E’ l’estrema disposizione del Dipartimento Salute e Servizi Umani, prima di decadere: il divieto di tagliare i fondi federali alle cliniche affiliate ad Planned Parenthood ed altri ambulatori che praticano aborti, ed entrerà in vigore due giorni prima dell’insediamento di Trump il 20 gennaio.
Il decreto è emanato allo scopo di bloccare il tentativo di una dozzina di Stati americani di tagliare i fondi pubblici al Planned Parenthood, dopo che agghiaccianti video – presi da agenti di un gruppo pro-life che si fingevano acquirenti – avevano dimostrato che i loro membri e associati praticavano la vendita di organi dei feti, a scopo di lucro.
Nel primo video si vedeva una dirigente del P, la dottoressa Debora Nucatola, vantare: “Siamo diventati molto bravi ad ottenere cuore, polmoni, fegato [intatti] perché lo sappiamo, sicché non vado a schiacciare quella parte; schiaccio al disopra, e cerco di avere tutto ciò intatto”.
In un altro video, una dottoressa Savita Ginde spiegò la politica dei prezzi: “Non addebitiamo un prezzo piatto [per bambino] di 200 dollari. La cosa [vendita] articolo per articolo [organi separati] funziona meglio, perché possiamo vedere quanto ricavarne. Nel video, ride davanti a una bacinella piena di reni fetali: “Roba buona da vendere”.
Siccome è vietato per legge vendere parti di aborti, gli stati hanno almeno tentato di sottrarre al gigantesco ente “privato” e creato dai Rockefeller, i fondi pubblici. Operazione difficilissima…Finalmente, la commissione Giustizia del Senato, ha deferito il Planned PArenthood all’FBI, dopo una indagine indipendente che documenta la continuità e vastità dell’azione criminosa a scopo di lucro: ciò, il 13 dicembre. A questo punto è intervenuto il decreto di Obama a salvare l’industria abortiva.
di Maurizio Blondet
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