Le bugie sulla Seconda Guerra mondiale. Paul Craig Roberts - www.altreinfo.org

Le bugie sulla Seconda Guerra mondiale. Paul Craig Roberts

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All’indomani di una guerra, non è possibile scriverne la storia. Chi ha perso non ha nessuno con cui parlare mentre gli storici della parte vincente sono condizionati da anni e anni di propaganda bellica intesa a demonizzare il nemico e a nascondere i crimini di guerra commessi dai “giusti” vincitori. Le persone vogliono godersi la vittoria e non possono sapere se il proprio paese è stato responsabile dello scoppio della guerra o se la guerra stessa avrebbe potuto essere evitata, perché tali informazioni sono contenute in dossier secretati dai loro stessi leader politici. Le memorie di chi l’ha combattuta non vengono raccolte, i diari si perdono o vengono nascosti per paura di ritorsioni. Individuare testimoni, convincerli a parlare, specie se si tratta di quelli che hanno perso, è costoso e richiede tempo.

Qualsiasi versione che sfidi quella ufficiale ha bisogno di prove e conferme stabilite da una gran quantità di documenti ufficiali, dichiarazioni, diari, memorie, lettere, e nemmeno questo potrebbe essere sufficiente. Per quanto riguarda la Seconda Guerra mondiale la ricerca si deve estendere fin nella Nuova Zelanda e nell’Australia, passando per il Canada, l’Europa, il Regno Unito e la Russia. Uno storico a caccia della verità deve affrontare lunghi anni di ricerca e di affinamento delle proprie conoscenze per giudicare ed assimilare le prove scoperte allo scopo di dare una visione più vicina alla realtà storica di quanto accaduto. La verità è sempre estremamente differente rispetto alla propaganda operata da chi ha vinto.

Come ho riferito di recente, Harry Elmer Barnes è stato il primo storico americano a fornire una storia della prima guerra mondiale basata su fonti primarie. Il suo resoconto sincero differiva in modo così sostanziale dalla propaganda di guerra che gliene furono dette di tutti i colori. https://www.paulcraigroberts.org/2019/05/09/the-lies-that-form-our-consciousness-and-false-historical-awareness/

La verità raramente è la benvenuta. David Irving, senza dubbio il miglior storico europeo della seconda guerra mondiale, ha imparato, a sue spese, che sfidare i miti alla fine si paga salato. Tuttavia, Irving perseverò. Se volete sfuggire alle bugie sulla seconda guerra mondiale che ancora oggi imperversano, dovete solo studiare due libri di David Irving: Hitler’s War e il primo volume della sua biografia di Churchill, Churchill’s War: The Struggle for Power.

Irving è uno storico che ha trascorso decenni a rintracciare diari e sopravvissuti e a rintracciare documenti ufficiali. È lo storico che ha trovato il diario di Rommel e i diari di Goebbles, quello che ha ottenuto l’accesso agli archivi sovietici, e così via. Ha più familiarità con i fatti autentici sulla seconda guerra mondiale rispetto al resto di tutti gli storici messi insieme. Il famoso storico militare britannico, Sir John Keegan, scrisse nel Times Literary Supplement: “Due libri si distinguono dalla vasta letteratura della seconda guerra mondiale: The Struggle for Europe di Chester Wilmot, pubblicato nel 1952, e Hitler’s War di David Irving.

Nonostante i molti riconoscimenti, oggi Irving viene boicottato e deve pubblicare i suoi libri da se.

Eviterò di dire perchè accade questo, ma, sì, avete indovinato, sono stati i sionisti. Semplicemente non puoi dire nulla che altera la loro immagine propagandistica della storia.

In chiusura, illustrerò le mie impressione derivate dalla lettura di queste due opere magistrali. Irving stesso è molto avaro nel rilasciare sue opinioni. Fornisce solo i fatti ricavati da documenti ufficiali, intercettazioni registrate, diari, lettere e interviste.

