Gli alleati, nella notte tra il 5 e 6 giugno 1944, lanciarono sulla Normandia 7616 tonnellate di bombe, compiendo 11085 missioni aeree.
Il numero dei civili francesi uccisi da questo intenso bombardamento, durato 24 ore ininterrotte, è stato stimato in 20.000 morti.
Dal 13 giugno 1940 (la ritirata inglese da Dunkerque) fino al 14 aprile 1944, i bombardieri «alleati» lanciarono sulla Francia altre 518 mila tonnellate di bombe per smantellare il dispositivo militare tedesco, trattando esattamente il territorio come nemico. Trecentomila abitazioni furono distrutte.
Sotto le bombe amiche morirono 57 mila civili francesi e i feriti furono 74 mila.
Nessuna di queste vittime viene commemorata dalle celebrazioni ufficiali del D-Day e dalla retorica hollywoodiana.
Ma c’è una coltre di omertà che copre un altro genere di vittime: le ragazze e donne francesi stuprate e violentate dagli eroici combattenti americani, come compenso per essere state «liberate».
«Gli alti comandi USA avevano voluto “vendere” lo sbarco in Normandia come un’avventura erotica, solo modo di galvanizzare i fantaccini spediti sotto le tempeste d’acciaio di Omaha Beach», ha rievocato lo storico Grégoire Kauffmann su L’Express.
Lo tsunami sessuale che si abbatté sulla Francia è uno degli ultimi tabù della seconda guerra mondiale.
I civili così trattati furono però in qualche modo ricompensati: gli Americani lasciarono a loro 700 mila prigionieri di guerra Tedeschi, liberandosi di un peso morto che non sapevano né volevano sfamare.
Dopo il trattamento comune delle prime settimane – insulti, sputi, percosse, ammucchiati in campi di concentramento improvvisati dove infuriavano la fame, il freddo e il tifo (la Croce Rossa lo segnalerà con allarme) – i buoni francesi misero questi loro schiavi a lavorare: lavorarono fino al 1948, strani prigionieri di guerra in tempo di pace: nelle miniere di carbone, allo sminamento, manodopera a costo zero.
Ma questa è un’altra storia, che vale la pena raccontare a parte.
Adesso ci occupiamo delle violenze sessuali e degli stupri commessi dai soldati americani ai danni delle donne francesi “liberate” dal “giogo tedesco”.
I soldati americani che stuprarono la Francia
«Il bel soldato americano era il decimo cliente di Elisabeth quella sera. Negli ultimi quattro anni, gli uomini erano tedeschi e ora, da quando la città era stata liberata nell’agosto 1944, erano americani. Faceva poca differenza.
Elisabeth tese tre dita della mano per indicare il prezzo del suo corpo: trecento franchi.
“Troppo”, disse il soldato. Elisabeth sospirò. Era una scena già vissuta altre volte. Stancamente, mantenne le tre dita alzate, quasi come un insulto. Non era disposta a trattare: trecento erano già pochi.
“Duecento,” insistette il soldato.
“No,” disse Elisabeth. “Trecento o niente”.
Il soldato le si avvicinò, l’odio era nei suoi occhi. Elisabeth ricambiò lo sguardo torvo, cominciando a sentirsi spaventata.
“In tal caso,” disse il soldato, “lo farai per niente”.
Il soldato poi mise le sue enormi mani intorno al collo di Elisabeth e iniziò a stringere. Lottò più forte che poté, sferzando, ma fu invano.
Dopo un minuto o poco più si accasciò, il suo corpo senza vita cadde sulle lenzuola macchiate. Il soldato si tolse quindi i pantaloni, con calma, e fece sesso con lei. Per niente.
Poi esaminò gli effetti personali di Elisabeth e le rubò il denaro e i gioielli. Infine, fece il giro dell’isolato, trovò un’altra prostituta e la portò prima a cena e poi al cinema. Per il soldato americano era stata una serata magnifica. Parigi era proprio come gliel’avevano descritta».
