La testimonianza che ha definitivamente tolto i dubbi sul fatto che Hitler fosse vegetariano o meno è stata quella di Margot Woelk, una donna polacca che per tre anni ha lavorato a stretto contatto con Hitler come “assaggiatrice” di cibi. L’anziana signora ha confermato in una recente intervista l’odio completo del dittatore verso la carne.
«Tutto era vegetariano e tutto fatto da deliziosi ortaggi freschi, dagli asparagi al pepe ai fagioli con riso, fino alle insalate. Tutto era disposto su un piatto solo, così come voleva fosse servito. Non c’era assolutamente carne e non ricordo vi fosse anche del pesce.»
Il fatto è stato ulteriormente confermato dalle analisi delle microparticelle di cibo intrappolate dalla placca dei suoi denti, condotta recentemente sui resti di Hitler, conservati dai Servizi Segreti russi (aggiornamento del 23.05.2018).
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Possiamo quindi affermare con sufficiente certezza che Hitler era vegetariano.
Secondo alcune recenti indiscrezioni, pare che Hitler volesse estendere obbligatoriamente la dieta vegetariana a tutta la Germania, proposito però mai portato a termine.
Alcuni sostengono che Hitler soffrisse di meteorismo e per questo fosse vegetariano. Ipotesi poco plausibile, visto che carne e pesce non creano problemi di questo tipo. Altri dicono che avesse altri problemi di salute e per questo avesse deciso di seguire una dieta vegetariana. Altri ancora sostengono che Hitler avesse un grande amore e rispetto per gli animali e da questo derivasse il suo vegetarianismo. Molte sono le testimonianze più o meno oggettive raccolte negli ultimi settant’anni.
A seguire un ottimo lavoro di ricerca sull’argomento, ben documentato, pubblicato su usandculture.wordpress.com
Hitler era vegetariano?
Molto è stato detto attorno alla dieta del Fuhrer tedesco, sfruttando in vari contesti l’ipotetica dieta vegetariana di Hitler giustificandola tramite le motivazioni più disparate: cosa c’è però di vero? Vi sono numerose fonti, le quali riguardano diversi periodi della vita di Hitler e che, riunite, portano a concludere che Hitler abbia adottato almeno parzialmente, se non completamente, una dieta vegetariana a ridosso della Seconda Guerra Mondiale.
Partiamo da lontano: il biografo John Toland riporta che l’alimentazione di Hitler, quand’era studente, consisteva in “latte, pasticci di carne e pane“.
Una cuoca inglese di un hotel ad Amburgo verso la fine degli anni trenta, Dione Lucas, nel suo libro Gourmet Cooking School Cookbook riporta che il piatto preferito di Hitler – quello che richiedeva abitualmente – era il piccione farcito.
Non vorrei farvi passare la voglia di mangiarlo, ma potrebbe interessarvi sapere che il piccione farcito era in assoluto il piatto preferito del signor Hitler, che cenava spesso in quest’hotel.
Già nello stesso periodo però vi sono fonti contrastanti. La principessa Sofia di Grecia e Danimarca incontrò Hitler nel 1932 e nelle sue memorie scrisse che era stata avvisata della dieta vegetariana del leader tedesco, e che era stato difficile arrangiare un pranzo appropriato. Il New York Times il 30 maggio del ’37 in un articolo intitolato At Home with the Fuhrer di Otto D. Tolschuss riportava:
E’ ben noto che Hitler sia un vegetariano e che non beva o fumi. I suoi pranzi e cene sono costituiti, di conseguenza, per la maggior parte da zuppa, uova, verdure e acqua minerale, anche se di tanto in tanto apprezza una fetta di prosciutto e allevia la noia della sua dieta con prelibatezze come il caviale.
Anche un articolo del novembre del ’38 sulla rivista inglese Homes & gardens, che trattava della residenza di montagna in Baviera del Fuhrer, il Berghof, descriveva Hitler come astemio, non fumatore e vegetariano:
Vegetariano dalla nascita, le trame della cucina di Hitler sono sia varie che pesanti nei suoi prodotti. Anche nella sua dieta priva di carne Hitler è una sorta di gourmet, come Sir John Simon e Anthony Eden notarono con sorpresa quando pranzarono con lui alla Cancelleria di Berlino. Il suo chef bavarese, Herr Kannenberg, escogita una serie imponente di piatti vegetariani, gustosi e ricchi, piacevoli alla vista così come per il palato, e tutti conformi agli standard dietetici che Hitler esige.