La seconda guerra mondiale fu la guerra di Churchill, non la guerra di Hitler. Irving fornisce fatti documentati grazie ai quali il lettore non può non concordare con questa conclusione. Churchill ottenne la sua guerra, che tanto ardentemente aveva desiderato, a causa del trattato di Versailles che sottrasse alla Germania territori tedeschi e le impose umiliazioni ingiuste e irresponsabili.

Hitler e la Germania nazionalista e socialista (il “nazista” sta per “Partito operaio nazionalsocialista) sono le entità più demonizzate della storia. Qualsiasi persona che trova qualcosa di buono in Hitler o nella Germania dell’epoca viene immediatamente demonizzata e diventa un emarginato indipendentemente dai fatti. Irving ne è consapevole. Ogni volta che il suo resoconto fattuale su Hitler inizia a mostrare una persona troppo diversa dall’immagine demonizzata, Irving corregge con un linguaggio negativo su Hitler.

Allo stesso modo per Winston Churchill. Ogni volta che la descrizione fatta da Irving mostra una persona completamente diversa dall’icona da adorare, Irving si corregge usando un linguaggio più positivo.

Questo è ciò che uno storico è costretto a fare per sopravvivere dicendo la verità.

Per essere chiari, in quello che segue sto semplicemente riportando ciò che mi sembra essere la conclusione dai fatti documentati presentati in queste due opere di studio. Sto semplicemente riportando quello che ho capito dalla ricerca di Irving. Leggete i libri e traetene la vostra conclusione.

La seconda guerra mondiale iniziò con la dichiarazione di guerra britannica e francese contro la Germania, non da un blitzkrieg tedesco a sorpresa. La completa disfatta e il collasso degli eserciti britannico e francese fu il risultato dell’ aver dichiarato una guerra per la quale la Gran Bretagna era impreparata a combattere mentre gli sciocchi francesi si sono lasciati trascinare da un trattato con gli inglesi, i quali rapidamente abbandonarono il loro alleato francese, lasciando la Francia alla mercè dei tedeschi.

La pietà della Germania fu notevole. Hitler lasciò una larga parte della Francia e le colonie francesi non occupate e al sicuro dalla guerra sotto un governo semi-indipendente guidato da Petain. Per il suo servizio nel proteggere una parvenza di indipendenza francese, Petain fu condannato a morte da Charles de Gaulle, dopo la guerra, come collaborazionista con la Germania, una cosa ingiusta.

In Gran Bretagna, Churchill non era al potere, ma immaginava che una guerra lo avrebbe riportato al governo. Nessun britannico potrebbe eguagliare la retorica mostrata da Churchill nelle sue orazioni. O la sua determinazione. Churchill desiderava il potere, e voleva riproporre le incredibili imprese militari del suo illustre antenato, il Duca di Marlborough, di cui scrisse la biografia, che sconfisse dopo anni di lotta militare il potente re Sole francese, Luigi XIV, il sovrano più potente d’Europa.

A differenza dell’aristocratico britannico, Hitler era un uomo del popolo. Operò per il popolo tedesco. Il trattato di Versailles aveva smembrato la Germania. Territori della Germania furono sottratti e consegnati a Francia, Belgio, Danimarca, Polonia e Cecoslovacchia. Dato che la Germania non aveva effettivamente perso la guerra, dato che ancora occupava territori stranieri nel momento in cui accettò un ingannevole armistizio, la perdita di circa 7 milioni di tedeschi passati sotto il controllo di Polonia e Cecoslovacchia, dove i tedeschi furono perseguitati, non fu considerato un risultato equo.