Anche per gli standard di guerra, questo fu un episodio particolarmente triste. Questi barbari omicidi erano comunque molto rari, ma un libro scritto da Mary Louise Roberts, “What sodiers do”, rivela che gli atti di violenza da parte dei soldati americani sulle donne francesi erano molto più comuni di quanto si pensasse inizialmente.
What soldiers do
Decine, se non centinaia di migliaia di donne e ragazze tedesche furono violentate dalle truppe russe alla fine della seconda guerra mondiale.
Film come Salvate il soldato Ryan e Il giorno più lungo ci portano a pensare che le truppe alleate si erano comportate in modo molto diverso. Tuttavia, questo è un mito da sfatare.
In What Soldiers Do, la professoressa Mary Louise Roberts dell’Università del Wisconsin sostiene che i soldati americani commisero migliaia di stupri durante la guerra. E, cosa ancora più sorprendente, molte delle loro vittime erano francesi.
In totale, si stima che circa 14.000 donne siano state violentate da soldati americani in Europa occidentale tra il 1942 e il 1945.
In Francia, 152 soldati americani furono processati per stupro, di cui 29 impiccati.
Ma le statistiche ufficiali non rivelano l’intera storia. Indubbiamente ci sono stati migliaia di stupri in Francia, molti dei quali non sono stati denunciati dalle vittime, desiderose di evitare lo stigma terribilmente ingiusto che lo stupro portava con sé in quei giorni.
Ma perché gli americani hanno violentato le donne dei loro alleati?
Per il soldato di leva medio, la Francia era una “avventura erotica” tanto quanto una spedizione militare. La guerra era stata “venduta” ai soldati coscritti come un’opportunità per incontrare attraenti donne francesi.
Come osserva giustamente Mary Louise Roberts, il soldato americano medio “non aveva alcun attaccamento emotivo al popolo francese o alla causa della sua libertà”.
Riviste rivolte alle truppe come Stars And Stripes mostravano immagini di donne che esultavano durante le parate di liberazione, accompagnate da titoli come questo:
“Ecco per cosa stiamo combattendo”.
La rivista aveva persino pubblicato frasi francesi “utili”, come le traduzioni di “Non sono sposato” e “Hai occhi affascinanti”.
Era quasi come se la rivista dicesse ai soldati: “venite a prenderle, ragazzi”.
Ed è esattamente quello che hanno fatto. Per tutta l’estate del 1944, dal momento in cui avevano respinto i tedeschi durante gli sbarchi in Normandia a giugno, gli americani scatenarono in tutta la Francia settentrionale uno “tsunami di lussuria maschile”.
“Le donne della Normandia lanciarono un’ondata di accuse di stupro contro i soldati americani”, scrive Roberts, “minacciando di distruggere la fantasia erotica che era al centro dell’operazione mediatica”.
Lo spettro dello stupro trasformò il soldato americano da soccorritore-guerriero a intruso-violento.
A Le Havre un cittadino denunciò al sindaco della città, Pierre Voisin, “crimini di ogni genere, commessi giorno e notte”, asserendo che i soldati aggredivano e derubavano, sia per strada che nelle case, instaurando un “clima di terrore”.
Ma il problema più grande era il sesso. I soldati americani copulavano con ogni donna francese su cui riuscivano a mettere le mani, volenti o nolenti, e peggio ancora, lo facevano in pubblico.
“Queste cose stanno accadendo in pieno giorno proprio di fronte ai bambini o ad altre persone che si trovano nelle vicinanze”, scriveva un civile. E ancora: “Urinano lungo i muri e nei corridoi e attaccano tutte le donne che vivono nella zona”.
