Soltanto gli imbecilli credono alla propaganda di guerra di Washington. Luciano Lago
Ancora una volta l’Impero USA si scaglia contro un paese che non si piega alle sue direttive, la Siria. Questo pase arabo ha avuto la disgrazia di essere al centro dei piani strategici di destabilizzazione orditi dagli strateghi di Washington e di Tel Aviv e questo spiega la tragedia di una guerra per procura sobillata ed imposta dall’esterno da oltre sette anni.
Arrivati nella fase cruciale, quando le forze siriane, con l’aiuto dell’aviazione russa e dei consiglieri iraniani, sono riuscite a ripulire quasi tutto il paese dai gruppi terroristi armati ed appoggiati da USA ed Arabia Saudita, puntuale arriva il momento dell’intervento militare della coalizione diretta dagli USA che non si è rassegnata al fallimento dei suoi piani.
Come da tradizione, gli stessi oligarchi di Washington provvedono, tramite i loro “proxi”, i mercenari jihadisti in Siria, a creare la provocazione (“false flag”) per accusare il “cattivo tiranno” Bashar al-Assad di gasare il suo popolo. Un copione già scritto simile a quello attuato con Saddam Hussein (le armi di distruzione di massa), o a quello utilizzato per Gheddafi (bombarda il suo popolo) e tanti altri leaders di paesi rimasti vittime delle aggressioni di Washington sempre attaccati con un pretesto. Nel caso della Siria Washington ha un suggeritore occulto, il regime di Tel Aviv, interessato come gli USA a distruggere questo paese arabo.
Si era capito già da tempo che Israele stava tentando in tutti i modi di trascinare gli USA in un conflitto con l’Iran attraverso un primo attacco alla Siria e questo si sta puntualmente verificando nonostante le iniziali resistenze dell’Amministrazione USA.
La chiave di volta per comprendere quanto sta accadendo è all’interno dei circoli di potere di Washington e si devono individuare chi sono coloro che stanno uscendo vincitori dalla lotta per il potere all’interno del “deep State”, lo Stato Profondo collegato alle oligarchie ed alle lobby che determinano le scelte dell’Amministrazione Trump.
Ormai sembra evidente che sono i neocons ad essere determinanti nelle decisioni della Casa Bianca, dopo gli ultimi cambiamenti al vertice, con l’ascesa del super falco John Bolton alla carica di assessore alla sicurezza di Trump. Questa dei neocons risulta essere la corrente di punta ed anche quella più oltranzista statunitense, sono loro quelli che l’hanno spuntata sui “dialoganti” di cui faceva parte l’ex segretario di Stato destituito Rex Tillerson. Quest’ultimo voleva rimanere nell’accordo sul nucleare con l’Iran e si era speso per una ripresa del dialogo con Mosca.
Mentre l’aviazione di Israele conduceva l’attacco contro la base aerea T-4 in Siria, il senatore neocon, Lindsey Graham, dichiarava alla Fox News che gli USA devono far pagare alla Siria un alto prezzo per l’attacco chimico ( quello messo in scena dai ribelli siriani con l’aiuto della CIA) e raccomandava all’Amministrazione USA di provvedere a distruggere l’aviazione di Damasco con un attacco a tutto campo. Naturalmente Graham omette di dire che un simile attacco coinvolgerebbe le forze russe che sarebbero obbligate a reagire contro le basi USA da cui partirebbe un simile attacco.

Douma guerra in Siria
In effetti è proprio questa la finalità che i personaggi come Graham, McCain e lo stesso Bolton perseguono da tempo: entrare in conflitto diretto con la Russia e con l’Iran. In realtà c’è dell’altro e questo altro è rappresentato dall’ineffabile genero di Trump, Jared Kushner il quale è la voce di Natanyahu presso l’Amministrazione Trump e, come tale, insiste da tempo per l’attacco all’Iran, come una pulce nell’orecchio di Trump.