Il programma di Hitler era di rimettere la Germania di nuovo insieme. Ci è riuscito senza guerra fino a quando non è arrivato ai confini con la Polonia. Le richieste di Hitler erano giuste e realistiche, ma Churchill, finanziato dal Focus Group con denaro ebraico, esercitò una tale pressione sul primo ministro britannico Chamberlain che Chamberlain intervenne nei negoziati polacco-tedeschi e rilasciò una garanzia britannica alla dittatura militare polacca qualora la Polonia si fosse rifiutata di cedere territorio e popolazioni tedesche.

Gli inglesi non avevano modo di far valere la garanzia, ma la dittatura militare polacca mancava dell’intelligenza per rendersene conto. Di conseguenza, la dittatura polacca rifiutò la richiesta della Germania.

Da questo errore di Chamberlain e dalla stupida dittatura polacca, arrivò l’accordo Ribbentrop / Molotov secondo cui Germania e Unione Sovietica si sarebbero spartite la Polonia tra loro. Quando Hitler attaccò la Polonia, la Gran Bretagna e gli sfortunati francesi dichiararono guerra alla Germania a causa della inapplicabile garanzia britannica. Ma gli inglesi e i francesi furono attenti a non dichiarare guerra all’Unione Sovietica che avrebbe occupato la metà orientale della Polonia.

Così la Gran Bretagna fu responsabile della seconda guerra mondiale, dapprima stupidamente interferendo nelle trattative tedesco-polacche, e in secondo luogo dichiarando guerra alla Germania.

Churchill era concentrato sulla guerra con la Germania, come faceva già da anni prima della guerra. Ma Hitler non voleva nessuna guerra con la Gran Bretagna o con la Francia, e non aveva alcuna intenzione di invadere la Gran Bretagna. La minaccia di invasione era una chimera evocata da Churchill per unire l’Inghilterra dietro di sè. Hitler espresse la sua opinione secondo cui l’impero britannico fosse essenziale per l’ordine nel mondo e che in sua assenza gli europei avrebbero perso la loro supremazia mondiale.

Dopo la sconfitta degli eserciti franco-britannici ad opera dei tedeschi, Hitler offrì una pace straordinariamente generosa alla Gran Bretagna. Dichiarò che non voleva nulla dalla Gran Bretagna, solo la restituzione delle colonie tedesche perse dopo la Prima Guerra mondiale. Propose di affidare all’esercito tedesco la difesa dell’impero britannico e disse che avrebbe ricostituito sia lo stato polacco che quello cecoslovacco e li avrebbe lasciati alla loro auto determinazione. Disse ai suoi associati che la sconfitta dell’Impero britannico non avrebbe portato nessun vantaggio per la Germania ma solo per la Russia bolscevica e il Giappone.

Winston Churchill mantenne le offerte di pace di Hitler il più segreto possibile e riuscì nei suoi sforzi per bloccare ogni sforzo di pace. Churchill voleva la guerra, in gran parte per la sua gloria personale. Franklin Delano Roosevelt incoraggiò astutamente Churchill nella sua guerra, ma senza impegnarsi ufficialmente con la Gran Bretagna. Roosevelt sapeva che con la guerra avrebbe raggiunto il suo scopo di mandare in bancarotta la Gran Bretagna e distruggere l’Impero britannico, e che il dollaro americano avrebbe ereditato la potente posizione dalla sterlina britannica di essere la valuta di riserva globale.

Una volta che Churchill aveva intrappolato la Gran Bretagna in una guerra che non poteva vincere da sola, Roosevelt iniziò a concedere aiuti a prezzi estremamente alti, ad esempio 60 cacciatorpedinieri statunitensi obsoleti e in gran parte inutili per le basi navali britanniche nell’Atlantico. Il presidente americano ritardò il Lend-Lease(1) fino a quando la disperata Gran Bretagna non restituì 22.000 milioni di dollari in oro britannico più 42 milioni di dollari in oro situato in Sudafrica. Quindi iniziò la vendita forzata di investimenti britannici all’estero. Ad esempio, la Viscose Company di proprietà britannica, che aveva un valore di 125 milioni di dollari nel 1940 , non aveva debiti e deteneva 40 milioni in titoli di stato, fu venduta alla House of Morgan per 37 milioni. Fu un autentico furto visto che gli inglesi alla fine ottennero circa due terzi del valore della compagnia pur di consegnare a Washington il pagamento per le munizioni di guerra.