Una lettura diversa di queste ultime due fonti ci può essere data da Robert Payne, altro biografo del Fuhrer, autore di The Life and Death of Adolf Hitler, il quale afferma che quella del vegetarismo fu una deliberata montatura, ideata dalla propaganda nazista per dipingere Hitler come una figura pura e dedita al bene (probabilmente ispirandosi al Mahatma Gandhi). Payne scrive:
L’ascetismo di Hitler aveva un ruolo importante nella sua immagine pubblica in Germania. Secondo una leggenda ampiamente diffusa, non fumava, era astemio e non frequentava donne. Soltanto la prima affermazione era veritiera. Beveva spesso birra e vino, aveva una predilezione particolare per le salse a base di carni bavaresi e prese moglie… il suo ascetismo era una finzione inventata dal Ministro della Propaganda nazista Joseph Goebbels, per enfatizzarne la dedizione totale, l’autocontrollo e la distanza che lo separava dagli altri uomini.
Effettivamente nei giornaletti pro-Nazi per ragazzi, come Neugeist/Die Weisse Fahne (all’incirca “Nuovo pensiero / La bandiera bianca”), si leggevano interventi del tipo:
Sapete che il vostro Führer è un vegetariano, e che non mangia carne a causa del suo atteggiamento generale verso la vita e il suo amore per il mondo degli animali? Sapete che il vostro Führer è un amico esemplare degli animali, e anche come cancelliere non è separato dagli animali che ha mantenuto per anni? Il Führer è un forte oppositore di qualsiasi tortura di animali, in particolare la vivisezione, e ha dichiarato che sospenderà quelle condizioni, realizzando così il suo ruolo di salvatore degli animali, dai tormenti e dolori continui e senza nome.
Lo stesso Goebbels scrisse molto a riguardo. Nei suoi diari, per esempio, in data 26 aprile 1942 leggiamo:
Un capitolo esteso del nostro colloquio è stato dedicato dal Führer alla questione vegetariana. Egli ritiene più che mai che il consumo di carne sia dannoso per l’umanità. Naturalmente egli sa che durante la guerra non possiamo completamente sconvolgere il nostro sistema alimentare. Dopo la guerra, però, ha intenzione di affrontare anche questo problema. Forse ha ragione. Certamente gli argomenti che egli adduce a favore del suo punto di vista sono molto convincenti.
Eppure queste affermazioni di Goebbels sembrano cozzare con la politica attiva del partito nazista, che nel 1935 soppresse la Vegetarier-Bund (Società Vegetariana Tedesca), fondata nel 1892 e rinata nel 1946. Discorso chiuso, perciò? Non proprio. Il professor Rynn Berry ha recensito The Heretics Feast (una delle fonti che sostiene il vegetarismo di Hitler) con queste parole:
Mentre è vero che i medici di Hitler gli prescrissero una dieta vegetariana per curarne la flatulenza ed un disturbo cronico dello stomaco, diversi tra i suoi biografi, come Albert Speer, Robert Payne, John Toland ed altri, riportano la sua predilezione per salse a base di carne e carni trattate. Anche Spencer sostiene che Hitler divenne vegetariano soltanto a partire dal 1931: “Si potrebbe affermare che dal 1931 seguì una dieta vegetariana, ma la trasgrediva in alcune occasioni”.
Sempre a favore di questa posizione è “The Medical Casebook of Adolf Hitler” (Leonard e Renate Heston, 1979). Basato su materiale tratto da archivi medici tedeschi dell’epoca, chiarisce esaurientemente tanto le abitudini alimentari di Hitler quanto le loro motivazioni:
Dall’inizio degli anni 30, Adolf Hitler cominciò a soffrire di crampi ed acuti dolori nella parte destra dell’addome. Il dolore lo colpiva poco dopo i pasti. Quando ciò accadeva, Hitler generalmente lasciava la tavola. A volte tornava dopo che ‘era passata la crisi’, come narra Albert Speer, altre volte non tornava affatto. All’epoca, aveva quarant’anni e non era mai stato seriamente malato. Nessuno avrebbe potuto convincerlo a sottoporsi a degli esami per questi dolori addominali. Si curò da solo. Indubbiamente a causa dei dolori provocatigli da alcuni cibi, eliminò pasticci elaborati e carni, continuando ad eliminare alimenti fino a limitare la sua dieta a vegetali e cereali – un cambiamento significativo, in un uomo famoso come goloso di dolci e pasticcini…
Sempre John Toland riporta che dal 1937, secondo Ilse Hess, Hitler smise di mangiare carne, eccetto le polpette di fegato. Vi sono altre fonti che confermano che Hitler non rinunciò mai alle Leberknödel, come Fritz Redlich in Hitler: Diagnosis of a Destructive Prophet.
