cina è già un colosso economico da molti osservatori dato come l’Impero successore a quello americano, se poi diventa un’immane A.I. molto prima degli USA, a Washington si presenteranno due opzioni: suicidio di massa, o attacco nucleare se alla Casa Bianca siederà un altro schizofrenico a piede libero del Partito Repubblicano.

Leggo sulla stampa specializzata che la Microsoft ha avuto un’emorragia di cervelli esperti di A.I. che hanno accettato posti nelle TECH cinesi. Mi ha colpito una frase di uno di questi transfughi: “Cosa stavo a fare alla Microsoft? Facevamo delle Apps che neppure raggiungevano 5-10mila clienti. Un collega cinese mi disse ‘Qui da noi, un milione di clienti per la stessa App sono roba da tutti i giorni, quando va male…’. Preso e partito”. Questo ci dà una prima idea del peso che il colosso Cina può spostare.

Ma c’è un altro dato di rilievo. La Cina è di solito considerata produttrice di manufatti di serie B, più economici dei nostri, ma scadenti. Nell’Artificial Intelligence invece le cose stanno cambiando. Quando nel 2016 la Microsoft trionfalmente presentò un sistema di A.I. che batteva l’umano nel riconoscimento della voce, si prese una gigantesca torta in faccia: l’azienda super TECH cinese Baidu aveva prodotto lo stesso aggeggio un anno prima. La determinazione del governo di Pechino nell’eccellere nelle A.I. è qualcosa di mostruoso.

Stanno investendo centinaia di miliardi di dollari, e, con loro, investitori sia interni che esterni. Lo Stato sovvenziona come un fiume in piena le università di ricerca TECH, le Startup sbucano al ritmo di 10 al giorno. I nomi delle principali aziende da tenere a mente sono:

SenseTime, che ha raccolto 410 milioni di dollari in investimenti in due anni, acquistando un valore di mercato di 1,5 miliardi quasi dal nulla. Baidu. L’ovvia AlibabaHuaweiTencentMobvoi.Sinovation Ventures ecc.

C’è un video in rete dove un CEO di uno di questi mostri cinesi di A.I. si palesa nientemeno che al Massachusetts Institute of Technology, e, di fronte a un’audience pazzesca di super Nerd TECH, di fatto gli dice: “Ma cosa state a fare qui? Noi vi paghiamo il doppio e andiamo il doppio più veloci che da voi”. A Silicon Valley, come al Pentagono, tutto questo sta suonando allarme rosso, soprattutto quando vedono che certi investitori giganti di Wall Street oggi davvero sono indecisi dove piazzare i lingotti, se in California o… molto a ovest della California. Ed è un allarme decisamente serio, qui non si scherza per nulla, infatti rileggete sopra, la gara è già partita e di mezzo ci sono non solo le economie avanzate, ma anche le atomiche in A.I. & nei robot di guerra. Di nuovo: paroloni? Fatevi un giro alla Lockheed Martin o al DARPA del Pentagono.

Ma stando per un attimo lontani dal famoso “worst case scenario”, ci sono altre cose molto pregnanti da dire sulle A.I. a mandorla.

Partiamo dal negativo, e peggio che negativo. Come rispiego alla zia Marta, tutta sta partita mondiale di A.I. si gioca su un unico fatto primario: computer potentissimi ok, ma quelli che avranno a disposizione il maggior numero di dati sono quelli che vincono. Punto. Ok? Dati… dati… dati… dati, e ancora dati, a migliaia di miliardi e non scherzo. Ora, collezionare i dati sulla popolazione umana nelle democrazie occidentali non è semplice. Ci sono le leggi sulla privacy, anche se Snowden ci ha rivelato che valgono un cazzo in alcuni casi (USA&GB), ma comunque la cosa non è facile, soprattutto in Sanità e finanza. In Cina, ovvio, non esiste problema. I cinesi hanno diritti? Ma và!

Pechino ha questo orribile vantaggio sull’Occidente, può cioè collezionare dati privatissimi del suo miliardo e rotti di cittadini senza limite alcuno, e ficcarli nei computer in A.I., che quindi con quel Cosmo di dati avranno vantaggi enormi a sviluppare ragionamenti, ricette, formule, idee e la A.I. stessa, rispetto ai loro fratelli d’Occidente. Ad esempio in Cina la super popolare Wechat ha 889 milioni d’iscritti, la QQ quasi altrettanti, e tutto ciò che quelle masse si dicono finisce piratato dal governo. La privacy di quei poveracci? Il controllo serrato su ogni loro respiro che Pechino (assieme alle Corporations private che sempre sono costrette a collaborare col governo) gli infligge e infliggerà è una good news?

