Prima che inizi un’aggressione alla Siria, qualche dubbio sull’attacco di Idlib
Nei casi come l’attacco di Idlib, di oggi, quando si levano gli scudi delle condanne unanimi dall’Unione Europea alla Turchia, dagli USA fino a Israele, è segno che qualcosa, meglio dire una guerra, è in preparazione. È giusto e doveroso di fronte a scenari che potrebbe essere inquietanti, non imporre una verità, ma quanto meno seminare dei dubbi su quanto successo.
Attraverso un articolo di Al Masdar News, proviamo ad analizzare ciò che è successo ad Idlib dove sono rimaste uccise 58 persone. Non vogliamo imporre nessuna verità, tantomeno però vogliamo essere passivi di fronte ai soliti leit motiv che hanno portato con le menzogne alimentate da parte dei media mainstream a scatenare guerre che hanno provocato più morti dei supposti “dittatori” che si volevano eliminare.
Partiamo dall’inizio. Almeno 58 persone sono state uccise in un attacco con gas nel Governatorato di Idlib questa mattina. Tuttavia, prima che le indagini fossero condotte e senza avere prove evidenti, Federica Mogherini, alto rappresentante dell’Unione europea (UE) per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha condannato il governo siriano affermando che il “regime di Assad ha la responsabilità del ‘ terribile’ ‘chimico’ in Siria.
L’accusa immediata da parte di un alto funzionario dell’Unione europea serve come un pericoloso precedente prima che la verità che circonda la tragedia possa emergere.
Alla condanna si è unito Il presidente israeliano, Benjamin Netanyahu, così come Amnesty International.
Poche ore dopo il presunto attacco con armi chimiche a Khan Sheikhun, presumibilmente da parte del governo siriano, già cominciano ad emergere alcuni particolari che screditano le informazioni fornite dai Caschi Bianchi affiliati ad Al-Qaeda.
Come si vede nella foto sopra, i caschi bianchi toccano i cadaveri senza equipaggiamento di sicurezza sufficiente, in particolare oltre le maschere per lo più utilizzate, ma senza guanti. Anche se questo può sembrare insignificante, la comprensione della natura del gas sarin che è stata utilizzata la pretesa opposizione, apre la strada a diverse domande.
In pochi secondi di esposizione al sarin, gli effetti del gas cominciano a colpire il muscolo e il sistema nervoso. C’è un rilascio quasi immediato nelle viscere e nella vescica, e il vomito è indotto. Quando il sarin è utilizzato in un’area concentrata, ha la possibilità di uccidere migliaia di persone. Eppure, con un gas così pericoloso, i caschi bianchi toccano i corpi con imprudenza visti i danni che potrebbero essere causati alla loro pelle esposta.
Si pone anche la questione del perché un “dottore” in un ospedale pieno di vittime di gas sarin ha il tempo di scrivere tweet e di effettuare video chiamate.
Terrorist Mohammed Alloush is not a gas expert, he is just one of the participants in the crime#Idlib #Syria https://t.co/RH78mDsATx
— maytham (@maytham956) 4 aprile 2017
È noto che circa 250 persone provenienti da Majdal e Khattab sono state rapite dai terroristi di Al-Qaeda la scorsa settimana. Fonti locali hanno affermato che molti di quei morti causati dalle armi chimiche erano i rapiti da Majdal e Khattab.
@maytham956 Hmm…’Patients are flooding in’ YET this ‘doctor’ (seems the main source of ‘gas attack’) has time to film, tweet and videocalls…#Syria pic.twitter.com/SfLOfjE2pG
— Malinka (@Malinka1102) 4 aprile 2017
Questi elementi suggerirebbero che alla vigilia dei prossimi negoziati di pace,le forze terroristiche hanno ancora una volta creato uno scenario di false flag. Questo mette a nudo una somiglianza con l’attacco con armi chimiche avvenuto nel Ghouta, Damasco, nel 2013 dove l’esercito siriano è stato accusato di utilizzare le armi di distruzione di massa, il giorno che gli ispettori delle Nazioni Unite l’arma erano arrivati nella capitale siriana.
