Anche se i media di regime non ne parlano, anzi, fanno finta che il problema non esista, oppure, quando proprio non ne possono fare a meno, ne parlano con astio, le cause legali intentate da Donald Trump per il voto presidenziale vanno avanti.
Sempre nuovi dettagli, prove e testimonianze giurate emergono sui brogli.
Le direzioni in cui si indaga sono due: l’uso delle macchine e del software elettorale e il voto postale.
Nel primo caso i voti di Donald Trump sono stati dirottati a Biden utilizzando un apposito software di riallocazione dei voti. Al centro delle indagini ci sono alcune società che hanno architettato la frode, quali ad esempio la Dominion, finanziata dalla Fondazione Clinton e dall’onnipresente mestatore globalista George Soros, e collusa con i democratici.
Nel secondo caso sono stati creati dal nulla centinaia di migliaia di voti fasulli, fatti confluire sul conto elettorale di Biden. Gli avvocati di Trump, Rudolph Giuliani in primis, hanno tenuto una conferenza stampa, ignorata dai media italiani, in cui chiariscono come ciò sia potuto accadere e come stanno procedendo le indagini.
Si tratta di un pool di avvocati di primo piano, tutti molto famosi, che si dimostrano convinti e coesi. Staremo a vedere.
Intanto Trump scrive nel suo profilo Twitter:
“WE WON THE ELECTION. VOTER FRAUD ALL OVER THE COUNTRY!”
E’ vero e ci sono le prove. Ma non è detto che Trump riesca a ribaltare il risultato delle elezioni. Toccherà alla Magistratura decidere in molti stati. Fosse tutto questo in mano alla Magistratura italiana non avremmo dubbi sull’esito delle cause.
Manderebbe a processo Trump per diffamazione, istigazione all’odio, procurato allarme, calunnia, tentativo di frode elettorale, e lo perseguiterebbe finché morte non sopraggiunga.
La Magistratura italiana è una colonna del potere e questa è la sua funzione, tacere su tutte le violazioni dei diritti costituzionali che avvengono ogni giorno in Italia, processare gli oppositori al regime, anche quelli che, tutto sommato, ne fanno parte.
La Magistratura americana non la conosciamo ancora.
di Elena Dorian
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