Città distrutte e donne violentate
Ciò che peggiorava le cose per i francesi era che gli americani erano quelle stesse truppe che avevano devastato le loro città con bombardamenti aerei e sbarramenti di artiglieria. Si stima che circa 20.000 civili siano stati uccisi nella battaglia per la Normandia, e 3.000 nella sola Le Havre. Funzionari arrabbiati sottolineavano che mentre migliaia di morti francesi erano stati tirati fuori dalle macerie, non erano stati trovati più di dieci corpi tedeschi.
Gli americani, ha ricordato un combattente della Resistenza, “si comportano come se fossero in un paese conquistato”.
“La Francia per gli americani – così come per i tedeschi – è Parigi e le donne”, osservava un altro francese. Ma le donne francesi che lavoravano come prostitute guardavano ai loro clienti tedeschi addirittura con affetto. I soldati tedeschi, volevano qualcosa di più del semplice sesso. Mentre invece, coi soldati americani era tutta un’altra storia.
“Dovevi tenere d’occhio la tua borsa con quei bastardi”, ricordava una donna. «È triste da dire, ma mi mancavano i miei Fritz, che erano più gentili con le donne. Non sono l’unica a dirlo; tutte le donne la pensavano come me, solo che non lo dicono».
Alcune prostitute sono state persino uccise dai soldati. Oltre a Elisabeth a Parigi, un’altra è stata pugnalata 29 volte all’addome, mentre una donna di nome Marie è stata uccisa per essersi rifiutata di essere sodomizzata.
Agli occhi di molti soldati americani, le donne francesi erano poco più che delle sigarette – qualcosa che faceva parte delle razioni e che si poteva condividere. Non sorprende che le malattie veneree fossero dilaganti, ma i vertici americani erano più preoccupati per la salute dei “nostri ragazzi” e la possibilità che infettassero le loro innamorate d’oltreoceano, piuttosto che per la salute delle donne francesi.
Le cliniche erano sommerse da donne affette da malattie veneree e molte furono mandate da e verso ospedali in cui non c’era nemmeno spazio.
“Una popolazione indesiderata e senzatetto di donne malate che viene trasportata da una città all’altra”, scrive la professoressa Roberts, “queste prostitute compromettono l’eredità dell’occupazione americana in Normandia”.
Ma la peggiore eredità è stata, ovviamente, lo stupro. La cosa più scioccante è che le autorità americane fecero poco al riguardo. Furono distribuiti volantini educativi intitolati “Let’s Look At Rape”, ma non fecero nulla per smorzare il desiderio dei soldati di aggredire sessualmente coloro che avrebbero dovuto liberare dall’oppressione.
Tuttavia, era necessario fare un po ‘di giustizia. Dei soli 152 uomini processati per stupro, ben 139 erano neri.
Sembra che l’esercito americano volesse trattare i soldati neri come capri espiatori e li etichettasse come “ipersessuali” e quindi più propensi a essere stupratori.
Alle vittime francesi veniva chiesto di identificare i loro aggressori da interi battaglioni di soldati neri, anche se spesso gli stupri erano stati commessi in stanze oscure o poco illuminate.
La liberazione della Francia fu quindi un affare agrodolce per i francesi.
I crimini perpetrati dagli americani contro le donne colpirono profondamente anche i maschi francesi, che si sentirono in qualche modo evirati dagli americani. “Erano più grandi, più forti, più ricchi e più sani e non avevano passato anni sotto il giogo dei tedeschi”.
Anche se ci piace pensare agli uomini che hanno liberato l’Europa come membri della “più grande generazione” e che gli alleati hanno combattuto una “guerra buona”, come dimostra la professoressa Roberts, la vera storia è molto più complicata e inquietante.
di Paolo Germani
Fonte: www.altreinfo.org
Bibliografia e sitografia
- “What Soldiers Do: Sex and the American GI in World War II France” di Mary Louise Roberts, University of Chicago.
- https://www.dailymail.co.uk/
- http://www.effedieffe.com
- https://www.lexpress.fr
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