Prima della falce e il martello, l’Armata Rossa usava la svastica
Mai sentito che nell’ “ARMATA ROSSA” di Trotskij (Lev Davidovic Bronstein) prima della falce e il martello usassero la swastika?
Pare siano simboli, noti nell’indo-arianesimo, che all’epoca venivano veicolati dalla giudeo-massoneria, in comune coi nazional-socialisti della Thule-Gesellschaft, che stipendiava Vladimir Ilic Ulianiov Blank, detto Lenin, dal fiume Lena, a Zurigo e Capri, con tutti gli altri, al 99,99% suprematisti ebrei talmudici fanatici, con in odio furioso il cristianesimo, che li arginava, e i cristiani, che infatti immediatamente inizieranno a sterminare senza scrupoli, distruggendone i luoghi.
È stato distrutto e saccheggiato il 35% del patrimonio artistico nazionale. I proventi sono andati nelle tasche degli interessati, con pretesti e scuse umanitarie.
Religiose e religiosi cristiani torturati e massacrati si calcolano finora in 564.000, la gente semplice è rimasta anonima, ma Solgenitsin calcola attorno ai 40 milioni le vittime del Gulag, dei quali molti per il solo non aver rinnegato la loro fede cristiana, dunque “martiri” formali, che verranno elevati agli onori degli altari, a centinaia di migliaia, per decenni, se non verranno altre stragi a impedirlo.
È reputata la più grande, feroce, lunga e sistematica persecuzione della storia del cristianesimo. C’è tutta la documentazione che Lenin Blank a Zurigo frequentasse la loggia giudeo-massonica regolarmente, praticandone i riti, tutti su base talmudico-kabbalistika, e ne ricevesse un mensile.
Al momento giusto poi i prussiani l’hanno spedito in segreto, in vagone piombato, sotto protezione diplomatica, con ingenti capitali a disposizione, in Russia, sotto la direzione di Parvus, ovviamente sempre della setta talmudica.
Lo fecero per favorire un golpe che firmasse l’armistizio e sgravasse il fronte orientale, dove la Prussia perdeva. Ormai si sa tutto, è tutto studiato, documentato e pubblicato, pur tra violentissimi tentativi di censura, il mito dell’“ottobre” è caduto, svuotato, smascherato nel suo orrore.
Operai e contadini, ferventi cristiani, riempiranno i gulag, che inizieranno subito, dal 18, a lavorare a tutto gas. Quelli di Kronstadt, che proveranno a opporsi con le armi, verranno sterminati sistematicamente.
“Operai e contadini” fu solo un mito, non ce n’era uno nella dirigenza, ferocemente piramidale, che contro di loro iniziò e organizzò sempre più capillarmente il “TERRORE ROSSO”.
Ci sono fior di foto, una qui allegata, e documenti sull’uso aperto di quell’espressione esplicita: KPACHNN TEPPOP, chiaro nelle foto, col teschio su striscione rosso.
Tratto dal blog di Maurizio Blondet
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