Otto Glagau fu un famoso giornalista e scrittore tedesco che sul finire dell’ottocento, grazie alle ricerche condotte sulle speculazioni di borsa che diedero il via alla Grande Depressione del 1873, cambiò letteralmente il corso della storia.
Ne avete mai sentito parlare?
Non credo, Otto Glagau è stato condannato alla damnatio memoriae, come solitamente avviene a tutti coloro che cambiano la storia, senza tuttavia seguire il percorso tracciato dal potere.
Otto Glagau e i crolli in borsa del 1873
Nato a Königsberg nel 1834 e morto a Berlino nel 1892, Otto Glagau scrisse per la famosa rivista Die Gartenlaube e per il quotidiano Nationalzeitung.
La rivista Die Gartenlaube, indirizzata alle famiglie, era una delle più lette a metà degli anni Settanta dell’Ottocento. Quando Glagau iniziò a scrivere per questa rivista, gli abbonati erano circa 200.000. Nel 1875 il numero di abbonati era raddoppiato fino a raggiungere un numero di lettori compreso tra due e quattro milioni di persone.
La notorietà di Otto Glagau è da ricondurre a suoi articoli e pubblicazioni risalenti agli anni successivi ai crolli in borsa avvenuti dapprima a Vienna, nel 1873, e poi in tutte le altre piazze europee fino ad estendersi agli Stati Uniti, crolli finanziari che diedero luogo alla cosiddetta Grande Depressione di fine ottocento.
Noi oggi associamo il termine Grande Depressione alla crisi economica mondiale innescata dal crollo di Wall Street del 1929, ma prima di quella fatidica data il termine Grande Depressione veniva utilizzato per identificare la crisi economica di fine ottocento, iniziata proprio col crollo della borsa di Vienna avvenuto nel 1873.
Si trattò di un insieme di ondate speculative, devastanti per i piccoli risparmiatori austriaci e tedeschi, basate su società per azioni neocostituite, i cui valori in borsa venivano gonfiati ad arte per esser poi fatti crollare. Le conseguenze di queste speculazioni innescate dalla finanza furono quelle solite: l’arricchimento di pochi speculatori senza scrupoli e l’impoverimento di molti piccoli risparmiatori, la cui perdita di potere d’acquisto innesca una spirale negativa su tutta l’economia reale.
Le inchieste di Otto Glagau
Qui entra in gioco Otto Glagau. Da giornalista d’inchiesta qual era, si occupa di capire alla radice chi erano gli artefici delle speculazioni e come erano state congeniate. Queste infatti ricalcavano uno schema già utilizzato in Inghilterra nel 1720, con conseguenze devastanti per tutti i risparmiatori dell’epoca, di cui purtroppo si era persa memoria. I risultati delle inchieste di Otto Glagau uscirono in articoli di giornale per essere pubblicati in seguito in due libri che vendettero milioni di copie in poco tempo, diventando veri e propri best seller in tutto il mondo occidentale:
- Der Börsen- und Gründerschwindel in Berlin, Leipzig 1876
- Der Börsen- und Gründungs-Schwindel in Deutschland, Leipzig 1877
Questo è l’incipit del primo libro di Otto Glagau:
La speculazione e l’inganno sono i due poteri che oggi siedono sul trono del mondo, sotto il cui governo l’umanità civilizzata sospira e geme, soffre e avvizzisce. Quando la speculazione e l’inganno riescono a fare una pesca straordinaria, quando centinaia di migliaia se non milioni di pesci si dimenano nelle loro reti, quando lo stato generale di emergenza pesa sulla società saccheggiata e prosciugata, allora l’economia moderna parla di una crisi che presto si trasformerà in commercio o affari – e la definisce una crisi finanziaria o economica.
Tali crisi si sono ripetute sempre più frequentemente nell’ultimo quarto di secolo, con terribile regolarità, e gli economisti sembrano considerarle dei mali necessari dichiarandole eventi patologiche del nostro tempo, nello stesso modo in cui un insegnante di clinica diagnostica parla di una presunta malattia e discute dei mezzi terapeutici per affrontarla. Ma questo significa nascondere i fatti e i colpevoli per puntare il dito sulle vittime, povere e infatuate.
Davvero una presa in giro, che non si potrebbe immaginare più crudele!
E così Glagau inizia, forte della convinzione che non si debbano nascondere i fatti e i colpevoli, a indagare su tutte le società coinvolte nei crack finanziari, una ad una. Individua tutti i nomi di chi le aveva costituite e di chi le aveva promosse. Scova tutti gli avvocati, prestanomi e faccendieri. Indaga sui meccanismi speculativi, sui promotori, sul ruolo di certa stampa e sui beneficiari delle speculazioni.