L’aiuto americano fu concesso anche “a condizione che la Gran Bretagna smantellasse il sistema di preferenza imperiale legato all’accordo di Ottawa del 1932(2).” Per Cordell Hull, l’aiuto americano era “un coltello per aprire quel guscio di ostrica, l’Impero.” Churchill ne era consapevole, ma non era in condizione di fare nient’altro se non sottomettersi a FDR: Sarebbe sbagliato, Churchill scrisse a Roosevelt, se “la Gran Bretagna venisse privata di tutti i suoi beni economici tanto da rimanere spolpata fino all’osso, dopo una vittoria conquistata con il nostro sangue, dopo aver salvato la civiltà e dopo aver permesso agli Stati Uniti di armarsi adeguatamente contro tutte le eventualità”.

Si potrebbe scrivere un lungo saggio su come Roosevelt abbia permesso che la Gran Bretagna venisse spogliata dai suoi beni e dalla sua potenza mondiale. Irving scrive che in un’epoca di statisti paragonabili a gangster, Churchill non faceva parte della banda di Roosevelt. La sopravvivenza dell’impero britannico non era una priorità per FDR, il quale considerava Churchill come un pollo da spennare, inaffidabile e ubriaco per la maggior parte del tempo. Irving riferisce che la politica di FDR era di pagare quel tanto che bastava per dare a Churchill “il tipo di sostegno che una corda dà a un impiccato”. Roosevelt perseguì “la sua intenzione di sovvertire l’impero per tutta la guerra”. Alla fine Churchill si rese conto che Washington era in guerra con la Gran Bretagna più ferocemente di quanto non lo fosse Hitler.

La grande ironia era che Hitler aveva offerto a Churchill la pace e la sopravvivenza dell’Impero. Quando fu troppo tardi, Churchill arrivò alla stessa conclusione di Hitler, che il conflitto con la Germania fosse una guerra “per lo più inutile”. Anche Pat Buchanan la vede così. https://www.amazon.com/Churchill-Hitler-Unnecessary-War-Britain/dp/0307405168/ref=sr_1_3?keywords=Pat+Buchanan&qid=1557709100&s=books&sr=1-3

Hitler proibì il bombardamento delle aree civili delle città britanniche. Fu Churchill a dare inizio a questo crimine di guerra, successivamente emulato dagli americani. Churchill ha tenuto segreto il bombardamento britannico dei civili tedeschi al popolo britannico e ha lavorato per impedire il monitoraggio della Croce Rossa dei raid aerei, così nessuno avrebbe saputo che stava bombardando le aree residenziali civili, non obiettivi militari. Lo scopo del bombardamento di Churchill – prima bombe incendiarie per scatenare gli incendi e poi quelle da alto potere esplosivo per impedire ai vigili del fuoco di intervenire contro gli incendi – era di provocare un attacco tedesco a Londra, con cui Churchill avrebbe legato a sè il popolo britannico e creato simpatia negli Stati Uniti verso la Gran Bretagna aiutando Churchill a trascinare l’America in guerra.

Un raid britannico uccise 50.000 persone ad Amburgo mentre un successivo attacco alla stessa città causò la morte di 40.000 civili. Churchill ordinò anche che del gas velenoso venisse aggiunto alle bombe incendiarie sganciate sulle aree residenziali civili tedesche e che Roma venisse bombardata fino a ridurla in cenere. La British Air Force rifiutò entrambi gli ordini. Alla fine della guerra, gli inglesi e gli americani distrussero la bellissima città barocca di Dresda, bruciando e soffocando 100.000 persone nell’attacco. Dopo mesi di attacchi incendiari alla Germania, inclusa Berlino, Hitler cedette ai suoi generali e rispose di conseguenza. Churchill ce l’aveva fatta. La storia divenne “il London Blitz”, non il blitz britannico sulla Germania.

