Le testate delle pallottole anticarro e dei missili utilizzati dall’esercito americano per bombardare le postazioni nemiche sono riempite con uranio impoverito. Si tratta di un materiale di scarto delle centrali nucleari, altamente tossico e radioattivo, che normalmente viene smaltito adottando severe procedure di sicurezza: c’è chi sotterra l’uranio impoverito fra le montagne, a seicento metri di profondità, chi lo getta nelle fosse del pacifico, in contenitori sigillati, chi lo custodisce a vista con sofisticati sistemi di sorveglianza.
Il governo degli Stati Uniti, invece, lo utilizza per riempire le testate dei missili e delle pallottole anticarro. In questo modo i loro soldati sparano, distruggono, uccidono e smaltiscono a costo zero pericolose scorie nucleari, provocando ovunque disastri ambientali (tranne che a casa loro). Nessun tribunale internazionale ha mai processato gli Stati Uniti per questo crimine, in quanto “non esistono trattati internazionali che vietino l’utilizzo dell’uranio impoverito per scopi militari”.
Perché l’uranio impoverito
Ci sono naturalmente anche delle ragioni tecniche per cui si utilizza l’uranio impoverito. Si tratta di un materiale che ha un peso specifico altissimo e fonde a 1.132°. Queste due caratteristiche messe insieme conferiscono alle pallottole anticarro che contengono uranio impoverito la capacità di penetrare nei blindati nemici e distruggerli, e conferiscono ai missili la capacità di penetrare nel calcestruzzo e distruggere qualsiasi bunker. Il problema è che le testate si polverizzano nell’impatto e l’uranio impoverito si diffonde nell’atmosfera, contaminando l’aria, la terra circostante e le falde acquifere. Le nanoparticelle vengono in seguito assorbite dalla vegetazione ed entrano nel ciclo alimentare degli animali.
Le conseguenze per la salute
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Agli inizi di questo secolo, dopo i bombardamenti dei Balcani avvenuti pochi anni prima per opera degli Stati Uniti, si ammalarono ben 3.761 militari italiani che operavano in quei territori per conto dell’ONU, di cui 305 sono morti per effetto delle malattie contratte. Ma questo è soltanto il nostro punto di vista.
Per valutare le conseguenze dei bombardamenti in Kosovo e nei Balcani bisogna esaminare le statistiche di quei paesi: migliaia di bambini malformati, incidenza di tumori quattro volte superiori alla norma, leucemie, morbo di Hodgkin, malattie rare di ogni genere. Insomma, un’ecatombe. Le immagini di ciò che è successo e sta succedendo ancora in quelle zone potete trovarle facilmente su internet. Noi abbiamo preferito non pubblicarle in questo blog. Ma il Tribunale dell’Aia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le Organizzazioni Non Governative, tutti questi soggetti che si occupano dei diritti umani dove sono? Purtroppo in queste occasioni e per queste cose loro non ci sono mai… diciamo che si occupano di altre cose.
Gli Stati Uniti hanno bombardato con ordigni a base di uranio impoverito Afghanistan, Irak, Libia, Serbia, Bosnia Erzegovina e Kosovo. A partire dagli anni ottanta hanno utilizzato questi proiettili in tutte le campagne militari. Le statistiche riguardanti le conseguenze di questi bombardamenti sulla popolazione civile non esistono e non esisteranno mai.
di Paolo Germani
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