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Perché la Siria è così importante? Posizione strategica e risorse naturali. Alba Giusi

Le riserve petrolifere della Siria ammontano a 2,5 miliardi di barili e sono seconde solo a quelle dell’Iraq. Ciò rendeva la Siria, il passato è d’obbligo, uno dei maggiori produttori ed esportatori di greggio in Medio Oriente.

Oltre al petrolio, la Siria possiede consistenti riserve di gas naturale, usate finora per il consumo interno, petrolio in siriasoprattutto per riconvertire a gas le centrali termoelettriche. Lo sfruttamento delle risorse naturali ha sempre garantito allo stato siriano notevoli entrate finanziarie, provenienti soprattutto dalle esportazioni in Europa. Tutto questo flusso di denaro è stato utilizzato per creare uno stato sociale efficiente e solidale, garantendo alla popolazione siriana servizi avanzati nell’istruzione e nella sanità.

La primavera araba

Le cose sono però cambiate con la guerra. I cosiddetti «ribelli» prima e i fantomatici tagliagole dell’ISIS dopo, si sono impadroniti dei campi petroliferi, privando la Siria di importanti introiti finanziari, già fortemente calati per effetto dell’embargo. Inoltre, la rete interna di oleodotti e gasdotti è stata sabotata per interrompere la circolazione dei prodotti petroliferi. L’azione combinata embargo-guerra-sabotaggio ha prodotto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: centinaia di migliaia di morti, senza risparmiare donne e bambini, distruzione di tutte le infrastrutture, ivi compresi ospedali e strutture fondamentali per la popolazione civile, imponenti fenomeni migratori.

I gasdotti

Ma c’è un’altra posta in gioco strategicamente ancora più importante: il ruolo della Siria quale hub di corridoi energetici – gasdotti e oleodotti – alternativi o complementari a quelli che attraversano la Turchia. La «guerra degli oleodotti» è iniziata già nel 2003, quando gli Stati Uniti, subito dopo l’invasione dell’Iraq, hanno distrutto l’oleodotto Kirkuk-Baniyas che trasportava in Siria il greggio iracheno. Successivamente, sfidando i divieti di Washington, Damasco e Baghdad hanno varato il progetto di due oleodotti e un gasdotto che, attraverso la Siria, avrebbero collegato i giacimenti iracheni al Mediterraneo e quindi all’Europa. Ancora più pericoloso per gli interessi occidentali è stato l’accordo stipulato nel maggio 2011 tra Damasco, Baghdad e Teheran, il quale prevedeva la realizzazione di un gasdotto che, attraverso l’Iraq, avrebbe trasportato il gas naturale iraniano in Siria e da qui all’Europa. Si tratta di progetti già finanziati, ma bloccati dalla guerra.

Il gasdotto che gli Stati Uniti vorrebbero imporre alla Siria è quello che porta il gas dal Qatar, suo grande alleato. Questo gasdotto metterebbe in grande difficoltà l’intera economia russa, il più importante fornitore di gas dell’Europa.

Importanza strategica della Siria, gasdotti

Gli interessi della Russia

Occorre anche considerare che la Siria è un paese di grande importanza strategica per la Russia. In Siria c’è l’unico porto sicuro di cui dispone la flotta russa in tutto il Mediterraneo. Inoltre, se dovesse passare per la Siria il gasdotto che proviene dal Qatar, la Russia perderebbe buona parte del mercato di sbocco europeo del proprio gas e, come detto in precedenza, questo potrebbe metterla in grande difficoltà economica. Una Siria debole, conflittuale e divisa in parti è nell’interesse geopolitico degli Stati Uniti. Una Siria unita e forte è nell’interesse della Russia.

Il Piano Kivunim

Ultimo dettaglio, tutt’altro che trascurabile. Uno degli obiettivi strategici fondamentali di Israele è balcanizzare e smembrare tutti i paesi arabi in modo tale da essere l’unica potenza regionale. Quest’obiettivo è noto come Piano Kivunim (o Piano Yinon). Si tratta di un piano noto sin dal 1982 che prevede la destabilizzazione e la successiva distruzione e divisione di molti paesi arabi, tra cui Iraq, Libia, Siria, Sudan, Egitto e Iran. Buona parte degli obiettivi previsti dal Piano Kivunim sono stati già raggiunti, con grande sofferenza per la popolazione civile.

La guerra in Siria: cui prodest?

Chi ha voluto la guerra in Siria? Altreinfo.org cerca sempre di analizzare gli eventi moderni usando una logica antica, quella dei romani per intenderci. Ci poniamo quindi la domanda “Cui prodest”? A chi giova tutto questo? La risposta non lascia adito a dubbi. Io mi chiedo anche, com’è possibile che ci sia gente al mondo capace di organizzare massacri di questa portata per tutelare i propri interessi economici. Che bisogno c’era di tutto questo?

A voi la risposta.

 

di Alba Giusi

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