Come Hitler in Germania, Churchill ha preso in mano la direzione della guerra in Gran Bretagna. Ha agito più come un dittatore che ignora i consigli dei servizi armati che come un primo ministro che si fa consigliare dai leader militari del paese. Entrambi i capi avrebbero potuto essere corretti nelle loro valutazioni dai loro ufficiali comandanti, ma Hitler era uno stratega di guerra molto migliore di Churchill, il quale non ne azzeccava una. Alla disfatta di Gallipoli durante la prima guerra mondiale, si aggiunse ora l’invio di truppe britanniche in Norvegia, Grecia, Creta, Siria – tutte decisioni fallimentari e ridicole – e il fiasco di Dakar(3). Churchill attaccò i francesi, distruggendone la flotta e provocando la morte di 1.600 marinai francesi a causa del suo personale timore, infondato, che Hitler avrebbe violato il trattato con i francesi impossessandosi della flotta. Ognuna di queste disavventure “churchilliane” avrebbe potuto sfociare in un voto di sfiducia, ma con Chamberlain e Halifax fuori dai giochi non c’era una leadership alternativa. In effetti, la mancanza di leadership è la ragione per cui né il consiglio dei ministri né i militari potevano resistere a Churchill, una persona dalla determinazione ferrea.

Anche Hitler era una persona di ferrea determinazione, e ammantò di determinazione sia se stesso che la Germania. Non ha mai voluto la guerra con l’Inghilterra e la Francia. Questa fu opera di Churchill, non di Hitler. Come Churchill, che aveva alle spalle il popolo britannico, Hitler aveva il popolo tedesco dietro di sé, perché rappresentava la Germania e aveva ricostruito la Germania dallo stupro e dalla rovina del trattato di Versailles. Ma Hitler, non un aristocratico come Churchill, ma di umili origini ordinarie, non ha mai ricevuto la lealtà di molti aristocratici ufficiali militari prussiani, quelli con “von” prima del loro nome. Era afflitto da traditori dell’Abwehr, dalla sua intelligence militare, incluso il suo direttore, l’ammiraglio Canaris. Sul fronte russo nell’ultimo anno, Hitler fu tradito da generali che aprirono strade ai russi verso Berlino indifesa.

I peggiori errori di Hitler furono la sua alleanza con l’Italia e la sua decisione di invadere la Russia. Ha anche sbagliato a lasciare che gli inglesi abbandonassero Dunkerque. Li lasciò andare perché non voleva rovinare la possibilità di porre fine alla guerra umiliando gli inglesi con la perdita dell’intero esercito. Ma con Churchill non c’era possibilità di pace. Non distruggendo l’esercito britannico, Hitler rafforzò Churchill che trasformò l’evacuazione in un atto di eroismo per poter continuare la guerra contro la Germania.

Non è chiaro il motivo per cui Hitler invase la Russia. Una possibile ragione è una informazione scarsa o intenzionalmente ingannevole dell’Abwehr sulle capacità militari russe. Hitler in seguito disse ai suoi consiglieri che non avrebbe mai ordinato l’invasione se avesse saputo delle enormi dimensioni dell’esercito russo e della straordinaria capacità dei sovietici di produrre carri armati e aerei. Alcuni storici hanno concluso che la ragione per cui Hitler invase la Russia fu che temeva che gli inglesi non avrebbero accettato di porre fine alla guerra perché si aspettavano che la Russia entrasse in guerra contro la Germania. Pertanto, Hitler decise di escludere questa possibilità conquistando la Russia. Un russo ha scritto che Hitler attaccò perché Stalin si stava preparando per attaccare la Germania. Stalin aveva forze considerevoli molto avanzate, ma avrebbe avuto più senso se Stalin avesse aspettato che l’Occidente si salassasse da solo con quella guerra, intervenendo in seguito conquistandolo tutto. O forse Stalin si stava posizionando per occupare parte dell’Europa orientale per mettere più territori cuscinetto tra l’Unione Sovietica e la Germania.

