Nell’Impero Austro-Ungarico soltanto a partire dal 1867 vennero garantiti pieni diritti a tutte le etnie, ebrei compresi. Prima di allora gli ebrei non godevano di tutti i diritti di cittadinanza, in quanto vigevano dei divieti a loro carico, e non sempre potevano acquistare proprietà immobiliari.
In pochi decenni gli ebrei riuscirono a egemonizzare l’intera economia austriaca.
Karl Kraus, noto scrittore austriaco dell’epoca, riferendosi ai nuovi studi sulla psiche condotti da Sigmund Freud, ma anche al dominio da parte degli ebrei sulla città di Vienna, scriveva a fine ottocento:
Gli ebrei controllano la stampa, il mercato azionario e adesso anche l’inconscio
In quel periodo incominciavano le prime tensioni con gli ebrei. La situazione, così come si presentava nel 1890, la descrive F. Trocase nel libro “L’Austriche Juive”. Di lì a poco sarebbero iniziate anche le persecuzioni.
A seguire alcuni passaggi tratti dal suo racconto.
L’Austria ebraica
Sembra inspiegabile l’incredibile facilità con cui gli Ebrei hanno compiuto la conquista dell’Impero. Il primo atto compiuto dagli Israeliti è stato quello di attaccare, per mezzo della loro Stampa, la fede cristiana, gettando su di essa il ridicolo, in un modo tale che le Chiese sono state disertate, ed i preti minacciati e sbeffeggiati.
Poi è venuto lo sfruttamento pianificato della popolazione, attuato dai Grandi Industriali Ebrei, che hanno messo in scena l’usura in tutte le sue forme.
Essi si sono impadroniti dell’intera attività sociale, ed hanno fatto delle loro inimmaginabili fortune, uno strumento d’oppressione sempre più potente ed esteso, per dominare l’opinione pubblica, per ottenere gli alti incarichi, e per controllare i gangli nevralgici del Potere. Con l’impudenza orgogliosa, di chi ha ottenuto troppo facilmente il successo, essi si sono allora adoperati per demolire, in ogni possibile modo, ciò che ancora poteva ostacolarli.
Tutto il commercio all’ingrosso è nelle loro mani e a Vienna resta, di non ebreo, appena qualche piccolo negozio al dettaglio, che essi tuttavia si sforzano d’eliminare.
Gli ebrei sono, nei paesi austriaci, i padroni di tutte le fabbriche dei beni di consumo di prima necessità, e, in seguito al loro successo, una marea d’altri ebrei, provenienti dalla Russia, dalla Romania, e dalla Polonia galiziana, si è riversata a Vienna, infiltrandosi ovunque e sommergendo, con la propria concorrenza disonesta, gli antichi commercianti, gli artigiani, e i piccoli industriali non ebrei, che sono stati ridotti alla miseria, o che si sono visti costretti a lavorare per gli ebrei, con dei salari ridicoli.
Ciò che è accaduto a Vienna, si è compiuto anche negli altri centri commerciali della provincia, dove gli ebrei, piombativi come una nube di voraci cavallette, si sono accaparrati, ad ogni livello, il commercio, l’industria, le banche, le assicurazioni, e le casse di risparmio, annegando lo Stato austriaco in un debito di miliardi di fiorini.
Forti di tutto questo sfacelo, essi si sono impadroniti anche della terra austriaca, il cui acquisto, prima del 1849, era loro interdetto. Il barone de Rothschild possiede ora, da solo, un quarto della Grande Proprietà in Boemia:
ben sette volte di più della stessa Famiglia Imperiale; per non parlare dei suoi possedimenti in Bassa Austria, in Moravia, in Slesia, ed in Ungheria.
L’interdizione fatta agli Ebrei polacchi di Galizia, di possedere la terra, è durata fino al 1867. Nel 1880, i grandi proprietari ebrei erano già 680, ed ora essi possiedono le terre più fertili del Paese; ovvero, hanno in mano l’agricoltura e controllano la vita degli agricoltori e dei contadini autoctoni.
