Le testimonianze dei cecchini del Maidan raccolte dal noto giornalista Gian Micalessin rivelano chi c’era dietro il colpo di Stato avvenuto a Kiev nel 2014. Il reportage esclusivo del reporter di guerra ribalta la versione ritenuta “ufficiale” fino ad una settimana fa. Ucraina, le verità ignorate dai media italiani.
Quello di Gian Micalessin è uno scoop con la lettera maiuscola: il giornalista ha recentemente pubblicato su “Occhi della guerra” un’inchiesta riguardante i fatti di Maidan Nezalezhnosti, Piazza dell’Indipendenza di Kiev, teatro di brutali scontri e guerriglie. Il caos a Maidan raggiunse il suo apice a febbraio 2014 con il massacro di più di 80 persone, fra polizia e manifestanti, colpite dalle stesse armi.

È proprio la strage di quei giorni il tema del servizio di Micalessin trasmesso dal programma televisivo Matrix, la strage che ha segnato l’inizio del golpe nella capitale ucraina e lo scoppio della guerra nel Donbass. Il reportage è basato sulla testimonianza esclusiva di tre cecchini georgiani, protagonisti del disastro di Maidan, legati all’ex presidente georgiano Mikhail Saakashvili. Insomma, dietro i cecchini di quel sanguinoso giorno non c’erano gli uomini del presidente Yanukovich, unica “verità ufficiale” raccontata dal coro mediatico negli ultimi anni. Numerosi però erano i dubbi in merito già dall’indomani degli spari sulla folla.Ora i cecchini hanno parlato ed è assordante il silenzio dei media italiani in seguito al servizio del giornalista Micalessin, praticamente nessun giornale mainstream ha riportato la notizia. Sputnik Italia ha raggiunto per un approfondimento in merito direttamente Gian Micalessin.
Gian, come hai trovato i tre cecchini del tuo servizio? Oppure sono stati loro a contattarti?
È una storia lunga perché inizia in Siria, dove incontro un giornalista georgiano che mi dice di aver sentito la storia di questi cecchini. Ovviamente mi sono incuriosito, su Maidan c’erano già tanti dubbi a partire dal febbraio del 2014. Ho chiesto già un anno fa al giornalista georgiano di mettermi in contatto con questi personaggi, ma all’epoca loro non volevano parlare. Sono rimasto in contatto con loro, ho insistito e alla fine di questa estate lui si è rifatto vivo dicendomi che forse tre persone erano disponibili a parlare. Abbiamo organizzato un primo appuntamento a Skopje, capitale della Macedonia dove ho parlato con due di loro.
Li ho intervistati a lungo, volevo essere sicuro che fossero stati lì. Ho fatto interviste molto lunghe, mettendole a confronto. Tutto corrispondeva. Ho intervistato in un Paese dell’Est Europa poi un terzo uomo, Alexander, che mi ha portato dei filmati di lui in una tenda con altri georgiani. La storia stava in piedi.
Non hai mai dubitato di questa versione? Gli intervistati sono stati convincenti?
I racconti coincidevano fra di loro e con la ricostruzione della vicenda di Maidan. I dubbi su chi avesse sparato erano già sorti sin dall’indomani della strage, quando lo stesso ministro degli Esteri estone, pur essendo a favore dell’opposizione ucraina, aveva detto che vi erano dei seri dubbi. Una dottoressa ucraina gli raccontò che i morti dell’una e dell’altra parte erano stati colpiti dalle stesse armi. Il ministro estone riferì i suoi dubbi alla Responsabile degli Esteri dell’Unione Europea. Questa telefonata sollevò i primi dubbi, poi di questi dubbi si era parlato tantissimo.
È passata una settimana dal tuo servizio. Qual è stata la reazione dei media italiani?
Da parte dei media italiani c’è stato il silenzio totale, un silenzio strano, visto che dovremmo essere abbastanza interessati alla questione ucraina se non altro per le conseguenze che questa ha provocato all’Italia. Non dimentichiamoci che a causa delle sanzioni che l’Italia ha appoggiato sull’onda dell’Unione europea il nostro Paese ci ha rimesso tre miliardi in scambi commerciali con la Russia. Questa situazione ha provocato grossi problemi ai nostri imprenditori. Siamo inoltre rimasti coinvolti anche nell’iniziativa della NATO che porta le nostre truppe a partecipare alle operazioni ai confini con la Russia. Tutto ciò ci mette in una situazione di tensione anche da un punto di vista militare con Mosca.
Se tutto questo è la conseguenza di una realtà che non esisteva, forse bisognerà prestare più attenzione alle testimonianze dei tre personaggi che ci hanno dato una versione completamente diversa degli eventi di Maidan.
Tv e giornali russi ti hanno intervistato in merito al tuo servizio. Sono state molte le reazioni dei media stranieri, no?
Sono stato sommerso di insulti e accuse da parte degli ucraini, il mio servizio invece è stato molto apprezzato dai colleghi russi. I russi hanno anche trasmesso il filmato e mi hanno intervistato. C’è un po’di attenzione in merito al servizio anche a livello internazionale. Vediamo se prossimamente le televisioni straniere saranno interessate e vederlo.
Vi è una verità ufficiale molto consolidata e i giornali mainstream, quelli più legati al sistema e all’Unione europea, sono sicuramente abbastanza esitanti nel mettere in dubbio questa verità. Hanno seguito il caso disciplinatamente e adesso da una parte sono un po’imbarazzati, dall’altra, essendo legati alla verità ufficiale, continuano a mantenersi sulla stessa linea. Parliamo di giganti inamovibili.
di Tatiana Santi
Fonte: sputniknews.com
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