In Cina già oggi funzionano sistemi di riconoscimento facciale operati dalla A.I. di Machine Learning che sanno identificare con nome e cognome i dipendenti di un’azienda o i clienti dei supermercati. Bell’affare.

E qui torno a noi per un attimo:

In inglese c’è un’espressione bellissima che indica il momento in cui uno è tentato d’ignorare le regole e tagliar corto illegalmente, ed è “to cut corners”. Il problema con quanto detto sopra è che, e sono serissimo, nel mondo taglia gola della competizione per il futuro, con la Cina che può barare in sto modo, il pericolo che lo facciano anche le nostre Corporations con la strizzata d’occhio degli Stati arriva al livello rosso. E non intendo lo spionaggio alla Snowden, ma ben di peggio, data la nuova TECH in arrivo (Blockchain, Deep Learning TVCC, Psychoimaging ecc.). Vi va di vivere sapendo che ogni singolo dettaglio della vostra cartella clinica per l’operazione alla prostata o al seno potrebbe star girando col vostro nome e cognome per milioni di snodi A.I. in 40 Paesi del mondo? O dove va a scuola vostro figlio, a che ora, e le sue immagini di come torna a casa, che potrebbero arrivare su un monitor a Shanghai, alla NSA, ai cyberpirati russi, al Qatar, o alle Mafie modernizzate? I condizionali sono tecnici, succederà, la pressione per “to cut corners” anche da noi sarà impossibile da contrastare.

Ma la Cina (e i cinesi), almeno, in questo cambiamento planetario senza precedenti nella Storia può sfoggiare un vantaggio immenso: lo Stato può SPENDERE, E SPENDE, E SE NE FOTTE DEI DEFICIT E DEL DEBITO PUBBLICO. Questo è FONDAMENTALE. Come ho già scritto alla noia, queste mega TECH già oggi presenti ma domani inimmaginabili in potenza, costano centinaia di miliardi di dollari in investimenti, e gli investitori pretendono il lucro. Per cui le TECH principali, soprattutto quelle salva vite, saranno vendute a peso d’oro, ma i nostri patetici governi strangolati dal dogma della NON spesa pubblica saranno costretti a dirci:

Spiacenti, l’uomo a Bruxelles ha detto no. Arrangiatevi cittadini. Il CRISPR per curavi il cancro io Stato non posso pagarvelo… vendete una cornea, un rene, sorry”. E qui non c’è un cazzo da ridere, ma solo da sperare di crepare prima di quel giorno.

In Cina non sarà così. Almeno per le TECH in A.I. salva vite. Lo Stato paga, così come ha pagato eccome per sollevare 500 milioni di cinesi dalla povertà agricola estrema e per eliminare del tutto la povertà urbana. Non storie a Pechino, spendere, e si fottano sti putrescenti falchi delle Austerità, delle virtù dei pareggi di bilancio in quella cloaca sociale che sta diventando l’Occidente del FMI, di Bruxelles, della Merkel.

Poi lo Stato cinese non scherza per un cazzo col mega business, gli esempi si sprecano, non li cito qui. Una cosa è certa, come ha detto Jack Ma di Alibaba: “Noi concordiamo col governo sul fatto che il nostro scopo non è quello di usare la A.I. per vedere stupide Apps al mondo, ma è di lanciare nel futuro migliaia di aziende e industrie cinesi”. Yes Sir, in Cina fanno sul serio e si lavora non solo per se stessi. E marciare.

Un’ultima nota di questo panorama su dove l’esplosione della A.I. (o di un’atomica) veramente avverrà: il fatto che oggi la Cina stia abbracciando le TECH in A.I. in modo così totalizzante, ed essendo la Cina il colosso economico che è, ci fa sancire senza dubbio che la strada dalla frenetica gara globale per le A.I. non ha più via di ritorno. Ah, dimenticavo: coi pericoli per democrazie e società che continuo a ripetere, specialmente negli Stati fatti apposta per creare TECH-GLEBA come l’Italia nella UE di Bruxelles.

Non fate figli.

 

MA I RIMEDI CI SAREBBERO:

http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1874

MA PURTROPPO IN ITALIA:

http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1922

* un grazie al lavoro di Will Knight e BBC World Service

 

di Paolo Barnard

Fonte: paolobarnard.info

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