Alcide De Gasperi e le miniere di carbone in Belgio. Paolo Germani
Il 23 giugno del 1946 Alcide de Gasperi, uno dei più grandi politici italiani di tutti i tempi, firmò un accordo capestro con il governo belga che prevedeva l’invio di almeno 50.000 minatori italiani in cambio di forniture di carbone a prezzo di mercato (non a prezzo agevolato).
La propaganda delle miniere belghe
Per convincere gli italiani ad emigrare in Belgio, vennero affissi migliaia di invitanti poster di colore rosa in tutti i comuni d’Italia ed i risultati non si fecero attendere. In pochi anni emigrarono 140.000 italiani, in partenza da tutte le regioni, per lavorare soprattutto nelle miniere di Charleroi e Marcinelle, senza conoscere il lavoro del minatore, senza alcuna formazione specifica.
Il contratto imposto ai lavoratori italiani prevedeva almeno un anno di lavoro obbligato in miniera, pena la detenzione in prigione per chi non avesse rispettato il termine, non erano previste tutele sanitarie, i figli dei minatori erano obbligati a lavorare anch’essi in miniera, a partire dall’età di 14 anni, come fossero degli schiavi. I lavoratori italiani alloggiavano nei campi di concentramento costruiti da Hitler per i prigionieri sovietici e adattati in seguito da Stalin per i prigionieri tedeschi. Le miniere erano molto rischiose, le gallerie erano armate con legno marcio e materiale infiammabile, non c’erano misure di sicurezza, il lavoro era alienante, pesante, insalubre ed estremamente pericoloso. Molti furono gli italiani che morirono in miniera, a causa degli incidenti (uno per tutti i 132 italiani morti nell’incidente di Marcinelle) e per effetto della silicosi, malattia polmonare invalidante che non lascia scampo.
Il ruolo di Alcide de Gasperi
Tutta questa storia è nota ed è ben documentata. Alcide de Gasperi firmò un accordo di cui conosceva molto bene i termini, e che non era difficile prevedere avrebbe causato la morte di migliaia di italiani. Nel suo ruolo avrebbe invece dovuto tutelare gli italiani, anziché mandarli a lavorare in condizioni disumane, in un paese a loro estraneo, per essere trattati come animali. Per cosa poi? L’italia non acquistò mai carbone belga in quanto risultava essere troppo caro per le nostre tasche, non c’era infatti nessuna agevolazione nel prezzo.
Forse è il caso di rivedere la figura di Alcide de Gasperi, definito uno dei “più grandi politici italiani”. Dico forse, perché almeno in questo caso, de Gasperi è stato soltanto un altro “piccolo uomo” senza scrupoli, come ce ne sono stati tanti altri, e ce ne sono ancora, nella storia del Bel Paese, disposto a vendere a poco prezzo la pelle degli altri italiani.
di Paolo Germani
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