Lottando a volte si vince. Con gli umani. Con le A.I.? Ci avete pensato? (storia vera). Paolo Barnard - www.altreinfo.org

Lottando a volte si vince. Con gli umani. Con le A.I.? Ci avete pensato? (storia vera). Paolo Barnard

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Per nostra fortuna non è successo fra 13 anni, 2030, in pieno mondo TECH-GLEBA.

E’ successo ieri, qui nella Londra di Theresa May. La Sanità Pubblica qui si chiama NHS. Mio suocero è ammalato sia di cancro che di cuore (infarto acuto). Gli furono ovviamente somministrate cure 2 anni fa quando tutto iniziò, le cose di base come terapie ormonali, radioterapia, farmaci, e la prescrizione di Stent coronarici per il cuore. Di certo nulla di super TECH come Gene Therapy in Artificial Intelligence (AI) o Proton Beam Therapy ecc., costano troppo già oggi, immaginate dopo…

La Sanità Pubblica inglese è messa peggio di quella italiana a budgets, sapete, il super Neoliberista New Labour di Tony Blair, da cui ha preso identico esempio e negli stessi anni il PD in Italia, aveva iniziato a devastare ogni settore pubblico nel 1997 con una ferocia sconosciuta ai Conservatori. Sì arrivò, qui a Londra, allo spettacolo di Medecines du Monde che dovette aprire ospedali-tenda nel quartiere di Hackney per soccorrere derelitti inglesi e immigrati che crepavano per la strada. Ora la storia:

Mio suocero ha ste due malattie gravi, ok?, e credete che qualcuno lo segua? Qui per il medico di famiglia (che mediamente capiscono di Medicina complessa come un sofficino) ci vogliono in media 2 settimane solo per vederlo. L’NHS è talmente ingolfata e alla disperazione che nessuno si fece mai più vivo con lui. La radioterapia gli aveva lacerato anche le pareti del retto, per cui sto povero uomo se ne stava a casa da 18 mesi cagando litri di sangue anche due volte al giorno. Perso peso, affanno, anemia, cuore stremato, tenta un contatto con l’Ospedale e gli dicono che il primo posto disponibile per cauterizzare le lesioni intestinali è per la fine di febbraio! Il gravissimo problema è che finché lui caga sangue, i cardiologi non possono intervenire sul cuore.

Arrivo io sabato, lo vedo, capisco che 3 mesi in quelle condizioni significa un rischio alto di nuovo infarto e/o morte, essendo anemico da spavento. E m’incazzo…….

Una telefonata all’amico Massimo Fazzari, primario cardiologo di Torino, che mi conferma appieno la mia intuizione: “L’anemia e le emorragie sono un rischio altissimo per il cuore infartuato. Gli devono immediatamente cauterizzare il retto, almeno fare delle trasfusioni, e poi gli Stent!”. Io e Alien preleviamo mio suocero da casa ieri a pranzo e siamo al pronto soccorso di un grande ospedale. Solita scena, sala d’attesa stipata, media d’attesa 4 ore… che lui sia oncologico e cardiaco insieme frega un cazzo a nessuno. Ok.

Inizio a bussare sui vetri delle sale mediche, mi aprono, gli dico che st’uomo ha bisogno urgente, loro sono gentilissimi e mi promettono che sarà chiamato subito. Nulla. Ribusso e riparlo, ri-gentili, riassicurazioni, ma nulla. Tempo 10 minuti vado all’attacco decisivo: “Ok, Sir, se mio suocero vi crepa d’infarto qui o nei prossimi giorni, siete tutti in Procura… Lei si chiama? Vediamo un po’? (gli leggo il cartellino)… Ok, lei per primo. Faccia i suoi conti. Ha cancro e infarto, lo capisce?, non è qui per uno svenimento!”.