Gli ultimissimi anni però probabilmente testimoniarono una completa conversione alla dieta vegetariana. Una delle testimonianze che punta in questa direzione è quella di Margot Woelk, una donna polacca di 99 anni che per diverso tempo lavorò per Hitler in qualità di “assaggiatrice” di cibi in un team composto da 12 donne. Prelevata dalla sua abitazione polacca nel 1942 da un raid delle SS, la Woelk fu costretta a lavorare alle dipendenze del Fuhrer e tra le 11 e le 12 di ogni giorno assaggiava forzatamente i piatti del suo pranzo. La paranoia di Hitler di venire avvelenato era infatti enorme:
Sono stata molto fortunata se i piatti fossero stati avvelenati non sarei qui a raccontarlo. […] Tutto era vegetariano e tutto fatto da deliziosi ortaggi freschi, dagli asparagi al pepe ai fagioli con riso, fino alle insalate. Tutto era disposto su un piatto solo, così come voleva fosse servito. Non c’era assolutamente carne e non ricordo vi fosse anche del pesce.
Vi erano però dei sabotaggi ai suoi danni. Traudl Junge, che divenne la segretaria di Hitler nel 1942, riferiva che Hitler aveva “sempre evitato la carne“, ma che il suo cuoco austriaco Kruemel a volte aggiungeva un po’ di brodo o grasso animale ai suoi pasti. “Il più delle volte il Fuhrer notava il tentativo di frode, si seccava molto e aveva poi mal di pancia“, riporta Junge. “Alla fine lasciò che Kruemel gli cucinasse soltanto zuppa chiara e purè di patate.” Inoltre è riportato da Wilson che Marlene von Exner, che divenne dietista di Hitler nel 1943, aggiungeva midollo osseo alle sue zuppe a sua insaputa perché “disprezzava” la sua dieta vegetariana.
Vi sono altri resoconti che tendono a confermare questa ricostruzione, come le trascrizioni stenografiche di Martin Bormann (capo della Cancelleria del partito nazista) delle conversazioni tra Hitler e il suo circolo privato nel lasso di tempo tra luglio del 1941 e novembre del 1944, raccolte nelle Hitler’s table talk, dove si legge che Hitler si considerava un vegetariano. In una conversazione datata 11 novembre 1941 per esempio si legge:
Si potrebbe rimpiangere di vivere in un periodo in cui è impossibile farsi un’idea della forma che il mondo del futuro assumerà. Ma c’è una cosa che posso predire ai mangiatori di carne: il mondo del futuro sarà vegetariano.
Il 12 giugno del 1942 invece:
L’unica cosa di cui io sarò incapace sarà di condividere il montone degli sceicchi con loro. Io sono vegetariano, e mi devono risparmiare la loro carne.
Secondo Wilson in Mein Diat – Adolf Hitler’s diet, durante le cene mondane Hitler spesso descriveva nei dettagli il macello degli animali per cercare di costringere i suoi invitati ad evitare la carne. Se si associa questo alle leggi sul welfare animale introdotte dai nazisti e citazioni dello stesso Hitler (come in un discorso del 1933, “Nel nuovo Reich non può esserci più posto per la crudeltà verso gli animali.“), si potrebbe concludere che il Fuhrer avesse adottato una dieta vegetariana anche date le sue preoccupazioni per le sofferenze degli animali. Le sue posizioni anti-vivisezioniste sono in generale abbastanza riconosciute. Nella serie della BBC The Nazis: A warning from History, un testimone oculare racconta di Hitler mentre guardava film (cosa che faceva molto spesso): se mai una scena mostrava crudeltà (anche fittizia) o la morte di un animale, il Fuhrer si copriva gli occhi e distoglieva lo sguardo fino a quando qualcuno avvisava che la scena era finita.
Vi sono altre due ipotesi che completano il quadro: una è quella dello psicologo Erich Fromm, descritta nel 1992 in The Anatomy of Human Destructiveness, secondo cui il vegetarismo di Hitler sarebbe stato un tentativo di espiazione della morte della nipote Angelika Raubal (il cui suicidio nel 1931 desta ancora qualche problema agli storici), così come un mezzo per dimostrare a se stesso che egli era incapace di uccidere.
E’ stato però anche ipotizzato che la dieta di Hitler potrebbe essere stata basata sulle teorie storiche di Richard Wagner che collegava il futuro della Germania con il vegetarismo: lo scrisse per esempio Robert Proctor nel 1999 in The Nazi War on Cancer.
Quale che sia la motivazione è certo, comunque, che prima della Seconda Guerra Mondiale vi sono numerosi resoconti di pasti di Hitler a base di carne, incluso il piccione farcito, salsicce bavaresi e caviale, mentre successivamente è riconosciuto che Hitler abbia rispettato una dieta via via sempre più vegetariana.
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Fonte: https://usandculture.wordpress.com
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