Un noto e autorevole magistrato, Raffaele Guariniello, ha dichiarato quanto segue, citando le opportune fonti giuridiche:
«Tutelare la salute significa vaccinare il maggior numero possibile di persone.»
«Il datore di lavoro deve mettere a disposizione vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico, da somministrare a cura del medico competente».
«Su indicazione del medico competente, il datore di lavoro deve allontanare temporaneamente i lavoratori dalla mansione, in caso di inidoneità».
Quindi, secondo l’illustre giurista, qualora un lavoratore rifiutasse la vaccinazione, verrebbe esposto al rischio contagio, e il datore di lavoro dovrebbe allontanarlo dalla mansione per scongiurare proprio quel rischio. Qualora all’interno dell’azienda non ci dovesse essere un’altra mansione, adeguata per quel lavoratore, il datore di lavoro potrebbe legittimamente licenziarlo.
Ne scaturisce che, nella maggior parte dei casi, chi rifiuta la vaccinazione è soggetto al rischio licenziamento.
Nell’intervista, il Magistrato omette di dire che il vaccino non è stato ancora testato sugli esseri umani e non sono stati valutati i rischi per la salute a breve, medio e lungo termine, che potrebbero essere anche molto severi.
Si tratta di un vaccino sperimentale, la cui efficacia non è ancora nota, e i cui effetti avversi sono del tutto sconosciuti.
Le vaccinazioni sperimentali sono vietate dalle convenzioni internazionali, in particolare dal Codice di Norimberga, a meno che non siano effettuate con il consenso informato dei soggetti vaccinati, che devono essere liberi da ogni forma di costrizione, quali ad esempio la minaccia di essere licenziati o il divieto di accedere ai luoghi pubblici.
Pare che in ambito giuridico le convenzioni internazionali valgano soltanto quando si tratta di trasportare africani dalle coste libiche all’Italia, ma non valgano più quando si tratta di vietare una cura sperimentale che potrebbe avere effetti devastanti sulla popolazione.
Anzi, in questo caso gli esecutori possono addirittura ricorrere all’immunità penale.
Nel caso del vaccino della Pfizer sarebbe fondamentale conoscere l’impatto a lungo termine sulla fertilità delle donne, cosa molto incerta, visto il modo in cui agisce il vaccino stesso.
Ma per l’esimio Magistrato, o almeno per le leggi che cita a sostegno della sua tesi, la salute dei lavoratori è garantita dal vaccino, poco importa l’entità degli effetti collaterali, peraltro ancora del tutto ignoti. Non si è infatti soffermato sulle conseguenze a breve, medio e lungo termine di questa cura sperimentale.
Almeno così ci pare di capire. Giusto, egregio dott. Guariniello?
di Elena Dorian
Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it
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