La Repubblica di Weimar, prova generale della rivoluzione sessuale degli anni ’60
Il periodo storico compreso tra il 1919 e il 1933 è conosciuto in Germania come la Repubblica di Weimar. Berlino divenne in quegli anni la capitale mondiale della perversione sessuale e della depravazione. In ogni dove c’erano prostitute, comprese bambine di 10 anni, che si proponevano ai turisti del sesso. Si contavano 17 tipi di prostitute, alcune lavoravano nei bordelli, altre all’aperto.
L’omosessualità dilagava.
La sera, in ogni angolo delle strade, si offrivano coppie formate da madre e figlia, quasi sempre una bambina, per il sesso a tre. Gli sfruttatori proponevano sesso con animali, con ragazze di ogni età e con donne menomate, sesso con donne incinte, amplessi in piedi, negli angoli più bui delle strade, masturbazione, sesso orale.
In quel periodo gli ebrei esercitavano un serrato controllo economico e culturale della Germania. Gestivano le attività di intrattenimento, il cinema, il teatro, il burlesque, gli hotel a ore, i bordelli. Un’analisi dettagliata di com’era la Berlino della Repubblica di Weimar, e del coinvolgimento degli ebrei nella caduta morale della città, la trovate in un precedente post, scritto da Lasha Darkmoon.
A seguire, dello stesso autore, un confronto tra ciò che successe a Berlino negli anni trenta e la rivoluzione sessuale degli anni sessanta.
La Repubblica di Weimar e la Scuola di Francoforte
La mia impressione, anche se potrei sbagliarmi, è che la Germania di Weimar possa essere vista come una prova generale della rivoluzione sessuale degli anni ’60, una rivoluzione negli atteggiamenti e nei comportamenti che ha coinvolto l’America per diffondersi in seguito come un virus in Europa e nel resto del mondo.
Ricordiamo che in Germania, durante la Repubblica di Weimar – nel 1923 per la precisione – presso l’Università di Francoforte venne fondato l‘Institut für Sozialforschung. Finanziato dall’ebreo argentino Felix Weil, questo istituto divenne in seguito la famigerata Scuola di Francoforte. [1]
È mia opinione che i tedeschi siano state le prime cavie di questo gruppo di marxisti culturali [2], tutti ebrei tranne Habermas. Erano rivoluzionari che volevano ottenere un completo controllo sociale imponendo la loro visione marxista del mondo al resto della società. È evidente che non esiste altro modo per controllare una società dotata di forti valori morali se non quello di indebolire quei valori.
La formula è semplice: distruggere il sistema delle credenze su cui si fonda quella società, in particolare la sua religione e i suoi tradizionali codici di onore e decenza. Promuovere l’ateismo e la filosofia della disperazione. Per dirla in un linguaggio anche più semplice:
riduci gli uomini come fossero animali, se vuoi controllarli.
Fu George Lukács [3], uno dei padri fondatori della Scuola di Francoforte, che propugnava per “una cultura del pessimismo e per un mondo abbandonato da Dio“. [4] E fu uno dei loro ideologi più fanatici, Willi Munzenberg [5], che disse di voler rovesciare il mondo come un calzino e rendere un inferno la vita sulla terra.
Ecco le sue esatte parole:
Dobbiamo organizzare gli intellettuali e usarli per fare la storia della civiltà occidentale! Solo allora, dopo aver corrotto tutti i valori e reso impossibile la vita, potremo imporre la dittatura del proletariato. [6]
Con intellettuali ebrei come questo al timone, che facevano tutto il possibile per promuovere l’immoralità e creare una distopia sociale orwelliana, c’è da meravigliarsi se i tedeschi sono scivolati giù per il pendio e sono finiti dove sono finiti?
La rivoluzione sessuale degli anni sessanta
In America i marxisti culturali pensarono di applicare alcune variazioni alle tecniche utilizzate nella Repubblica di Weimar. Questa volta, oltre alla corruzione morale, avrebbero usato il multiculturalismo come arma di distruzione di massa. Avrebbero inondato il paese di immigrati, sia legali che illegali. Avrebbero introdotto il conflitto razza contro razza (conflitto etnico ingegnerizzato), genitore contro figlio (attacco all’autorità) e uomo contro donna (femminismo radicale).
E soprattutto, avrebbero insegnato alle razze non bianche a considerare la razza bianca come il male supremo:
“il cancro della storia umana”, per citare la femminista ebrea Susan Sontag. [7]
Che cosa hanno imparato i marxisti culturali dall’esperienza di Weimar in Germania?
Hanno imparato che la rivoluzione sessuale, per avere successo, doveva essere introdotta in modo lento e graduale. “Moderne forme di soggezione”, aveva appreso la Scuola di Francoforte, “sono caratterizzate da mitezza”. [8] Weimar aveva fallito perché il ritmo era stato troppo frenetico. Le persone erano consapevoli di essere state corrotte. E questo è stato fatale.