Qualunque sia la ragione dell’invasione, ciò che ha sconfitto Hitler è stato il primo vero inverno russo dopo 30 anni. Bloccò tutto prima che l’accerchiamento ben pianificato potesse essere completato. L’inverno rigido che immobilizzò i tedeschi diede a Stalin il tempo riorganizzarsi.

A causa dell’alleanza di Hitler con Mussolini, a cui mancava un’efficace forza combattente, le risorse necessarie sul fronte russo vennero ridotte due volte per salvare l’Italia. A causa delle disavventure di Mussolini, Hitler ha dovuto spostare truppe, carri armati e aerei da combattimento dall’invasione russa per salvare l’Italia in Grecia e nel Nord Africa e occupare Creta. Hitler commise questo errore per lealtà nei confronti di Mussolini. Più tardi nella guerra, quando i contrattacchi russi spingevano i tedeschi fuori dalla Russia, Hitler dovette distogliere preziose risorse militari per salvare Mussolini dall’arresto e occupare l’Italia per impedirne la resa. La Germania semplicemente mancava della manodopera e delle risorse militari necessarie per combattere su un fronte di 1.000 miglia in Russia, e anche in Grecia e Nord Africa, occupare parte della Francia e difendersi contro un’invasione americana / britannica in Normandia e in Italia.

L’esercito tedesco era una magnifica forza combattente, ma fu sopraffatto da troppi fronti, scarsa strumentazione e comunicazioni insufficienti. I tedeschi non hanno mai preso contromisure nonostante le molte prove che gli inglesi avevano decifrato la loro crittografia. Pertanto, gli sforzi per rifornire Rommel in Nord Africa furono impediti dalla marina britannica.

Irving non si riferisce mai direttamente in nessun libro all’Olocausto. Documenta il massacro di molti ebrei, ma il quadro che emerge dalle prove concrete è che l’olocausto del popolo ebraico fu diverso rispetto alla storia ufficiale sionista.

Nessun piano tedesco, o ordini di Hitler, o di Himmler o di chiunque altro, sono mai stati trovati a favore di un olocausto organizzato con gas e cremazione degli ebrei. Questo è straordinario in quanto un uso così massiccio delle risorse e dei trasporti avrebbe richiesto una massiccia organizzazione, budget e risorse. Ciò che i documenti mostrano è il piano di Hitler di ricollocare gli ebrei europei in Madagascar dopo la fine della guerra. Con il successo iniziale dell’invasione russa, questo piano fu cambiato con l’intenzione di mandare ebrei europei e ebrei bolscevichi nella parte più orientale della Russia che Hitler aveva intenzione di lasciare a Stalin. Ci sono ordini documentati dati da Hitler con cui si impediscono massacri di ebrei. Hitler disse più e più volte che “il problema ebraico” sarebbe stato risolto dopo la guerra.

Sembra che la maggior parte dei massacri di ebrei furono commessi da amministratori politici tedeschi di territori occupati nell’est dove furono trasferiti ebrei dalla Germania e dalla Francia. Invece di amministrare quella incombenza, alcuni amministratori preferirono allinearli di fronte a trincee aperte e fucilarli. Altri ebrei caddero vittime della rabbia degli abitanti dei villaggi russi che avevano sofferto a lungo con gli amministratori ebrei bolscevichi.