Meno di un minuto dopo mio suocero è chiamato. Prelievi di sangue. Arriva una giovane dottoressa, ci vorranno 2 ore per i risultati, lo visita e va. Passano 45 minuti e io la riblocco: “Mi perdoni Doc, ma forse non ci siamo capiti. Non siamo qui per una sacca di sangue al signore e poi a casa a sanguinare come un rubinetto fino a febbraio. A febbraio st’uomo è sotto terra, mi sta capendo? Dovete anticipare l’intervento di cauterizzazione, full stop”. Lei ha capito, anche dai termini medici che uso, che non siamo teneri e intimoriti. Mi risponde sottovoce una cosa terribile: “Lo so, ma lei Barnard sa bene che questa è la… NHS, mi ha capito, no?”. E certo che ho capito, ma che faccio?, mi rassegno e quello crepa?

La guardo bene e “Senta Doc, mi faccia una cortesia, lei chiami i chirurghi gastro, al resto ci penso io, si fidi”. Lei mi guarda con due bellissimi occhi verdi che ammiccano, e se ne va. Meno di 15 minuti dopo ci portano tutti in un altro reparto, e indovinate: “Scendono dalla chirurgia”. Arrivano due chirurghe, rivisitano, ma non lasciano speranze. Quasi impossibile trovare un buco libero prima di febbraio, e fanno per andarsene. Io e Alien le blocchiamo fisicamente, davvero, siamo entrambi contro la porta d’uscita. No, non passa, non avete capito: “Doc, lo vede quell’uomo? L’ha letto l’emocromo da amputato di guerra che ha oggi? Ecco, lei non lo rivedrà più, a meno che non gli porterà qualche fiore sulla tomba. Lei è medico, e mi sta capendo al volo. Poi ci sono anche questioni legali di mezzo, dai che un posto per un ammalato a rischio di vita lo trovate in gastro. Attendo proposte”.

Lo scambio avviene sempre all’inglese, cioè con estrema cortesia, ma nella sostanza noi gli siamo alla giugulare. Il seguito: mio suocero è ricoverato per una trasfusione notturna, monitorato come una corona di diamanti, e oggi gli viene annunciato che gli fermeranno l’emorragia la prossima settimana, in NHS. Poi curerà finalmente l’infarto.

A me e ad Alien è costato 10 ore in piedi, senza cibo né acqua, vigili e taglienti come Cobra, e la determinazione di smontare l’ospedale se era necessario. Lottare e, questa volta, vincere.

Non sarebbe successo se fossimo stati nel 2030, fra soli 13 anni. Ecco perché. Sulla via di casa, in auto, ho detto ad Alien: “Abbiamo vinto perché, dal primo passo all’accettazione fino ai chirurghi, c’erano umani, abbiamo parlato con umani all the way. Ma cosa succedeva se in accettazione c’era una AI su cui premere solo certi pulsanti? Stavamo in attesa ore senza speranza. Cosa sarebbe successo se di infermieri da poter ‘aggredire’ invece di 10 ce ne fosse stato uno seduto in un box a comandare infermieri-COBOTS? Se sul lettino i prelievi, i parametri vitali e la visita le avessero fatti i già esistenti Robots di Transenterix o di Cloud Medx con un cervelo in AI a valutare il racconto dei sintomi?”.

Entrambi in silenzio, nessun bisogno di altri commenti.

E di conseguenza a tutto questo, io vi chiedo: Ci avete mai pensato a cosa accadrà all’attivismo, all’impegno mentale e persino fisico di chi lotta, alla politica di resistenza, quando davanti avrai solo degli screen, macchine, voci artificiali, persone in contatto però di Realtà Virtuale, e quasi nessun umano? MA QUALCUNO OLTRE A ME CI PENSA A QUESTO NEL FUTURO DI TECH-GLEBA? Andreotti era un umano, non un ologramma in AI. Cosa faremo? Li prenderemo a capocciate gli screen, le App, per difendere i Diritti, Costituzioni, Leggi, Economie, vita stessa? Non so, qualche informatico mi dica: una AI risponde alle capocciate?

Se sì, fate pure figli, ma insegnategli a prendere la culla a testate fin da subito.

 

di Paolo Barnard

Fonte: paolobarnard.info

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