I risultati delle inchieste di Otto Glagau, prove alla mano, furono chiari e incontrovertibili.
Era stata la finanza ebraica ad organizzare tutte queste operazioni, i manipolatori erano ebrei, gli speculatori erano ebrei, i sostenitori della carta stampata erano ebrei. C’erano anche collaborazionisti non ebrei che avevano guadagnato, ma si trattava di manodopera al soldo degli ebrei, non erano loro gli organizzatori.
Queste furono le conclusioni di Otto Glagau, quelle che diffuse nei suoi articoli di giornale e nei suoi libri.
Le ripercussioni sul pensiero dell’epoca
Le inchieste di Otto Glagau diedero l’avvio ad una serie di altre inchieste, in altre nazioni ed in altre borse, ma soprattutto in Francia, da cui emersero gli stessi convincimenti. Si trattava quindi non di speculatori ebrei viennesi isolati, ma di speculatori ebrei internazionali che applicavano ovunque gli stessi schemi predatori, muovendosi in gruppi ben organizzati e agendo in branco.
Nasce quindi in quel periodo una nuova forma di diffuso antisemitismo, non più religioso, non più basato sulla sparizione di bambini alla vigilia della Pasqua ebraica, e nemmeno collegato all’usura o a pratiche commerciali scorrette. Il nuovo antisemitismo che aveva risvegliato Otto Glagau con le sue inchieste era molto diverso. Gli ebrei erano ora considerati come un popolo a sé stante, che non rispondeva a logiche nazionali e che non operava nell’interesse della nazione ospitante, bensì nell’interesse di una non ben identificata nazione ebraica, trasversale a tutte le altre nazioni, devastando qua e là tutto ciò che incontrava, applicando metodi predatori di gruppo per ottenere un guadagno riservato al popolo ebraico.
Non più usurai bensì predatori internazionali organizzati, non integrabili in nessuna nazione europea.
Nel 1879 appare l’opuscolo di propaganda di Wilhelm Marr, La vittoria del giudaismo sul teutonicismo, in cui Marr invoca che la Germania si opponga all’influenza corrosiva del “semitismo”. Nello stesso anno, lo storico Heinrich von Treitschke pubblica il suo saggio “Le nostre prospettive”, in cui mette in guardia contro questa “folla di giovani ambiziosi” che provengono dalla Polonia e attraversano anno dopo anno i confini orientali.
Il famoso slogan “Die Juden sind unser Unglück” (Gli ebrei sono la nostra disgrazia), fatto proprio dal nazismo e adottato durante il Terzo Reich da Julius Streicher, ben visibile nella prima pagina della rivista “Der Stürmer” (immagine sopra), viene proprio dal saggio di Treitschke.
Otto Glagau, la damnatio memoriae
Le opere di Otto Glagau furono quindi determinanti nel processo di radicamento di questa nuova forma di antisemitismo e fecero da volano ad altre opere che confermavano e rafforzavano le stesse conclusioni. Glagau contribuì quindi a forgiare il pensiero di un’intera generazione di tedeschi e austriaci, tra cui Adolf Hitler che, è bene ricordarlo, tra il 1909 e il 1913 visse a Vienna, a stretto contatto con questo nuovo antisemitismo radicale.
Oggi Otto Glagau è considerato soltanto uno dei tanti antisemiti ostili al popolo eletto, di lui non si parla affatto. E’ stato condannato alla damnatio memoriae. Tuttavia, le sue ricerche e pubblicazioni, oggi accantonate e dimenticate, determinarono, nel bene e nel male, tutti gli avvenimenti del novecento.
La storia è una fonte inesauribile di sapere, nascondere avvenimenti così importanti ne impedisce la sua piena comprensione.
Ovvero, la memoria storica, perché sia utile ed efficace, dev’essere completa, non limitata a singoli eventi ben selezionati.
di Paolo Germani
Fonte: www.altreinfo.org
***
Bigliografia e sitografia
- http://ghdi.ghi-dc.org/sub_document.cfm?document_id=1814
- https://www.grin.com/document/379488
- https://tell-review.de/wie-man-menschen-zu-fremden-macht/
- https://books.google.de/books
- Gräfe, Thomas: Antisemitismus in Deutschland 1815-1918. Rezensionen- Forschungsüberblick- Bibliographie. Norderstedt, 2010
- Vgl. Lange, Matthew: Die Gartenlaube (1853-1944). Berlin, 2009. S.225
- https://www.jewishencyclopedia.com/articles/6696-glagau-otto
- https://www.spiegel.de/kultur/antisemitismus-nach-dem-boersencrash-1873