Per corrompere efficacemente una nazione bisogna fare in modo che la discesa nel degrado sia un processo infinitamente lento e impercettibile, un passo minuscolo alla volta. Proprio come coloro che desiderano cucinare rane vive in una casseruola, per ridurle ad uno stato comatoso, si devono immergere in acqua fredda e farle bollire fino alla morte il più lentamente possibile. [9]
L ‘avvento di Hitler
Per non essere accusato di antisemitismo, dopo questo crudo ritratto della sistematica corruzione sessuale del popolo tedesco per mano dei loro padroni ebrei – un classico esempio di ingegneria sociale praticato su un’intera popolazione – permettetemi di citare quanto affermato da un’autorità ebraica, ben nota e rispettata, sul periodo di Weimar.
Si tratta del dottor Manfred Reifer, e scrive in una prestigiosa pubblicazione ebraica:
“Mentre gran parte della nazione tedesca lottava per preservare la propria razza, noi ebrei riempivamo le strade della Germania con le nostre voci. Mandavamo in stampa articoli sul loro Natale e sulla loro Pasqua e amministravamo le loro credenze religiose nel modo che ritenevamo più opportuno. Abbiamo ridicolizzato i più alti ideali della nazione tedesca e profanato le cose che essa riteneva sacre.”
Dott. Manfred Reifer, nella rivista ebraica tedesca Czernowitzer Allegemeine Zeitung, settembre 1933
Nello stesso mese in cui furono scritte queste parole, settembre del 1933, Adolf Hitler rimosse ogni singolo ebreo dalle posizioni di influenza nei mass media, dai campi della letteratura, dell’arte, della musica, del giornalismo, del cinema e dell’intrattenimento popolare in generale [10] .
L’influenza che gli ebrei avevano esercitato sulla psiche tedesca doveva essere considerata d’ora in poi, a torto o a ragione, come deleteria e perniciosa. E Kulturbolschewismus, o “cultura bolscevica”, un termine dispregiativo per la stessa cultura ebraica, divenne sinonimo di anarchia morale e decadenza sessuale.
* * *
Note finali
[1] La Scuola di Francoforte: Wikipedia. Per un punto di vista alternativo e più dissidente, vediThe Frankfurt School: Metapediae i suoi numerosi link.
[2] I lettori che desiderano saperne di più sull’ambiente filosofico della modernità – vale a dire, la palude culturale del bolscevismo sessuale in cui le masse arretrate sono costrette a dimenarsi oggi – sono invitati a fare uno studio attento dei seguenti otto articoli principali:
(a) Arnaud de Lassus The Frankfurt School: Cultural Revolution
(b) Kevin MacDonald, The Culture of Critique, Capitolo 5
(c) William S. Lind, Cos’è il marxismo culturale?
(d) William S. Lind, che ha rubato la nostra cultura?
(e) Timothy Matthews, The Frankfurt School: Cospirazione per corrompere. (O il mio più breve adattamento di questo con un commento esteso,Satan’s Secret Agents: The Frankfurt School e il suo Evil Agenda . )
(f) Michael Minnicino, The Frankfurt School e ‘Political Correctness’
(g) Marxismo culturale: (Metapedia).
(h) Il bolscevismo sessuale: (Metapedia).
[3] Georges Lukács, Wikipedia.
[4] Timothy Matthews, The Frankfurt School: Cospirazione per corrompere.
[5] Willi Munzenberg, Wikipedia. Vedi anche The Red Millionaire di Sean McMeekin : Una biografia politica di Willi Münzenberg, in cui Münzenberg è descritto come “l’autore di alcune delle bugie più colossali dell’era moderna …. Ha contribuito a scatenare una piaga della cecità morale sul mondo da cui non abbiamo ancora recuperato”.
[6] Lasha Darkmoon, The Plot Against Art (parte 1).
[7] “La verità è che Mozart, Pascal, Algebra Booleana, Shakespeare, governo parlamentare, chiese barocche, Newton, l’emancipazione delle donne, i balletti di Kant, Marx e Ballanchine non riscattano ciò che questa particolare civiltà ha prodotto sul mondo. La razza bianca è il cancro della storia umana. “- Susan Sontag, Partisan Review , Winter 1967, p. 57. Questa infame citazione, una tempo citata nell’articolo di Wikipedia su Sontag, è stata recentemente rimossa.
[8] Arnaud de Lassus, The Frankfurt School: Cultural Revolution .
[10] La cronologia dell’Olocausto
di Lasha Darkmoon
Fonte: https://www.darkmoon.me
Traduzione: www.altreinfo.org
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