I “campi di sterminio” erano in effetti campi di lavoro. Auschwitz, ad esempio, oggi un museo dell’Olocausto, era il sito della fabbrica di gomma artificiale essenziale per la Germania. La Germania era alla disperata ricerca di una forza lavoro. Una percentuale significativa del lavoro di produzione di guerra tedesco era stata dismessa dall’esercito costretto a riempire i buchi nelle linee tedesche sul fronte russo. I siti di produzione di guerra, come ad esempio Auschwitz, avevano come forza lavoro rifugiati sfollati dalle loro case con la guerra, ebrei da deportare dopo la fine della guerra, e chiunque altro potesse essere costretto a lavorare. La Germania aveva un disperato bisogno di qualsiasi forza lavoro che riuscisse a trovare.

Ogni campo aveva forni crematori. Il loro scopo non era quello di sterminare le popolazioni ma di eliminare i morti causati dal flagello del tifo, da morte naturale e da altre malattie. I rifugiati venivano da tutte le parti e portavano con sé malattie e germi. Le orribili foto di masse di corpi morti simili a uno scheletro che si dice siano la prova dello sterminio organizzato degli ebrei sono in realtà dei detenuti che sono morti di tifo e di fame negli ultimi giorni della guerra, quando la Germania era disorganizzata e priva di medicine e cibo da destinare ai campi di lavoro. I grandi nobili vincitori occidentali stessi bombardarono i campi di lavoro e contribuirono alla morte dei detenuti.

I due libri su di cui ho riportato constano di un totale di 1.663 pagine, e ci sono altri due volumi della biografia di Churchill. Questa massiccia e documentata informazione storica sembrava destinata a rimanere nascosta nelle pieghe della memoria in quanto non allineata sia con l’auto-giustizia dell’Occidente che con il capitale umana degli storici di corte. I fatti sono troppo scomodi per essere conosciuti. Ma gli storici hanno iniziato ad aggiungere ai propri conti le informazioni scoperte da Irving. Ci vuole uno storico coraggioso per lodarlo, ma possono citarlo e riportarlo.

È incredibile quanta potenza hanno i sionisti nell’Olocausto. Norman Finkelstein lo chiama The Holocaust Industry. Vi sono ampie prove che gli ebrei e molti altri hanno sofferto, ma i sionisti sostengono che si è trattato di un’esperienza unica limitata agli ebrei.

Nella sua Introduzione alla guerra di Hitler, Irving riferisce che, nonostante le vendite diffuse del suo libro, le lodi iniziali di storici affermati e il fatto che fosse necessario leggere il libro presso le accademie militari da Sandhurst a West Point, “Ho avuto la mia casa distrutta da teppisti, la mia famiglia terrorizzata, il mio nome imbrattato, i miei stampatori [editori] bombardati, e io stesso arrestato e deportato dall’Austria, minuscola e democratica – un atto illegale, secondo i loro tribunali, per i quali i colpevoli ministeriali sono stati puniti; per volere di accademici scontenti e di cittadini influenti [i sionisti], negli anni successivi, fui deportato dal Canada (nel 1992) e mi fu rifiutato l’ingresso in Australia, Nuova Zelanda, Italia, Sud Africa e altri paesi civilizzati intorno al mondo. Gruppi affiliati a livello internazionale hanno inviato lettere ai bibliotecari, implorando che questo libro fosse tolto dai loro scaffali “.

Ecco il pensiero libero e la verità nel mondo occidentale. Nulla è così poco considerato in Occidente come libero pensiero, la libera espressione e la verità. In Occidente le spiegazioni sono controllate al fine di far avanzare l’agenda dei gruppi di interesse al potere. Come ha imparato David Irving, guai a chiunque si intrometta.

 

di Paul Craig Roberts

Fonte: https://www.paulcraigroberts.org

Traduzione: Gustavo Kulpe

Fonte della traduzione: https://www.orazero.org

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(1) https://it.wikipedia.org/wiki/Lend-Lease

(2) https://en.wikipedia.org/wiki/British_Empire_Economic_Conference

(3)https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Dakar

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