Le rivoluzioni le organizza il potere, non il popolo. Paolo Germani
In Germania la gente si oppone con decisione alle leggi liberticide che il loro governo sta cercando di approvare. Ma nonostante le proteste, il governo quelle leggi le approva lo stesso, va avanti per la sua strada e manda la polizia nelle case di manifestanti, oppositori e neo-negazionisti, non per avvertirli, ma per arrestarli.
In Francia accade la stessa cosa. Ed anche qui il governo approva nuove leggi e reprime le manifestazioni di protesta.
Il tutto viene fatto per proteggerci dal Covid, almeno così dicono i governanti e i media collusi. Ci stanno togliendo tutte le libertà, ma lo fanno a fin di bene. Lo fanno per noi.
E purtroppo molti credono che sia davvero così. Questa è forse la cosa più allarmante.
In Italia ci sono state poche manifestazioni in confronto agli altri paesi. Tra l’altro tutte molto pacifiche, con gente che comunque protestava senza alzare molto i toni, accontentandosi di urlare in TV le proprie ragioni, come va di moda oggi, nei programmi organizzati ad hoc per accogliere – ed assopire – le proteste e l’indignazione.
Il prode Conte ha più volte dichiarato che comprende le ragioni dei manifestanti, che li aiuterà, assumendo l’atteggiamento del buon padre di famiglia, pur riducendo al lastrico mezza Italia. La polizia è finora stata decisa con i manifestanti, ma solo in rari casi ha superato il limite del consentito.
Ed è così che, sebbene con stili molto diversi, i governi portano avanti le proprie agende, tutte molto simile, per non dire uguali.
Quindi le proteste non servono a nulla, fanno parte del gioco e non bastano ad evitare il macello sociale. Ci vorrebbe una vera rivoluzione per cambiare le cose. Ma quelli che dovrebbero farla, quelli che stanno soccombendo, hanno paura anche solo di pronunciare questa parola.
Le rivoluzioni le organizza il potere, non il popolo
Il fatto è che le rivoluzioni non partono mai dal popolo, a meno che questo non si trovi in una situazione disperata e senza alternative, cosa che in questo momento non si sta ancora verificando in nessuno dei tre paesi. C’è disagio, ci sono dei problemi gravi, tutti percepiscono che sta per iniziare un periodo di grande povertà, ma la disperazione non c’è ancora.
Quella deve ancora arrivare, e piano piano arriverà.
Negli stati moderni le rivoluzioni partono solo e soltanto se c’è un qualche potere, più o meno occulto, che le organizza e le finanzia. In ogni rivoluzione c’è sempre una struttura gerarchica, formata da una elite che la promuove e la finanzia, mettendo a disposizione ingenti capitali e risorse umane, un insieme di persone che operano sul campo, agitatori e rivoluzionari ben pagati, capipolo senza scrupoli, tutti ben addestrati e pronti ad ogni evenienza, c’è poi l’indispensabile appoggio dei media collusi, che aizzano il popolo e lo conducono sulla strada voluta, convincendolo che si tratta di una rivoluzione giusta e buona, e c’è sempre un sistema di intelligence che opera nell’ombra, fornisce armamenti e coperture, controlla che tutto proceda secondo i piani ed apporta le dovute correzioni in itinere.
In Italia non ci potrà mai essere una rivoluzione popolare che ci liberi dalla pandemia virtuale, perché c’è già una rivoluzione in atto, ed è proprio quella che il potere ci sta imponendo con la forza. Nessuno può opporsi a questo potere organizzato.
Le rivoluzioni le fanno le elite per portare avanti la propria agenda di dominio, non il popolo. Il popolo le subisce.
di Paolo Germani
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