Il terrorismo prevedibile dello Stato Islamico di Rita Katz - www.altreinfo.org

Il terrorismo prevedibile dello Stato Islamico di Rita Katz

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Ci siamo sempre soffermati sugli atti di terrorismo rivendicati da Rita Katz a nome dello Stato Islamico e sulle dinamiche sempre uguali a sé stesse. Non c’è niente di nuovo sotto il sole. L’unica differenza è che questa volta gli abitanti di Strasburgo si sono affacciati alla finestra per applaudire le forze dell’ordine che avevano appena ucciso il terrorista di turno. Segno che non hanno alcun dubbio sulla vera natura del terrorismo, nonostante le molte evidenze.

Questa volta lasciamo che sia il Direttore Maurizio Blondet ad illustrare i fatti di Strasburgo.

Che noia. Maurizio Blondet

Il terrorista solitario di Strasburgo è stato ucciso, quindi non racconterà come si è “radicalizzato”.  Che noia.  I suoi atti sono stati rivendicati da DAESH, che è un’organizzazione islamica creata dagli USA, e i suoi amici nella NATO, pagata dai sauditi per abbattere il  governo di Assad.  La rivendicazione è avvenuta tramite il SITE di Rita  Katz.  Del resto il nome e l’identità del terrorita  sono apparsi sui social  israeliani solo 3 ore dopo  la strage. Come sempre,  loro sanno già  tutto “prima”.

Premiers informés sur l’attentat de Strasbourg: des Israéliens

Che noia, come sono ripetitivi.

Secondo il tedesco Bild, Cherif Chekatt era nel suo appartamento la mattina dell’attentato, quando la polizia francese andò ad arrestarlo per una vicenda precedente, un omicidio in seguito a rapina;  ma lui è riuscito a prendere  la fuga.  Evidentemente il suo appartamento, un  HLM (Habitation à Loyer Moderé, casa popolare a canone assistito) non era  il consueto mono-  o bilocale con-cucina-a-vista di  questo tipo di abitazioni; doveva avere saloni  e  una quantità di finestre nel retro, da cui il terrorista si sarà calato con le lenzuola.  Altrimenti bisogna immaginare che DAESH, ossia la NATO, lo abbia fornito della tuta mimetica  dell’invisibilità immortalata nel film Predator, e sia passato in mezzo ai poliziotti che erano sulla porta, guadagnando le scale.

Poi, la sera, compiuta la strage, il terrorista ha fermato un taxi ed è scappato. Piccolo particolare insignificante: i taxi hanno il divieto di entrare nella zona in cui l’avrebbe preso.  Come mostra la mappa del giornale locale Dernières Nouvelles  d’Alsace, dal 23  novembre la zona –  a causa dei mercatini di Natale – è pedonalizzata.

https://www.dna.fr/dossiers/2018/11/23/stationnement-mesures-de-securite-comment-acceder-au-marche-de-noel-de-strasbourg

L’accès à la Grande Île sera uniquement réservé aux véhicules autorisés. Ils seront systématiquement soumis à des contrôles de sécurité pendant les horaires d’ouverture du marché de Noël. PHOTO Archives DNA – Jean-Francois BADIAS

Non solo entrano “solo i veicoli che dispongono di un’autorizzazione”,  ma solo da “quattro  varchi” dove i vigili urbani filtrano, ossia controllano  “sistematicamente” che le auto  abbiano l’autorizzazione.  L’uscita dalla  zona è permessa solo e tassativamente da 2 varchi 2, parimenti controllati, le pont Saint-Nicolas e le pont du Théâtre.  Ovviamente la sosta di veicoli è parimenti vietata.

Invece il nostro ha trovato un taxi, e  non ha ucciso il taxista, “salvo perché musulmano e devoto alla preghiera”, dicono i giornali. A lui il terrorista in fuga e forse  ferito  ha spiegato di aver  «ucciso per vendicare i fratelli morti» in Siria.  E’ solo grazie alla testimonianza del taxista sulle chiacchiere che ha intavolato col terrorista, che quest’ultimo hapotuto essere identificato nel noto Tale dei Tali.

Naturalmente del taxista non si sa il nome, quindi non è possibile ascoltarlo.

(Una facile via di fuga, per un taxi )

Il terrorista di Daesh poi  non ha chiesto al taxista di portarlo in Germania, dove ha famiglia  ed appoggi. No,  si è fatto lasciare a Strasburgo, E nei pressi di un commissariato di polizia. E l’hanno trovato praticamente a casa sua dove  l’anno ucciso.

Che noia. Finché il popolo non capirà che è stato ingabbiato in una dittatura  dispotica e falsa dal principio alla fine, non se  ne esce.

La prima foto del terrorista ucciso. E l’ultima.

di Maurizio Blondet

Fonte: https://www.maurizioblondet.it/che-noia/

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