Successivamente, il magistrato Carla del Ponte, ad un ispettore Onu disse che non vi era alcuna prova che il governo siriano avesse commesso l’atrocità. Questo però non fermò le chiamate per un intervento contro il governo siriano, una speranza che i “ribelli” coltivavano con un eventuale loro uso di armi chimiche contro i civili di Khan-al-Assal.
Pertanto, è del tutto sorprendente che Orient TV aveva già preparato una “campagna mediatica” per coprire gli attacchi aerei russi e siriani nella campagna di Hama contro le forze terroristiche, con le accuse che le forze aeree hanno utilizzato armi chimiche. Inoltre, c’è l’annuncio di aver coperto la notizia sull’uso di armi chimiche da parte del governo siriano, ore prima che questa affermazione emergesse.
Nel frattempo, raccolti sui camion sono stati fotografati i corpi delle persone rimaste uccise. Anche in questo caso, ci sono dei dubbi perché ci sono persone che con la presenza di gas sarin sono senza alcun equipaggiamento protettivo. Inoltre, la presenza dei pick up è coerente con a quello che fonti locali hanno riferito, ovvero che molti di quei morti sono stati rapiti da Al-Qaeda nelle città filogovernative nella zona rurale di Hama.
In risposta alle accuse, l’Esercito siriano di stanza a nord di Hama ha negato l’uso di armi chimiche. Lo stesso ha fatto il ministero della Difesa russo, che ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’attacco.
L’esercito “non le ha e non le usa, in passato come in futuro, perché non le ha, in primo luogo”, ha detto una fonte militare.
E questo, naturalmente, pone un’altra domanda. Con l’esercito siriano e i suoi alleati in una posizione favorevole in Siria, con progressi realizzati in tutto il paese, e il recupero dei punti persi a Hama, perché avrebbero dovuto ricorrere all’utilizzo di armi chimiche? È una domanda molto semplice con una risposta chiara. È una sfida ad ogni logica che alla vigilia di una conferenza sulla Siria a Bruxelles e una settimana prima dell’inizio dei negoziati di pace, il governo siriano usi palesemente armi chimiche. Tutte le prove suggerisono che questo è un altra falsa accusa contro il governo come fu ad Khan-al-Assal nel 2013 dove i gruppi terroristi speravano che la “linea rossa” tracciata dell’ex presidente Obama sarebbe stata attraversata per permettere agli USA di attaccare il paese arabo.
Per la precisione, il governo siriano non nega di aver colpito Khan Sheikhun. L’inviato di Al-Masdar Yusha Yuseef è stato informato dall’esercito siriano che l’aviazione ha colpito un fabbrica di missili a Khan Sheikoun, utilizzando il jet da combattimento di fabbricazione russa, Su-22 per effettuare l’attacco. Ancora più importante, le bombe del Su-22 non possono essere riempite con sostanze chimiche, sono diverse dalle bombe sganciate dagli elicotteri d’attacco. A Yuseef è stato poi riferito che l’aviazione militare siriana non sapeva ci fossero sostanze chimiche all’interno della fabbrica di missili a Khan Sheikhoun. Resta da sapere, quindi, se effettivamente ci fossero sostanze chimiche nella fabbrica di missili colpita dagli attacchi aerei, o se le forze terroristiche hanno usato i gas sui civili rapiti dalle città filogovernativi e li hanno portati sui camion al sito degli attacchi aerei.
Pertanto, diventa evidente che l’area interessata è stata sicuramente una posizione dei terroristi, dove è noto che i Caschi Bianchi hanno le sale operative condivise con le forze terroristiche come Al Qaeda, come si è visto dopo la liberazione di Aleppo Est. I civili e le forze combattenti, tra le quali le milizie curde, hanno tutte sostenuto che i gruppi “ribelli” che operano a Idlib, Hama e nelle zone rurali di Aleppo, hanno usato armi chimiche in passato. Pertanto, prima che le grida di guerra si innalzino, ci vuole il tempo necessario affinché tutte le prove possano emergere. Tuttavia, questo è un fattore importante che non è mai esistito nella guerra siriana, e le forze terroristiche continuano a sperare che si verifichi un intervento occidentale contro il governo, a costo della vita di civili innocenti.
Fonte: Al Masdar-News
Tratto da: lantidiplomatico.it
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