Dodicimila fattorie austriache sono cadute nelle mani degli usurai ebrei, che hanno ridotto gli antichi proprietari alla miseria ed al ruolo di servi.
Mentre s’impadronivano delle ricchezze fondiarie ed immobiliari, gli ebrei hanno dato la scalata anche alle alte Cariche Pubbliche, e sono entrati in Parlamento, prendendo parte alla confezione di leggi che li avvantaggiavano.
Nelle Arti, nella Musica, nel Teatro, hanno raggiunto una posizione del tutto dominante. Poi hanno monopolizzato la Stampa e la Critica, in modo che nessuno può, oggi, riuscire ad attrarre l’attenzione del pubblico senza avere ottenuto il loro prezioso consenso.
Hanno messo le mani su ogni cosa.
Si trovano all’apice della pubblica amministrazione. La politica estera ed interna dipende ormai da loro. Incredibile è anche la sproporzione esistente fra il loro numero e la loro assillante presenza: come docenti, nelle Università, o nelle libere professioni, nel giornalismo, nella medicina, e nelle belle arti.
Dei 16 grandi quotidiani viennesi, 10 appartengono agli Ebrei, e sono da essi redatti ed amministrati.
Gli altri sono semplici organi di partito. Ebree risultano essere anche le principali pubblicazioni settimanali. Nonostante tutti questi dati di fatto, ed a dispetto delle molte voci che si levano contro di loro, gli Ebrei continuano a presentarsi ed a volersi far passare per degli strenui difensori di tutte le libertà.
Nei giornali ebrei non si parla che di principi umanitari, d’una marcia della civiltà che darà, essi dicono, un rimedio a tutte le sofferenze, e dei consigli salutari utili in tutte le situazioni, latte per l’infanzia, e vino generoso per la vecchiaia. Ma questa verbosa logomachia, non riesce ad ingannare più nessuno.
Ognuno ha ormai compreso, in Austria, a cosa mirano queste sedicenti dottrine liberali ed umanistiche, che hanno condotto la popolazione ad un duro servaggio. Nessuno può ormai dissimulare la verità, e neppure tentare d’attenuarla. Non bisogna far altro che aprire gli occhi, per vedere che l’Austria è stata consegnata ad un feudalesimo senza scrupoli, che ha consegnato il paese alla voracità da locuste di questi “Amici dell’umanità”, che, monopolizzando e prosciugando le risorse di un Paese essenzialmente agricolo, si sono arricchiti a dismisura, speculando sul mercato dei cereali, e costringendo il popolo a pagare carissimo il proprio pane quotidiano.
Sul piano dell’attività finanziaria, il ruolo degli Ebrei in Austria è stato fra i più disastrosi. I loro “abili” colpi in Borsa hanno tolto periodicamente ai risparmiatori austriaci quel poco che avevano messo da parte. Gli ebrei hanno anche prodotto il terribile ed indimenticabile crack del 1873, che ha portato l’Impero sull’orlo della catastrofe sociale ed economica.
Quando gli Ebrei pretendono che l’antisemitismo sia il prodotto d’un odio religioso, spinto all’estremo, essi mentono sapendo benissimo di mentire. Spargendo il loro veleno letterario in tutti i settori della società, essi hanno operato alla decristianizzazione dell’Austria.
di Paolo Germani
Testi tratti da:
“L’Austriche Juive” F. Trocase, Cap. V, pag. 129 e segg.. Edizioni Pierret, Parigi
PS: il disegno di copertina è d’epoca ed è stato scelto dall’articolista in quanto rispecchia l’immagine degli ebrei che si stava pericolosamente diffondendo a fine ottocento, per rafforzarsi ancora a inizi del novecento e concludersi come sappiamo. In nessun caso è da considerarsi spregiativo verso gli ebrei. Il suo unico scopo è quello di farci calare nel periodo storico analizzato.