Questo spiega gli ultimi avvenimenti in Siria ed in particolare la vergognosa e criminale azione dei ribelli jihadisti nella zona di Douma, nel Goutha orientale, dove i terorristi non hanno esitato ad avvelenare un gruppo di civili per imbastire la scena di morte di donne e bambini da far riprendere alle Tv occidentali in modo da mettere sotto accusa l’Esercito di Assad con la regia degli “Elmetti Bianchi”, quelli collegati ad Al Qaeda ed all’M-16 britannico che già erano stati presi sul fatto a falsificare le prove di altri attacchi chimici.
Il classico pretesto questo per giustificare un attacco militare degli USA sulla Siria, salvo il fatto che nessuno può ancora ragionevolmente ritenere affidabili le ignobili “False Flags” continuamente realizzate dai terroristi, dietro mandato della CIA e dell’M-16 per provocare l’intervento militare USA.
Non ci credono più neppure i commentatori statunitensi, come La giornalista statunitense Rania Khalek (The Intercept) , la quale ha scritto che il momento dell’attacco presunto sarebbe scelto solo da parte di un pazzo, visto che si è verificato negli stessi giorni in cui il governo siriano si trovava più forte ed in fase di vittoria totale sui gruppi terroristi, mentre lo stesso Trump aveva dichiarato di voler far ritirare le truppe USA dalla Siria, Quale senso avrebbe avuto il realizzare un attacco chimico in tale momento?, si chiede la Khalek.
Obiezioni simili anche da parte della giornalista indipendente Vanessa Beeley (The Guardian), che ha visitato la prima linea siriana in numerose occasioni, la quale ha detto che il rapporto sugli attacchi chimici, raccolto rapidamente dai media mainstream, era da considerare “anche una menzogna al 100%”, sottolineando che il gruppo dei “White Helmets” era stato sorpreso a produrre falsi già prima.
Lo strano tempismo circa il presunto attacco chimico è stato sottolineato dal giornalista Caitlin Johnstone (Medium), visto che le notizie dell’attacco si diffondevano “proprio mentre Trump cercava un ritiro dalla Siria e proprio quando [il presidente siriano Bashar] Assad si stava avvicinando alla vittoria a Douma”.

Strategia USA destabilizzare i paesi
Nel suo articolo sul sito web di Medium , la Johnstone dubita della credibilità dei White Helmets come fonte di “sospetti finanziamenti occidentali e legami terroristici” , ricordando anche ai lettori la “vasta storia dei governi occidentali sull’utilizzo di menzogne, propaganda e false flags per prefabbricare il pretesto per l’aggressione militare “.
Un attacco chimico contro la sua stessa gente, certo di “provocare l’ira della macchina da guerra americana” , significherebbe che “Assad ha spontaneamente iniziato a comportarsi contro il suo stesso interesse personale”, ha scritto il giornalista. La Johnstone ha denunciato l’influenza dei media mainstream, che, come ha detto, rende queste notizie “più facili da credere che Bashar al-Assad e Vladimir Putin stiano deliberatamente uccidendo civili con gas velenoso senza alcuna ragione piuttosto che credere che lo stesso impero che ci ha già ingannato in Iraq ci stia ingannando nel vicino iracheno della Siria. ”
Le menzogne della propaganda USA israeliana ormai non sono più credibili e sempre più persone si rivolgono a canali di informazione alternativi rispetto al coro di propaganda del “main stream” che incita alla guerra contro il “perfido dittatore” ed i suoi sostenitori, Putin e l’Iran.
Una propaganda buona per gli imbecilli e naturalmente gli imbecilli non mancano e quelli li puoi facilmente trovare, per quanto riguarda l’Italia, fra i lettori acritici della Stampa e di Repubblica, o fra gli ascoltatori della RAI, Mediaset o Sky, le reti di propaganda del pensiero Unico atlantista che provvedono a passare la versione ufficiale trasmessa dalle centrali USA.
di Luciano Lago
Fonte: https://www.controinformazione.info/
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